Design Thinking, ovvero creatività e rigore al servizio dell’innovazione

MISA - Master in Imprenditorialità e Strategia Aziendale

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È un metodo più che collaudato, applicato con successo in qualsiasi apprendimento “naturale”, posto addirittura alla base della ricerca scientifica e della sua validità. Eppure il sistema di conoscenza “per prove ed errori” ha un ruolo marginale in molti processi di formazione istituzionali (scolastici, universitari, professionali) per i quali si privilegia un tipo di apprendimento lineare, di semplice trasmissione di competenze consolidate. Ma la cosa ancora più singolare è che spesso viene trascurato anche dove potrebbe esprimere al meglio le sue enormi potenzialità: nei processi di cambiamento e innovazione.

 

È su questa semplice evidenza e sull’obiettivo di rimettere al centro il valore creativo e risolutivo della sperimentazione che si basa l’approccio del Design Thinking, usato in diversi step formativi del MISA - Master in Imprenditorialità e Strategia Aziendale di SDA Bocconi. Un processo di apprendimento quanto mai prezioso per i futuri manager che, in un mondo sempre più dinamico e “liquido”, dovranno trovare nuove risposte alle crescenti sfide imprenditoriali e verificare costantemente la validità e la sostenibilità delle soluzioni consolidate.

 

“Nel Design Thinking partiamo sempre dall’utilizzatore finale del servizio o del prodotto che stiamo cercando di sviluppare”, dice Mikkel Draebye, Direttore MISA, spiegando la grande efficacia di questo metodo all’interno di un qualsiasi processo innovativo di progettazione e realizzazione. Si parte sempre dalla comprensione del punto di vista dell’utilizzatore – “che tipo di problemi o pain point può avere e quali sono i suoi driver di soddisfazione” – e si immagina un primo punto di arrivo: “in base a questo, e con l’utilizzo di strumenti creativi, cerchiamo di proporgli un prototipo”.

 

Ecco la chiave di volta dell’architettura del Design Thinking: il prototipo è solo il primo step del risultato finale, ma è uno step concreto, sperimentabile e misurabile. Si può essere sulla strada giusta ma bisogna anche essere disposti a rimettere tutto in discussione. L’utente “lo deve utilizzare: se piace cerchiamo di migliorarlo, se non piace partiamo daccapo”. È un metodo che richiede capacità di ascolto, flessibilità, pensiero laterale, capacità di imparare dagli errori: tutte skill strategiche oggi per un manager o un imprenditore. “Questo è un modo estremamente efficace ed efficiente di fare innovazione”, conclude Draebye sottolineando il grande potere di una sperimentazione che unisce creatività e rigore metodologico, immaginazione e concretezza. Sono le regole di un gioco ancora sconosciuto a molti e chi le padroneggia può assicurarsi un netto vantaggio competitivo nel prossimo futuro.

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