
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 10 lug 2025
- 4 giorni
- Class
- Inglese
For participants of large listed companies to enrich their knowledge with elements, both intrinsic and unfolding, to further develop their governance and leadership skills.
Quando si parla di politica in ambito organizzativo, la reazione è spesso di fastidio o diffidenza. Il termine evoca giochi di potere, manovre opache, interessi personali che ostacolano il bene comune. Eppure, questa è solo una parte – e forse la più superficiale – della realtà.
La politica organizzativa, in senso tecnico, non è altro che l’insieme delle dinamiche informali attraverso cui le persone influenzano decisioni, costruiscono alleanze, gestiscono interessi divergenti. Non è un’anomalia del sistema, ma una sua componente fisiologica: ogni organizzazione è fatta di individui con visioni, priorità e vincoli diversi. La politica, in questo contesto, è il modo attraverso cui si negozia l’azione collettiva.
Il punto non è quindi “se” fare politica, ma “come”. E, soprattutto, con quale livello di consapevolezza e integrità ci si muove in questo terreno.
Per un leader, ignorare la politica significa spesso restarne vittima. Ma aderirvi ciecamente, piegandosi a logiche manipolatorie, può compromettere valori, credibilità e impatto. Navigare la politica richiede lucidità, senso etico e capacità relazionali. Più che un'abilità da “imparare”, è un equilibrio da coltivare.
Come in ogni situazione complessa, non esiste una ricetta unica: ciò che conta è la capacità di fermarsi, osservare e porsi le domande giuste per restare in equilibrio tra efficacia, relazioni e integrità. Tra queste, eccone tre che possono iniziare a indirizzarci:
Qual è la posta in gioco?
Ogni scelta politica ha un impatto. Vale la pena chiedersi cosa c’è davvero in gioco: è un tema di visibilità personale, di efficacia decisionale, di protezione del team? Chiarire la posta aiuta a decidere come muoversi.
Quali sono gli interessi in campo – espliciti e impliciti?
Spesso la politica si gioca su piani non detti: ambizioni, timori, lealtà, equilibri pregressi. Un buon leader osserva, ascolta e interpreta senza giudicare, per comprendere le forze invisibili che agiscono sul tavolo.
Sto agendo in coerenza con i miei valori?
Questa è forse la domanda più importante. In un contesto politico, mantenere la propria integrità è ciò che distingue un leader opportunista da un leader autorevole. Non sempre la coerenza porta vantaggi immediati, ma è la base della fiducia nel lungo periodo.
In fondo, la politica – come la leadership – è l’arte del possibile. E sta a noi decidere quale possibilità generare, con chi e per cosa.