
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 16 Giu 2025
- 9 giorni
- Class
- Italiano
Affrontare le sfide attuali della funzione HR a 360 gradi, grazie a strumenti metodologici per attrarre, scegliere e trattenere in azienda i migliori talenti.
La situazione descritta nel mio post della scorsa settimana può essere letta come un caso di delega mal riposta dove si potrebbe riconoscere un buono e un cattivo. Il buono è l’imprenditore che si fida del suo giovane manager e gli affida l’avvio e lo sviluppo di una intera divisione della sua azienda (una nuova piccola impresa a latere di quella storica più grande). Il generoso imprenditore sembrerebbe delegare al suo braccio destro la crescita della nuova creatura che nel giro di 8 anni passa da zero a quasi una decina di milioni di euro. Il cattivo è il manager che travalicando la fiducia accordatagli se ne approfitta dandosi a folli spese (investimenti in ricerca e sviluppo e in marketing) senza governare adeguatamente la gestione della produzione (scarti, difformità e magazzino crescenti). Il cattivo diventa ancor più deplorevole quando, licenziato in tronco dal titolare, ha l’ardire di accettare un contratto di assunzione presso un’azienda concorrente più grande e strutturata.
Non bisogna confondere la delega con il lasciar fare
Se però si va un po’ oltre e si scava tra le righe della vicenda si scopre che il cattivo non appare così cattivo alla sua squadra di persone che anzi lo valorizzano e lo stimano come manager pieno di idee, di intraprendenza e di dinamismo, le stesse caratteristiche per cui era stato scelto e apprezzato per anni dal titolare. E allora? Dove sta il problema? Chi ha sbagliato? L’errore in questo caso non riguarda le persone (l’imprenditore ha azzeccato la strategia e il manager aveva le competenze per portarla a compimento). Il problema, volendo usare il caso solo come spunto di riflessione, senza demonizzarne i protagonisti, è quello, piuttosto diffuso, di confondere la DELEGA con il LASCIAR FARE. Delegare significa assegnare ad un proprio collaboratore degli obiettivi (chiari e specifici) lasciandogli la libertà di decidere come raggiungerli, in che modo traguardarli nel rispetto delle “regole di casa”.
Delega non è liberta vigilata
Ma la delega, quella vera, non finisce qui. Non è autonomia assoluta bensì LIBERTA’ VIGILATA che implica un accertamento, volendo anche in itinere, dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi assegnati. Non c’è DELEGA senza CONTROLLO. La delega non è un fiume in piena ma un canale ben protetto da due argini: da un lato gli obiettivi, dall’altro il controllo degli esiti. La verifica deve essere costante e coerente a quanto richiesto, con momenti di confronto tra imprenditore e manager per ragionare sugli scostamenti sia positivi sia negativi. In quest’ultimo caso saranno incontri faticosi, mirati a capire cosa non ha funzionato, ma saranno anche riunioni preziose per progredire, per non ripetere gli errori. Il fiume in piena invece, quello per cui l’imprenditore arriva ad assegnare anche grandi responsabilità ad un suo dipendente, in assoluta buona fede, magari anche perché si tratta di attività che non ama particolarmente, si chiama LASCIAR FARE. Non si puntualizzano troppo le aspettative ma, ancor più grave, non si esercita un controllo dettagliato (e faticoso anche dal punto di vista personale). Si va in fiducia fino a quando non scoppia il “bubbone”, magari sollevato da altri collaboratori che notano inefficienze che l’imprenditore non riesce a vedere essendo troppo lontano dall’operato del manager. La reazione, quando il titolare scoperchia il vaso di Pandora, è ovviamente contro la persona: il manager diventa il colpevole di tutto, il capro espiatorio. Rabbia e delusione offuscano la ragione che dovrebbe portare a riflettere sui rischi del LASCIAR FARE per abbandonare questa modalità di gestione, muovendosi con cognizione verso la VERA DELEGA. Condotti opportunamente, concedetemi l’analogia, saranno proprio i cavalli più scalpitanti e ribelli, ma di razza, a superare gli ostacoli più alti. Mi raccomando non confondete delega e lasciar fare altrimenti il rischio di essere disarcionati sarà alto. Nella prossima puntata vi parlerò del COMANDO, un’altra modalità di gestione dei collaboratori troppo spessa confusa con la DELEGA.