Casi di management

Quando i dati si fanno valore: il caso Loccioni

La trasformazione di un’azienda che guarda al futuro all’insegna delle persone, del territorio, del benessere, del pianeta, dei dati e del monitoraggio continuo

Per le aziende B2B, il cui core business è fornire componenti e servizi ad altre imprese – soprattutto quando il settore di appartenenza è quello dell’«ingegneria meccanica o industriale» – la dimensione relazionale e la costruzione di un rapporto fiduciario con il cliente sono assolutamente cruciali. La capacità di fornire soluzioni personalizzate, che vadano ben oltre le esigenze espresse da ciascun cliente, è il driver principale per costruire una relazione solida e duratura nel tempo, all’interno della quale le persone assumono un ruolo centrale per la sostenibilità e il benessere del pianeta.

 

Per garantire qualità, efficienza e sostenibilità dei processi di produzione e supporto alla clientela, è necessario creare un ecosistema – o knowledge company – in cui idee, persone e tecnologie siano strettamente e fortemente integrate tra loro secondo un approccio intraprenditoriale basato sulla fiducia relazionale. Un obiettivo che può essere realizzato al meglio solo se l’azienda avrà saputo introdurre dei sistemi adeguati di monitoraggio e controllo interni.

 

In questo modo sarà possibile «trasformare i dati in valore»: un imperativo che è stato fatto proprio da Enrico Loccioni , imprenditore marchigiano che dal 1968 è alla guida dell’omonimo gruppo.

 

I numeri del caso

 

Azienda: Loccioni

Fondazione: 1968 (ICIE)

Settore: sistemi di misura e controllo per migliorare la qualità, la sicurezza e la sostenibilità di processi e prodotti industriali

Dipendenti (2020): 450

Percentuale di dipendenti laureati (2020): 50 %

Posizione Best Workplaces Italia 2014 (aziende sotto 500 dipendenti): 3°

Età media dipendenti (2017): 33

Vincitore del Premio Imprenditore per il Bene Comune 2020

 

La scelta di porre la qualità al centro dell’attività aziendale, e l’individuazione di sistemi e meccanismi volti a misurarla, per Loccioni risale già agli anni Settanta. È il momento cruciale in cui iniziano ad affermarsi concetti come just-in-time, lean factory e total quality management, che segnano per il gruppo il passaggio strategico dalla produzione di impianti elettrici industriali al test, collaudo e monitoraggio di prodotti e componenti industriali. Tale svolta impone una vera e propria rivoluzione copernicana, in cui monitoraggio e misurazione divengono il nuovo mantra.

 

Si decide, quindi, si provare ad applicare il nuovo approccio di lavoro e di offerta aziendale anche all’interno della propria fabbrica, iniziando così a immaginarla come la knowledge company che diverrà. Così, già alla fine degli anni Ottanta viene promossa un’indagine relativa al benessere organizzativo, volta a individuare possibili criticità e margini di miglioramento nel sistema-impresa Loccioni. A seguito di un intenso lavoro di «analisi dati nonché di controllo e misurazione dei risultati», vengono individuati otto parametri chiave: l’interesse per il lavoro; l’ambiente fisico di lavoro; il flusso di lavoro e la sua fluidità; l’informazione sul lavoro, e per il lavoro; le relazioni tra i dipartimenti; le relazioni interpersonali; le relazioni con la gerarchia; la corporate image.

 

Si comprende, quindi, come per gestire l’ecosistema Loccioni, divenga fondamentale creare un ambiente di lavoro improntato alla fiducia e a relazioni interpersonali positive, nell’ottica di incentivare tutti a dare un contributo proattivo. Al concetto di dipendenti si sostituisce quello di lavoratori della conoscenza, se non di veri e propri knowledge player, disposti a mettersi costantemente alla prova per il bene e il futuro proprio e dell’ecosistema-azienda.

 

Per garantire la massima flessibilità e dinamicità all’interno dell’impresa, conservando allo stesso tempo un radicamento sul territorio, i processi di recruiting si orientano lungo due direttrici: avere una forza lavoro giovane, che sia in grado di pensare fuori dagli schemi e che possa dare un contributo flessibile e dinamico all’azienda; stabilire un solido legame con le università locali, quali importanti bacini di conoscenza e innovazione, senza per questo rinunciare ad allargare il network ad altre prestigiose istituzioni nazionali e internazionali.

 

Nel suo percorso di evoluzione, Loccioni si è andata quindi sempre più riconfigurandosi come un’azienda della knowledge industry: al suo interno il fattore competitivo principale è la conoscenza, la capacità di apprendere e di anticipare i trend del mercato. Grazie a questo approccio, Loccioni è riuscita negli anni a entrare in settori di avanguardia, come il monitoraggio ambientale e l’ICT.

 

I valori e l’etica aziendali sono stati sintetizzati in quattro principi chiave, che guidano l’attività del gruppo e dei suoi lavoratori: immaginazione, energia, responsabilità e tradinnovazione. La capacità di creare una forte condivisione attorno a questi valori è alla base del successo aziendale, testimoniato dagli alti livelli di soddisfazione del personale. Nei primi anni Duemila, infatti, Loccioni è stata per sei volte inclusa tra le prime cento aziende nei ranking Great Place to Work in Italia; nel 2014, è arrivata a posizionarsi terza nella classifica dei Best Workplaces Italia nella categoria riservata alle aziende con meno di 500 dipendenti; mentre nel 2020 Enrico Loccioni ha ottenuto il Premio Imprenditore per il Bene Comune. L’ennesima testimonianza di come, attraverso la gestione dei dati – per sé e per gli altri – si possa arrivare al più ampio valore, a patto però che quest’ultimo possa essere effettivamente misurato ed entrare a fattor comune per il benessere collettivo.

 

Le implicazioni

  • Porre la qualità al centro dell’attività aziendale è un fattore che può contribuire alla sostenibilità e alla resilienza sul lungo periodo. La ricerca della qualità non può limitarsi a una dichiarazione di principio, ma deve essere perseguita sviluppando appositi sistemi gestionali, nonché indicatori di monitoraggio.
  • Sistemi di controllo e monitoraggio possono essere utilizzati in maniera efficace non solo per misurare i processi produttivi e i risultati finanziari, ma anche per la soddisfazione dei dipendenti. I dati ottenuti possono essere il punto di partenza per individuare nuove direttrici su cui costruire il futuro.
  • Investire nella forza lavoro – giovane e qualificata – garantisce una prospettiva flessibile e dinamica all’interno dell’organizzazione. In questo modo, è possibile anticipare i trend del mercato ed entrare tempestivamente in settori emergenti.

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