- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 15 Mag 2024
- 4,5 giorni
- Class
- Italiano
Acquisire modelli di lettura e analisi del cambiamento in azienda e proporre metodologie di intervento per trasformare le visioni strategiche in risultati concreti.
Le nostre aule sono spesso occasione di incontro e confronto con molteplici esperienze professionali. Quando questo succede, è un privilegio stare ad ascoltare perché in un attimo i concetti teorici prendono vita e il pensiero si muove verso nuovi orizzonti. Ho incontrato Rosario Sgroi, Head of Training Academy and Managing Director Private High School, durante un corso che ho tenuto all’ Executive MBA e da un dialogo sono nate una serie di considerazioni sul cambiamento che stiamo vivendo da un anno a questa parte. Vi propongo di seguito una sua testimonianza, certa che possa essere un ottimo spunto di riflessione per molti. Grazie mille Rosario!
Un’attenta gestione delle Risorse Umane passa anche dalla capacità di interpretare le mutevoli condizioni aziendali e sociali al fine di ricalibrare le modalità organizzative. Soprattutto nell’ultimo anno abbiamo dovuto avviare una profonda riflessione sull’impatto del Covid-19 all’interno delle nostre organizzazioni per evitare il rischio di gestire il “distance working” con comportamenti tipici del lavoro in presenza, replicando azioni tutt’altro che “smart”. Così ci siamo trovati dinanzi a call mal organizzate e abbiamo perso alcuni pezzi di processi o al contrario abbiamo condiviso passaggi ininfluenti. Le caselle di posta elettronica sono state spesso inondate con informazioni inutili oppure utili ma non capitalizzate. Dinanzi a questo scenario, non potendo scegliere il “dove”, chiunque dovrebbe fermarsi e riflettere su “come” e “quando”. Così, credo sia utile fare un passo indietro astraendo alcuni pensieri tipici della teoria aziendale, per ritornare a una visione più concreta e di immaginazione del futuro.
Infatti, l’azienda ha un equilibrio proprio e difficilmente imitabile che è il frutto di una visione dell’imprenditore e del management che quotidianamente, mettendo in campo strumenti e atteggiamenti, pongono le basi per un agire aziendalmente diffuso e replicabile. Gli studi manageriali da sempre cercano di indagare la vita aziendale e ogni studioso, in possesso di una propria lente di ingrandimento, individua le relazioni, le opportunità, le disfunzioni e le criticità. Così si costruiscono modelli e matrici, pensieri e teorie che cercano di incanalare azioni diverse in quadri comuni di riferimento. Il tutto avviene però all’interno di un perimetro che mi piace definire mobile. Così l’equilibrio appena accennato e il “perimetro mobile” diventano i due elementi che dialogano tra di loro, secondo un’evoluzione spesso deterministica ma non sempre prevedibile, proprio perché frutto delle azioni umane.
A questo quadro introduttivo mi piace aggiungere una terza variabile: la regola.
Se ci concentrassimo per un momento sull’operatività quotidiana aziendale ci renderemmo conto che le aziende sono subissate di regole formali e informali, spesso oggetto anche di imprescindibili manuali interni, che mi spingono ad indagarne la reale utilità, e non al fine di aggiungerne delle altre, ma per trovare il valore e il limite massimo dello scostamento. È qui che torna il concetto di equilibrio, cioè quel giusto rapporto tra applicazione della regola e capacità, a volte anche creativa, di discostarsene.
Infatti la presenza di regole da un lato crea delle certezze nei comportamenti, magari condivise con il proprio manager o team leader, ed espone il soggetto ad un margine di rischio limitato, ma dall'altro esclude ogni possibilità di generare scelte creative e innovative, che si potrebbero tradurre in un “guadagno” collettivo. Tale possibilità non vuole giustificare un’azione indiscriminata o anarchica, ma piuttosto può creare condizioni ad alto valore aggiunto, dopo aver delineato e condiviso il perimetro dentro il quale effettuare le scelte. E se allargassimo lo sguardo potremmo immaginare, ognuno al proprio livello, un perimetro che è più o meno ampio in funzione del proprio ruolo e che è mobile in funzione di tempi e obiettivi condivisi, secondo un sistema “rolling”. Quindi un manager, o chiunque è chiamato a coordinare delle risorse, dovrebbe sforzarsi di far comprendere non la regola ma il “perimetro mobile” entro il quale operare, lasciando poi libera l’azione professionale.
È proprio questa libertà che apre il tema dell’allineamento dei comportamenti del singolo alla realtà aziendale e tutte le azioni da intraprendere affinché l’atteggiamento alla vita del singolo sia autonomo, ma coerente alla mission aziendale. L’attuale situazione lavorativa, dovuta all'emergenza del Covid-19, si presta a rendere questo perimetro più mobile e più ampio, perché il controllo sulle azioni delle proprie risorse risulta spesso parzialmente limitato. L’uso della tecnologia permette di mantenere costante il rapporto nella gestione delle attività, ma crea un inevitabile spazio di autonomia che va nella direzione di quel perimetro mobile di cui sopra.
Ritornando al problema inizialmente delineato dovremmo ragionare su come organizzare le attività, al fine di adeguare il mindset delle risorse. Chiarire con più vigore gli obiettivi aziendali, sia a breve che a medio-lungo termine permetterebbe una migliore tempificazione delle attività. Allo stesso tempo dovremmo favorire percorsi di “allenamento” alla creatività, al pensiero laterale e all’autonomia con l’obiettivo non di generare necessariamente idee “diverse”, ma piuttosto di comprendere la vera utilità nel discostarsi dalla prassi.
Tutto ciò può avvenire strutturando e avviando attività di training nelle realtà aziendali che favoriscano, grazie alla perseveranza e alla condivisione degli obiettivi, l’allenamento di quanto detto.
Se ragionassimo anche su degli strumenti che possano migliorare la condivisione e la capitalizzazione delle informazioni dovremmo dedicare maggior attenzione a quelli informatici che possano rendere più smart il processo, come ad esempio l’uso delle blackboard virtuali. L’attivazione di blackboard tematiche e selettive degli interlocutori permetterebbe l’istantanea condivisione, tra le risorse impegnate al progetto, dell’avanzamento delle attività e migliorerebbe la circolazione delle informazioni, nonché l’efficienza del lavoro.
Questa eccezionale occasione può essere vista come un’opportunità per i manager e i team leader, i quali possono comprendere la capacità delle proprie risorse di sapersi adeguare al nuovo sistema di relazioni nonché la loro propensione alla ricerca di soluzioni, non sempre mediate o condivise. Ecco perché quanto detto troverà una base certa di sviluppo se le risorse condivideranno un sistema valoriale e aziendale allineato.
Quindi, ingabbiare il sistema in processi di controllo e di regole, se per molti rappresenta la propria zona di comfort, può in alcuni casi limitare il pensiero e non creare “business value”.
Partire da un perimetro mobile, riempirlo di azioni allineate favorendo l’allenamento a comportamenti creativi, “rischia” di generare nuovi equilibri con un plusvalore non trascurabile, anche al tempo del Covid.