IRRITEC: un business sostenibile della più bell’acqua

Vincitore del Best Performance Award 2018, categoria Medium Company

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Milano, 4 luglio 2019
Un successo ottenuto goccia a goccia
. Letteralmente. È la storia di Irritec, azienda siciliana nata più di 40 anni fa come pioniera nei sistemi di smart irrigation per l’agricoltura e che oggi, con 700 dipendenti, un fatturato di 170 milioni di euro, stabilimenti produttivi in Europa, Nord e Sud America e una presenza commerciale in oltre 140 paesi, è uno dei 5 maggiori player del settore a livello globale.

 

Ma se Irritec si limitasse a questo sarebbe solo una solida realtà industriale come tante e probabilmente non avrebbe vinto il Best Perfomance Award 2018 nella categoria “Medium Company”, il premio annuale nato dalla collaborazione tra SDA Bocconi e J.P. Morgan Private Bank, PwC, Refinitiv e il Gruppo Sole 24 Ore, dedicato alle imprese italiane che si distinguono per la capacità di fare impresa nel rispetto della dimensione umana e ambientale, creando innovazione e garantendo una gestione economica virtuosa.

 

Quello che ha distinto Irritec dai suoi concorrenti è aver saputo trasformare una difficoltà strutturale in risorsa con la forza dirompente dell’innovazione. È così che un territorio come la Sicilia, da sempre caratterizzato dalla scarsità d’acqua, è diventato il luogo migliore dove progettare, sperimentare e sviluppare i sistemi di irrigazione a goccia.

 

Don’t wait for rain”, non aspettare che piova, recita il payoff della società. In senso più ampio, sii artefice del tuo successo, usando le risorse in modo sostenibile e più rispettoso per l’ambiente in cui vivi. Una scommessa che dopo 40 anni Irritec può dire, a buona ragione, di aver vinto. Ne abbiamo parlato con Giulia Giuffrè, Marketing Director della società. Partendo proprio dagli aspetti problematici.

 

In che misura le difficoltà idriche del territorio hanno inciso nello sviluppo di soluzioni tecniche innovative?

 

Da sempre l’acqua è un problema in Sicilia e non è un caso che Irritec sia nata e si sia sviluppata in questo territorio. È stato un ottimo “laboratorio” per mettere a punto e testare questa tecnologia, sfruttando al meglio una risorsa scarsa come l’acqua. Negli anni ’80, in fase di startup (quando ancora non si chiamavano così), ci ha permesso di avviare progetti piloti “della porta accanto”, facili da seguire. Ora questi progetti li conduciamo anche in America, ma all’inizio il nostro territorio è stato un grosso vantaggio logistico.

 

Non è più tempo di “green washing”, di sensibilità ambientale di facciata. La vostra storia dimostra che si può investire davvero sull’ambiente con vantaggi anche per il business. Quando ve ne siete resi conto?

 

Diciamo che non è stata un’acquisizione immediata ma una consapevolezza progressiva, tuttora in atto. La sostenibilità ambientale è nostra value proposition perché con l’irrigazione a goccia si risparmia acqua ed energia, quindi ne guadagna l’ambiente e anche il conto economico delle aziende agricole. Ma serve una coerenza da parte nostra anche nei processi di produzione: non puoi proporre un prodotto sostenibile e produrlo in modo non sostenibile. Perciò siamo stati i primi a installare un sistema fotovoltaico in un impianto produttivo in Sicilia. E ben presto ci siamo resi conto che anche tutti gli altri investimenti in sostenibilità avevano anche un ottimo ritorno in termini di risparmio di costi: non c’era conflitto col business, anzi. Se a questo aggiungiamo anche l’innovazione, e la digital transformation, cioè i nostri “investimenti 4.0” che migliorano l’efficienza degli impianti, il cerchio si chiude.

 

Quindi la sostenibilità è diventata una scelta strategica.

 

Sì, ormai è il tratto distintivo dell’azienda sul mercato, la scelta di marketing per il nostro brand. La qualità dei nostri prodotti ormai è consolidata, quello che vogliamo è caratterizzarci sempre più come un marchio sostenibile in tutti i sensi, nella filiera produttiva, nelle tecnologie che vendiamo al mercato internazionale e anche nel mindset delle nostre risorse umane che sanno di perseguire un obiettivo superiore al puro risultato economico.

 

È stato facile fare innovazione in un settore tendenzialmente “conservatore” come l’agricoltura?

 

Da sempre l’innovazione “attecchisce” nel momento in cui fa risparmiare fatica e denaro e migliora la produzione agricola. L’irrigazione a goccia è una tecnologia che ha più di trent’anni di vita e ha portato benefici evidenti, quindi ormai è ampiamente accettata nei paesi avanzati, nei quali l’innovazione oggi si concentra su altri obiettivi. La nuova frontiera della smart irrigation adesso sono i paesi in via di sviluppo: lì c’è molto lavoro da fare per far capire i vantaggi di questa tecnica, si parla di territori in cui a volte mancano del tutto le infrastrutture idriche. Il trend di crescita è buono, viaggia a doppia cifra, ma attualmente l’irrigazione efficiente è solo il 4% dell’irrigazione mondiale.

 

Innovazione significa ricerca: ne fate molta?

 

Moltissima. Il reparto R&D si trova nel nostro quartier generale in Sicilia ma collabora con tutte le nostre filiali ricevendo input da tutto il mondo, sulle diverse esigenze legate ai climi, ai terreni, ai tipi e alle tecniche di coltivazioni. Sono informazioni utilissime che ci consentono di migliorare costantemente i nostri prodotti.

 

È molto difficile fare innovazione sostenibile nel nostro Paese?

 

Per risponderle potrei citare un esempio, il nostro progetto “Green Fields” che riguarda la raccolta o lo smaltimento delle “ali gocciolanti” usa-e-getta fatte di materiale plastico totalmente riciclabile. Diamo una mano all’agricoltore nella gestione di questo tipo di rifiuti e al tempo stesso abbiamo la tracciabilità e la garanzia di una materia prima riciclata di migliore qualità. Ma in Italia, dove pure la normativa ambientale è avanti e obbliga l’agricoltore alla raccolta differenziata di questi prodotti, le strutture di conferimento non sono facilmente raggiungibili e noi come Irritec non possiamo intervenire direttamente perché non siamo un’azienda di smaltimento. Cosa che invece in Messico riusciamo a fare senza problemi e con grandi vantaggi per tutti. Insomma, ci sono alcune contraddizioni da risolvere.

 

E per il Best Performance Award avete avuto dei ritorni di qualche tipo dopo la vittoria?

 

Direi soprattutto in termini di visibilità. Chiaramente abbiamo diffuso la notizia sul nostro sito, attraverso le nostre DEM e i canali social e abbiamo avuto diversi riscontri positivi. Il nome “Bocconi” ha il suo peso, in Italia e non solo.

 

SDA Bocconi School of Management

IRRITEC S.P.A. - Best Performing Medium Company

 

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