Sotto la lente

Sviluppare la carriera con la fiducia

Credibilità e affidabilità non si costruiscono in un giorno, ma devono essere conquistate con un’azione coerente e costante nel tempo

Credibilità, affidabilità e comprensione delle necessità altrui, combinate con bassi livelli di auto-interesse: sono queste, secondo David Maister, Charles Green e Robert Galford, le determinanti della fiducia. Anche se alcune professioni vengono percepite come maggiormente degne di fiducia di per sé (è il caso, per esempio, di medici e scienziati) mentre altre tendono a suscitare in maniera quasi istintiva maggiore diffidenza (come avviene per i politici), l’«equazione della fiducia» può rappresentare in qualsiasi ambito professionale un valido strumento per rafforzare il proprio personal career brand: vale a quell’insieme di aspetti peculiari che rendono un professionista speciale e appetibile agli occhi del mercato. Essere degni di fiducia, infatti, può contribuire in maniera determinante a far percepire agli altri la nostra professionalità non come una semplice commodity facilmente reperibile e interscambiabile sul mercato, bensì come una risorsa di difficile acquisizione, che non ci si deve far scappare. La fiducia si trasforma così in una fonte di vantaggio competitivo nel mercato del lavoro, a tutti i livelli.

Esperienza, promessa, valori

Al giorno d’oggi, la linearità delle carriere non esiste più; i percorsi professionali procedono in varie direzioni – lateralmente, diagonalmente e comunque non sempre verso l’alto. Reinventarsi periodicamente diventa quindi indispensabile. «Siamo tutti CEO della nostra azienda personale», sostiene Tom Peters. Non siamo più definiti dal titolo della nostra posizione o confinati in una job description, ma siamo noi stessi un prodotto con uno specifico marchio – che deve essere differenziante, attraente, riconoscibile e, soprattutto, degno di fiducia. Per poter progettare adeguatamente il nostro sviluppo professionale, dobbiamo quindi porci le stesse domande che si farebbe un brand manager rispetto agli elementi che costituiscono la nostra specificità professionale: dove ho una marcia in più? In che cosa mi differenzio da altri che fanno un mestiere simile? Qual è il mio vantaggio competitivo? Che cosa mi rende particolarmente attraente? Come posso conquistare la fiducia dei miei potenziali futuri datori di lavoro?

Gli elementi che permettono di definire il nostro personal career brand sono essenzialmente tre:

 

  • gli aspetti della nostra esperienza che ci hanno permesso di crescere professionalmente;
  • la promessa che facciamo ai nostri potenziali employer, ossia i problemi che siamo in grado di risolvere con le nostre capacità e i nostri talenti;
  • le motivazioni e i valori che ci guidano nella quotidianità e nella voglia di crescere e realizzare.

Per ottenere la fiducia dei nostri interlocutori, è necessario lavorare in maniera coerente lungo tutte e tre le direttrici. Sul versante dell’esperienza, per esempio, presupposto della fiducia saranno non solo i risultati ottenuti in precedenza, ma anche gli indicatori relativi alla stabilità nel ruolo, la propensione dimostrata a impegnarsi in forme di mobilità internazionale, il livello delle relazioni professionali gestite in precedenza e il percorso di carriera sviluppato negli anni nel suo complesso.

La promessa che andremo a delineare agli occhi dei nostri futuri datori di lavoro dovrà evidentemente essere a sua volta degna di fiducia. Essa non riguarderà solo le caratteristiche distintive che siamo capaci di offrire e i problemi che siamo in grado di risolvere, ma più in generale i benefici che potremo apportare ai nostri futuri employer, ossia i bisogni, i desideri e le aspirazioni che faremo percepire di essere in grado di soddisfare – non solo in termini di risultati numerici, ma anche di contributo alla vita dell’organizzazione sul piano relazionale.

Infine, la capacità di trasmettere un insieme di motivazioni e valori che siano credibili e comunichino affidabilità rappresenta a sua volta una componente importante del proprio personal career brand, e quindi una fonte potenzialmente importante di vantaggio competitivo.

Una fiducia omnicanale

Nel mondo aziendale di oggi, la costruzione di fiducia attorno al proprio personal career brand avviene inevitabilmente tramite una pluralità di canali. La qualità della narrativa che siamo in grado di costruire è fondamentale, ma dobbiamo essere in grado di trasmettere fiducia attraverso l’intera gamma di punti di contatto a nostra disposizione: da quelli fisici (l’insieme dei contesti e delle circostanze in cui entriamo in relazione con colleghi e conoscenti, dal luogo di lavoro agli eventi di settore, senza dimenticare il buon vecchio curriculum cartaceo) a quelli virtuali (i social network di riferimento, i blog, ma anche semplicemente le email che inviamo). La costruzione di una reputazione positiva attraverso un network di persone pronte a parlare sinceramente bene di noi deve essere una priorità fin dai nostri primi passi professionali, e idealmente fin dagli studi universitari. Nel creare fiducia intorno al proprio profilo, i contesti digitali rappresentano un ambiente particolarmente insidioso. La loro accessibilità fa sì che le informazioni che pubblichiamo su di noi siano facilmente disponibili anche a chi non ci conosce: basterà molto poco – una foto, un post, un commento controverso – per minare la nostra credibilità agli occhi degli altri. Gli ambienti digitali incentivano in modo quasi naturale l’autopromozione, che può però rapidamente sfociare in forme dannose di narcisismo: per rafforzare la propria credibilità e suscitare fiducia negli altri è fondamentale comunicare onestà, autenticità e soprattutto equilibrio. Infine, non va mai dimenticato che la fiducia non la si costruisce in un giorno: solo comunicando il valore del proprio brand in maniera coerente e costante nel tempo e comportandosi di conseguenza sarà possibile acquisire quel profilo di credibilità e affidabilità che è il presupposto imprescindibile per il nostro sviluppo professionale, in qualsiasi settore e a qualsivoglia livello. Il mondo – anche grazie ai social – diventa sempre più piccolo.

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