Con questa affermazione, Vince Lombardi, grande allenatore di football americano, descrive il proprio ruolo e sottolinea l’importanza, in qualità di coach, di non limitarsi al “Si fa così perché te lo dico io”, ma di motivare i propri collaboratori facendo leva sulla loro curiosità e capacità di comprendere il perché di certe scelte.
Un tempo, la struttura standard adottata all’interno della quasi totalità delle organizzazioni era quella definita top-down. Una persona al vertice incaricata di “comandare e controllare” mentre tutti i collaboratori erano responsabili della mera esecuzione degli ordini ricevuti. Il ritmo del loro lavoro era scandito dai mansionari, libri composti da pagine e pagine contenenti istruzioni dettagliate su come procedere a seconda del compito che veniva assegnato. L’esistenza e la validità di quei manuali non era messa in discussione perché le mansioni erano sempre le stesse e potevano durare vent’anni, se non di più. Oggi questo modello sta diventando sempre più obsoleto. Il ritmo VUCA – acronimo inglese che riassume i tratti principali della nostra epoca, ovvero volatilità, incertezza, complessità e ambiguità – ha ormai preso il sopravvento. Tutto intorno a noi ci testimonia che spesso il cambiamento è l’unica costante.
Nel contesto odierno, si sta affermando sempre più un modello basato su collaborazione, fiducia e proattività di tutti i componenti di un team o di una organizzazione. Proprio perché di fronte a contesti complessi si rende necessaria un’intelligenza collettiva.