L’insieme dei fattori, delle percezioni e delle distorsioni che determinano questa dinamica è molto ampio, il che ne rende una misurazione precisa assai difficile. Tuttavia, la ricerca in materia ha portato a individuare alcuni indicatori, che possono contribuire almeno in parte a valutare l’attuale grado di fiducia sui mercati.
Tramite gli indicatori di sentiment è possibile misurare l’aspettativa positiva o negativa di una determinata tipologia di investitore (gestore professionista, trader, risparmiatore) rispetto alle prospettive del mercato. Le possibili modalità di misurazione del sentiment del mercato sono molteplici. Alcune si basano su sondaggi di opinione: a consumatori, risparmiatori, investitori istituzionali, blogger viene chiesta la loro fiducia o il loro grado di ottimismo circa l’andamento dell’economia o dei mercati finanziari. Di questi indicatori fa parte il Crash Confidence Index, che si basa su interviste relative a un possibile crash dei mercati nei successivi sei mesi. Questo indicatore ha in un certo senso anticipato il crollo del 2008, quando la percentuale degli «ottimisti» è diminuita notevolmente fino ad arrivare ai minimi di gennaio 2009.
La disponibilità di volumi sempre maggiori di dati e di tecnologie per elaborarli ha portato allo sviluppo di indicatori che ricorrono a Internet e ai social media per misurare il sentiment. È possibile, per esempio, analizzare il flusso dei post su Twitter individuandone il sentiment sottostante positivo o negativo (calmo, preoccupato, sicuro, vitale, gentile o felice) per cercare di capire dove andrà il mercato finanziario.
A fianco degli indicatori sulla fiducia dichiarata, c’è poi una seconda categoria di indicatori, più diffusa: quella che si basa sui flussi. Gli esempi sono innumerevoli, e a tratti possono apparire bizzarri. Tra gli indicatori alternativi, per esempio, ha una certa popolarità l’«indice delle gru»: tante più gru di grandi dimensioni sono visibili attorno a noi, tanto più cresceranno l’attività economica e la fiducia. A lungo il grado di fiducia nella City di Londra è stato misurato attraverso un «indice dello champagne»: il consumo delle bollicine in determinati bar veniva visto come una misura attendibile della fiducia degli operatori. Non mancano, ovviamente, indicatori più tradizionali, generalmente legati all’andamento dei corsi azionari sul mercato ancor oggi più influente del mondo: quello statunitense.
Gli indicatori di sentiment possono fornire indicazioni utili riguardo al grado di fiducia sull’andamento e le prospettive dei mercati. Oggi, tuttavia, sembra porsi una questione di fondo complementare: quella della fiducia nel mercato, in quanto tale. In un recente sondaggio, per esempio, oltre la metà degli intervistati di 27 diversi paesi ha dichiarato di ritenere che gli operatori bancari non si farebbero scrupoli ad approfittare di loro se ne avessero l’opportunità. Di fronte a una diffidenza tanto diffusa, rafforzare la fiducia dell’opinione pubblica nel sistema finanziario diventa una questione ineludibile, anche per prevenire comportamenti collettivi irrazionali che potrebbero andare a danno di tutti, come un eccesso di cautela nella gestione dei risparmi.