Teoria in pratica

Hiring Lucky CEOs: il ruolo della fortuna nei processi di assunzione dei CEO

Il contesto

Da tempo, ormai, gli studiosi dedicano notevole attenzione al ruolo degli amministratori delegati: sebbene ci sia un chiaro consenso sul fatto che siano un driver chiave della performance aziendale, è stato evidenziato da più parti in ambito accademico come, allo stesso tempo, i CEO possano spesso godere di vantaggi a spese degli azionisti. Questa controversia ha stimolato un vivace dibattito. 

 

Un approccio comune che viene adoperato per affrontare la questione consiste nel prendere in considerazione il contributo effettivo della fortuna (il «pay effect of luck»), vale a dire gli eventi esogeni che possono influenzare sia l’azienda sia il CEO. Contrariamente alla convinzione secondo la quale gli azionisti escludono il fattore fortuna quando progettano i pacchetti di incentivi dei CEO, esistono prove fondate che quello stesso fattore aumenti la retribuzione dei CEO stessi. Secondo questa ipotesi, i CEO sarebbero in grado di influenzare il processo di determinazione della retribuzione a loro favore. Il pay-for-luck migliorerebbe le opportunità di cui godono gli amministratori delegati sul mercato del lavoro e quindi renderebbe più costoso trattenerli. 

 

Se larga parte degli studi si concentra sulla fortuna come elemento determinante della retribuzione degli amministratori delegati nella loro attuale azienda, nella nostra ricerca abbiamo deciso di studiare come la fortuna modella le loro prospettive lavorative e le prestazioni delle nuove aziende con cui si confrontano. In particolare, abbiamo contribuito alla letteratura indagando: 

 

  1. in che modo la fortuna guida la mobilità degli amministratori delegati tra le aziende;  
  1. come la fortuna modella il livello e la composizione della retribuzione che gli amministratori delegati ricevono quando si trasferiscono in una nuova azienda;  
  1. il tipo di imprese che assumono amministratori delegati fortunati;  
  1. le implicazioni aziendali dell’assunzione di amministratori delegati fortunati. 

 

Il nostro lavoro si basa sull’idea che il fattore pay-for-luck nell’azienda attuale aumenti la posizione contrattuale degli amministratori delegati sul mercato del lavoro. Secondo la nostra ipotesi CEO fortunati possono sfruttare un «High Reservation Value», il valore minimo in termini di retribuzione e di incarichi di lavoro che rappresenta il limite per la contrattazione con un potenziale datore di lavoro. Scatterebbe a questo punto un meccanismo in base al quale i CEO fortunati lasciano la loro attuale azienda solo per aziende che sono in grado di offrire pacchetti retributivi particolarmente interessanti in un settore dalle condizioni favorevoli (per esempio in termini di concorrenza meno agguerrita). 

La ricerca

Abbiamo condotto la nostra analisi partendo da un campione di 1.500 aziende statunitensi S&P in un periodo di tempo compreso tra il 1992 e il 2018. In accordo con la letteratura prevalente, abbiamo misurato la fortuna utilizzando le variazioni esogene nel valore dell'impresa, date dall’andamento del prezzo del petrolio e dal ciclo economico. Questi fattori, su cui, con ogni probabilità, amministratori delegati e aziende non hanno alcun controllo, consentono tuttavia ai CEO, mentre aumenta il valore di mercato delle loro imprese, di «brillare» sul mercato del lavoro. Abbiamo inoltre mostrato che i CEO il cui valore aziendale aumenta a causa della fortuna hanno molte più probabilità di lasciare la loro azienda. La fortuna di cui gode l’azienda che lasciano, inoltre, può essere associata alla retribuzione che i CEO riceveranno trasferendosi nelle nuove aziende.  

 

I risultati indicano che la fortuna mette gli amministratori delegati nella condizione di ottenere un un compenso significativamente più elevato nelle imprese in cui si trasferiscono. Questa retribuzione maggiore deriva da elementi di compensazione non in contanti (come premi e opzioni su azioni) piuttosto che da stipendio e bonus.  

Conclusioni e implicazioni

Ci siamo concentrati sulla relazione tra la retribuzione dei CEO ed eventi che sono al di fuori del loro controllo (che abbiamo chiamato «fortuna»). Abbiamo messo in evidenza come il meccanismo «pay-for-luck» sia molto pervasivo, sia a causa dell'influenza esercitata dagli amministratori delegati sul processo di determinazione della retribuzione sia a causa del fatto che la fortuna moltiplica le opportunità sul mercato del lavoro manageriale e quindi induce gli azionisti ad aumentare la retribuzione degli amministratori delegati per evitare che lascino l’azienda.  

 

L’evidenza empirica conferma che i CEO contano molto per le politiche aziendali e, più in generale, per le performance aziendali. Tuttavia, sappiamo anche che i CEO possono usare il loro potere per trarre vantaggi privati, per esempio escogitando strutture retributive che si traducono in benefici personali piuttosto che in un aumento del valore per gli azionisti. Tra l’altro, gli amministratori delegati celebrati dai media sembrano ottenere un compenso maggiore e, allo stesso tempo, offrire scarse performance.  

 

Le evidenze emerse dalla nostra indagine sono le seguenti. 

 

  • I CEO «fortunati» hanno maggiori probabilità di diventare amministratori delegati di una nuova società.  
  • La fortuna sperimentata dall’azienda attuale aumenta la retribuzione totale che gli amministratori delegati riceveranno quando si trasferiranno in altre aziende (soprattutto relativamente a elementi non monetari). La fortuna fa anche guadagnare ai CEO più dei loro nuovi colleghi. 
  • La fortuna rende i CEO più propensi a confrontarsi con aziende che operano in settori concentrati, meno competitivi e tipicamente soggetti a un più debole governo societario. Al CEO fortunato sono tendenzialmente associate prestazioni aziendali inferiori e una crescita più lenta.  

 

In conclusione, la nostra ricerca sembra indicare che, nonostante il maggior compenso ricevuto, la nomina di amministratori delegati fortunati si accompagna a un sostanziale calo della prestazione dell’azienda. Una compensazione ottimale volta a incentivare l’impegno individuale non dovrebbe dunque premiare i CEO nel caso di avvenimenti fortunati. 

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