
- Data inizio
- Durata
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- Lingua
- 5 mag 2025
- 6 giorni
- Class
- Italiano
Progettare strategie di marketing efficaci integrando l'approccio tradizionale e quello digital per valorizzare e personalizzare l'esperienza del cliente.
Carissimi,
scrivo l’ultimo post prima delle vacanze estive con un appello agli imprenditori seniores coinvolti nella delicata fase del passaggio generazionale.
Proprio negli ultimi mesi mi sono imbattuta in un paio di casi simili. Diverso il contesto, il settore, la localizzazione ma sempre storie di PMI familiari in cui nella successione al padre fondatore sono subentrati o stanno subentrando due fratelli. Arrivo subito alle conclusioni e al consiglio spassionato: vi prego cari genitori, in azienda, valorizzate in positivo le differenze tra i vostri figli. In famiglia, non create diversità di trattamento ma sul lavoro, nell’interesse dell’impresa, vi scongiuro, fatelo.
Quello che vedo accadere è spesso l’opposto. Prendo spunto da queste situazioni reali viste di recente perchè si prestano ad un minimo di razionalizzazione. Non faccio nomi, non declino ogni volta al femminile ma potrebbe essere una storia tra un fratello e una sorella, o tra sorelle. Di madre in figlia e non solo di padre in figlio per intenderci. Siate elastici. Non pretendo nemmeno di costruire un teorema ma di dare solo qualche spunto di riflessione e qualche indicazione di condotta.
Nei casi visti c’è un predestinato, il primogenito che arriva prima in azienda, colui che entra subito avendo alle spalle un percorso scolastico debole che sembra essere il vero fattore che causa quello che, fin dall’inizio, andrebbe riconosciuto come un ingresso di comodo. Siccome a scuola le cose non funzionano, poiché, di fianco a casa, c’è l’azienda di famiglia, pronta ad accoglierlo, invece di misurarsi con l’impegno delle verifiche e degli esami a scuola o con le pressioni del mercato del lavoro esterno, viene utile, scivolare come olio da un imbuto, “in ditta dal papà”. Così facendo il successore vive in una situazione protetta, all’ombra di un padre imprenditore molto attivo e veloce che arriva prima dappertutto e, senza rendersene conto, innesca il circolo vizioso della non crescita dell’erede. “La mamma perfetta rende la figlia inetta” e dunque dal punto di vista educativo non è poi così perfetta. Ma torniamo ai nostri casi….accade che dopo qualche anno entra in azienda la sorella minore che nel frattempo ha concluso un percorso di studio facendo pure un po’ di esperienze di lavoro in realtà diverse dall’impresa di famiglia, esterne. La differenza tra i due profili è oggettiva fin dall’inizio ma diventa più evidente col passare del tempo. Il maggiore si rintana sempre più nella sua zona di confort, vive l’azienda come un diritto acquisito da cui trarre privilegi, manifesta una visione conservativa perché gli investimenti per la crescita potrebbero sottrargli vantaggi economici, non ha vincoli di orario e di presenza, non vive la pressione della responsabilità che grava da sempre sul genitore, pretende tutti i benefits del dirigente senza averne gli oneri. In parallelo, il minore si muove a fianco dell’imprenditore, si prodiga non solo nell’evidenziare i problemi ma anche nel risolverli, è presente, ambisce ad un ulteriore sviluppo dell’impresa, vede opportunità e le vuole cogliere, si batte per farlo. Così facendo passano gli anni, l’imprenditore invecchia, e i due fratelli pure. Ai primi acciacchi di salute del genitore anziano si inizia a parlare di passaggi di quote e la soluzione più naturale, quella ritenuta più giusta ed equa, è di lasciare ai due eredi il 50 per cento del capitale sociale. Questa divisione è spesso appoggiata anche dalla madre che anche se non ha mai passato nemmeno un giorno della sua vita a lavorare in azienda, in quanto moglie del titolare e mamma dei fratelli, è super coinvolta. Insomma tutti d’accordo su una decisione paritaria che pone le basi per l’inizio dei litigi tra i fratelli o, forse ancor peggio, per la stasi dell’azienda. Molto probabili, al compimento del passaggio delle quote ai successori, i conflitti tra due visioni così diverse: quella che interpreta l’impresa di famiglia come una rendita e l’altra che la vede come un figlio da crescere, come un progetto da migliorare di continuo, da sviluppare dandogli perennità. Spesso la tensione tra le due parti diventa insostenibile e si arriva, non senza pesanti costi, non solo economici, alla separazione: liquidazione di uno o dell’altro, cessione di un ramo d’azienda. Il peggio però si manifesta quando la scissione per vari motivi non è possibile. E’ allora che, a mio avviso, si compie il peccato originale: un’impresa capitanata da un vertice che si muove in direzioni opposte appare come una canoa con un vogatore che rema in avanti e l’altro che fa l’opposto Inevitabilmente, inizia a girare su stessa, non progredisce, perde acqua.
Cari imprenditori è così che volete lasciare le vostre aziende? Come dei natanti che ruotano a vuoto? Non è meglio riconoscere le differenze tra i figli - anche solo 51 a 49 - permettendo a chi dimostra l’indole del capitano di condurre la barca, compensando la differenza di quote con altri asset extra aziendali? Non è meglio chiamare le cose col proprio nome? L’affetto per i figli è sempre lo stesso, ci mancherebbe, ma in azienda occorre fare le differenze: il fratello che ha, nettamente più dell'altro, l’X factor dell’imprenditore sarà Amministratore Delegato, l’altro no. A lui si darà la possibilità di avere il controllo, di decidere la meta indipendentemente dalla sua età e dal genere, l’altro dovrà seguire o scendere dal mezzo equamente liquidato. L’azienda è un bene comune troppo importante per lasciarla nelle mani di chi non ne avverte la responsabilità, la vuole vivere solo inerzialmente come un diritto acquisito o di chi, da velleitario, crede di poterla condurre senza averne le capacità. Pensateci per non dissolvere un patrimonio importante per la comunità e per non rovinare la vita ai vostri figli mettendoli a fare ciò per cui non sono portati e viceversa impedendogli di esercitare senza compromessi il loro talento.
Buona estate a tutti!