
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 17 sett 2025
- 4,5 giorni
- Class
- Italiano
Apprendere metodi e capacità di intervento organizzativo per adeguare la struttura aziendale alle attuali esigenze di fluidità e flessibilità di assetti e funzioni.
Le innovazioni tecnologiche dell’ultimo decennio hanno coinvolto anche il settore degli acquisti, che si trova ora ad affrontare un periodo di grandi cambiamenti
La disponibilità di nuove e più evolute tecnologie sta modificando rapidamente la gestione delle fasi del processo di acquisto. Servizi in cloud, visualizzazione e analisi dei dati, intelligenza artificiale e machine learning interverranno sempre di più in tutti i processi di procurement, trasformando profondamente il modo di lavorare dei CPO e delle loro unità. Ma qual è il grado di avanzamento della digitalizzazione nel procurement delle aziende italiane? Quali tecnologie tra blockchain, big data, realtà aumentata e intelligenza artificiale saranno rilevanti nei prossimi anni? E quali progetti le aziende stanno mettendo in campo – e con quali difficoltà e risultati – per affrontare la digitalizzazione nelle fasi dei processi d’acquisto?
Se l’apertura al digitale sembra ormai una necessità consolidata e trasversale alle aziende di diversi settori, non tutte sono ancora riuscite ad adeguare i propri processi interni. Ritardi culturali e tecnologici, impreparazione del personale e difficoltà al cambiamento sembrano essere le cause più comuni e diffuse.
La ricerca Digital Procurement. Lo stato dell’arte in Italia – 2019 condotto da SDA Bocconi School of Management in collaborazione con SAP Ariba e Accenture ha provato a fornire una panoramica dello stato dell’arte del procurement in Italia. Grazie al coinvolgimento diretto dei CPO di 101 aziende italiane (aziende singole, headquarter di gruppo, business unit italiana o divisione di buisness), con un fatturato medio degli ultimi 3 anni superiore ai 400 milioni di euro e appartenenti a 11 diversi settori industriali, si è riusciti a ottenere una fotografia chiara della funzione per tutto il mercato italiano, proponendo spunti di riflessione sulla sua traiettoria di evoluzione.
Se riduzione dei costi, gestione del rischio, miglioramento della qualità del prodotto e dei servizi e capacità di sostenere la crescita sono state identificate dai CPO come le maggiori priorità in merito alla gestione degli acquisti (Figura 1), nella maggioranza dei casi si cerca di raggiungere questi obiettivi tramite un cambiamento del modello operativo, espandendo o riadattando quello esistente.
Per quanto riguarda la percezione che l’evoluzione digitale potrà avere nei prossimi 5 anni sul procurement e sul ruolo del buyer, il 64% dei CPO intervistati ritiene che le tecnologie per l’analisi e la visualizzazione dei dati avranno un ruolo decisivo. Di grande importanza anche l’analisi predittiva (54%), la robotic process automation (35%) e le tecnologie mobile (33%). Di contro, solo il 21% considera la blockchain una tecnologia promettente e appena il 10% ha nominato l’intelligenza artificiale (AI) o il machine learning (Figura 2).
Alla luce dei 618 progetti digital procurement avviati o conclusi negli ultimi anni dalle aziende campionate, è emerso come in generale tutte le fasi del processo di acquisto sono state coinvolte. Se il 29% delle aziende non ha però fatto uso di nuove tecnologie, molte altre sono ricorse ai soli software applicativi, con una prevalenza dei servizi cloud sugli on premise, e quelli verticali sono risultati i più diffusi nella copertura dei processi di procurement. Per quanto riguarda i maggiori ostacoli all’apertura al digital, a prevalere sono le dinamiche di natura organizzativa. Il 50% degli intervistati trova infatti nella cultura aziendale poco aperta alle innovazioni la difficoltà più evidente; il 42% sottolinea la mancanza di capacità di calcolo del ritorno dell’investimento, mentre per il 41% identifica nella difficoltà di integrare e gestire le nuove tecnologie con processi aziendali ormai datati il gap più evidente.
Se da un lato non vanno sminuiti gli sforzi delle aziende a investire in progetti digital procurement coerenti con le priorità interne, va però sottolineato come il grado di copertura di questi sia ancora troppo deficitario. Un risultato che incide negativamente sul grado di maturità delle aziende nell’impiego delle nuove tecnologie nel settore acquisti. Le sfide che si aprono al CPO sono dunque molteplici e coinvolgono anche altre funzioni aziendali, come per esempio l’IT, con il quale una convergenza di obiettivi sembra ormai imprescindibile.
Il titolare della funzione procurement ha inoltre il compito di preparare il terreno per una cultura aziendale che allarghi il campo a leve organizzative sempre più digitalizzate. A lui è richiesto inoltre di essere leader nel processo di acquisto end-to-end, con la capacità di conoscere tutte le potenzialità dei servizi cloud, verificandone l’adottabilità in termini di processi aziendali.