Casi di management

L’evoluzione continua di Dallara Automobili

La sfida

«Se vuoi essere efficiente e creativo, devi essere veloce nel commettere errori. In questo modo li correggerai immediatamente». È questo uno degli insegnamenti di Giampaolo Dallara, un mantra che sintetizza il grande spirito innovativo dell’omonima azienda automobilistica.

Alla base del successo di Dallara Automobili, produttore italiano di auto da corsa e leader nella progettazione utilizzando materiali compositi, ci sono forti competenze (progettazione e uso di materiali compositi; aerodinamica e dinamica dei veicoli; simulazioni e test), una grande passione e la ferrea volontà di investire in nuove tecnologie e nelle persone.

Le competenze di Dallara Automobili si sono evolute nel tempo, la costante attenzione all’innovazione e all’essere «un passo avanti» sono state sostenute dal costante afflusso di giovani talenti e da investimenti in nuove tecnologie. La forte espansione delle attività sembra confermare che Dallara Automobili disponga di ampie possibilità per lo sviluppo futuro. Ma quali sono le sue nuove prospettive per il futuro? E come mantenere inalterati gli alti standard innovativi in coerenza con il posizionamento e la storia di eccellenza di Dallara?

I numeri del caso

 

Anno di fondazione: 1972

Sede: Varano de’ Melegari (PR)

Inaugurazione dello stabilimento a Indianapolis: 2010

Dipendenti nel 2022: oltre 700 tra Italia e Indianapolis (quadruplicati nell’ultimo decennio)

Età media dei dipendenti: 35 anni

 

Dallara Automobili è un esempio di innovazione e coerenza strategica. Nel corso della sua storia, iniziata nel 1972 in Emilia-Romagna, nella cosiddetta Italian Motor Valley – dove sono situati anche degli stabilimenti di Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani, Ducati – l’azienda ha dimostrato capacità uniche nell’identificare e implementare soluzioni ingegneristiche innovative e nell’espandersi con successo nei mercati collaterali. Nell’attuazione della propria strategia di crescita ha effettuato diversi importanti cambiamenti di paradigma: da produttore business-to-business è diventata fornitore di servizi di consulenza, fino a creare un’unità organizzativa business-to-consumer. Come ricordato da Andrea Pontremoli, CEO di Dallara Automobili: «Fin da subito ci siamo concentrati su tre aree principali: il design, utilizzando materiali compositi con fibra di carbonio, ma anche materiali metallici, l’aerodinamica e la dinamica del veicolo. Quando si progetta con la fibra di carbonio come facciamo noi, la si può utilizzare per costruire non solo auto da corsa, ma anche auto stradali, aerei, treni, sottomarini, senza imporre alcun limite di applicazione».

Laureato al Politecnico di Milano in ingegneria aeronautica, Giampaolo Dallara ha iniziato la sua carriera nel 1959 come assistente dell’ingegner Carlo Chiti direttore del reparto corse di Ferrari. Nel 1961 diventa capo del reparto corse di Maserati e due anni dopo si trasferisce in Lamborghini dove progetta una delle auto più iconiche: la Miura. Per inseguire il suo sogno di lavorare in un reparto corse, decide di spostarsi alla De Tomaso e infine nel 1972 dà vita a Dallara Automobili da Competizione, con sede in un piccolo garage nella sua città natale, Varano de’ Melegari in provincia di Parma. Fiat è stato tra i primi clienti importanti, con la sua X1-9, una vettura da corsa leggera interamente assemblata in Dallara, seguita da Lancia con le LC1 e LC2, con la Beta Montecarlo Turbo, la Stratos ecc.

Il punto di svolta avviene con il coinvolgimento di Dallara Automobili nelle corse IMSA e IndyCar quando Piero Ferrari, figlio di Enzo, chiede a Dallara di collaborare alla progettazione della Ferrari 333SP, che negli anni successivi vince diverse gare IMSA. Nel 1995 Tony George, pilota e imprenditore americano, crea la Indy Racing League e arriva a Varano con un assegno da 3 milioni di dollari come anticipo per il telaio di dieci auto da corsa. Inizia così l’avventura della Dallara nella IndyCar. Nel 2020 le aree chiave di attività sono diventate tre: la progettazione e produzione di auto da corsa, il progetto Dallara Stradale e la consulenza ingegneristica per altre applicazioni soprattutto nel campo dell’automotive e dell’aerospace & defense.

Dallara Automobili ha progettato, sviluppato e prodotto vetture da corsa utilizzate nei più importanti campionati internazionali e in iconiche gare quali la 24 Ore di Le Mans, la 24 Ore di Daytona, la 12 Ore di Sebring. I suoi prototipi sportivi hanno spesso superato i concorrenti. Nel 2008 è stata nominata fornitore unico di telai e sospensioni per IndyCar e nel 2020 le vetture hanno ottenuto 300 vittorie e 20 titoli. Il filo conduttore di tutta la sua attività è sempre stato il focus sulla sicurezza.

Dallara Stradale è invece nata come progetto personale di Giampaolo Dallara con un gruppo dedicato di ingegneri, da lui seguiti personalmente: «Abbiamo scelto di produrre un’auto divertente, caratterizzata da ottime prestazioni, da un peso molto ridotto e da prestazioni aerodinamiche uniche». La Dallara Stradale non ha portiere né parabrezza (fornito come optional a richiesta), niente servosterzo, un equipaggiamento elettronico minimo e raggiunge la velocità massima di 280 km/h. È un’auto volutamente analogica, un’eccezione nel mondo digitale in cui le auto sono dotate di vere e propri computer. Il focus in questo settore è sull’aerodinamica e sulla leggerezza, piuttosto che sulle prestazioni del motore. Come ricordato da Andrea Pontremoli: «Prima di tutto, ci sarà sempre l’hardware: si dovrà imparare a fare le cose bene, a farle leggere e a farle poco costose. In secondo luogo, sarà difficile che le auto diventino totalmente autonome perché ci saranno sempre persone che vorranno guidare la propria auto per il piacere di farlo. Forse non sulle autostrade, ma su strade dove possono davvero godersi la guida».

Negli ultimi anni Dallara Automobili si è interessata anche ad altri ambiti al di là delle competizioni automobilistiche, in contesti che potrebbero consentire all’azienda di affrontare altre sfide future della società, rivoluzionando i parametri di performance anche dal punto di vista della sostenibilità. Un esempio emblematico di innovazione è stata la Z Bike sviluppata per Alessandro Zanardi e l’attenzione alla formazione di giovani talenti grazie alla realizzazione della Dallara Academy.

Le implicazioni

Il modo di pensare e l’approccio nel fare di Giampaolo Dallara sono stati diffusi in tutta l’organizzazione aziendale: innovazione e creatività sono state guidate dalla capacità di ascoltare e imparare, dall’umiltà di accettare che qualsiasi idea brillante potesse diventare obsoleta nell’immediato futuro. Un altro punto di forza fondamentale è stata l’attenzione ai giovani talenti.

La realizzazione della Dallara Academy ha rappresentato un investimento personale di Giampaolo Dallara: è stato il suo modo per ringraziare il suo territorio senza attingere dalle risorse dell’azienda. I laboratori dell’Academy accolgono gruppi di giovani di tutte le età, dalla scuola elementare fino alle superiori, permettendo loro di partecipare ad esperimenti pratici sulle leggi della fisica. L’idea di base è quella di infondere curiosità e gioia per l’apprendimento.

Dallara Academy è utilizzata anche dagli studenti del MUNER, Motorvehicle University of Emilia Romagna. Gli sponsor, tutti leader del motorsport made in Italy, hanno fornito patrocinio e supporto organizzativo al progetto che forma ogni anno 150 studenti in sei aree di specializzazione (propulsore avanzato, design di auto ad alte prestazioni, design di auto da corsa, durezza delle vibrazioni del rumore, ingegneria motociclistica avanzata, produzione di auto sportive avanzate). Per concludere, usando le parole di Pontremoli: «Invece di immaginare il futuro, dobbiamo tentare di crearlo. E possiamo iniziare a farlo formando le persone ai ruoli adatti per quel futuro».

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