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Il peso del coraggio

Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare.

 

Al contrario di quanto afferma Don Abbondio ne I Promessi Sposi, leader coraggiosi si diventa, non si nasce. È di fronte alle avversità, come quella vissuta nell’ultimo anno, che i leader mettono alla prova la loro abilità nel rendere migliori se stessi, gli altri e il contesto intorno a loro, quando la posta in gioco è alta e le circostanze sono, almeno apparentemente, avverse.

 

“Per gran parte della nostra vita siamo afflitti da crisi. I leader coraggiosi non sono intimiditi. Si rendono conto che, nel mezzo della turbolenza, c'è un'opportunità straordinaria per crescere”, dice Nancy Koehn, docente ad Harvard Business School.

 

Il coraggio non si materializza all’improvviso, va nutrito, coltivato. Occorre tempo, certamente. Ma rappresenta una skill chiave in qualunque contesto di incertezza, dove, di fronte a dubbi e pericoli, l’essere umano potrebbe soccombere.

 

Se è una capacità che si può coltivare, da dove partire? Cosa caratterizza e ha caratterizzato i tanti che nel corso della storia hanno dimostrato grande coraggio nell’affrontare le sfide che la vita gli ha posto innanzi?

1. Obiettivi chiari

Nelson Mandela

Nelson Mandela viene arrestato nel 1948 con l’accusa di promuovere attività anti-organizzative contro il governo sudafricano. Il suo obiettivo era chiaro: la lotta al concetto di diversità, e l’equità dei diritti tra bianchi e neri. Trascorre 27 anni in carcere, senza mai arrendersi e scendere a compromessi. Si dichiara perfino pronto a morire in cella per le sue idee. Viene rilasciato nel 1990 dal presidente sudafricano De Klerk, e insieme mettono fine all’ Apartheid. Nel 1999 Nelson Mandela diventa presidente del Sudafrica, e simbolo della lotta per i diritti dell’uomo per tutta l’umanità.

2. Focus su esperienze positive e punti di forza

Stephen Hawking

Stephen Hawking ha dimostrato la sua genialità fin da bambino, ottenendo sempre risultati straordinari, nonostante la sua iniziale difficoltà nell’imparare a leggere. A 21 anni, una malattia degenerativa lo condanna su una sedia a rotelle, rendendolo completamente disabile ed incapace di comunicare; Hawking rappresenta però l’esempio di come le circostanze possono condizionare la nostra vita, ma questo non implica necessariamente subirle. Inizia a interagire con il mondo attraverso un sintetizzatore vocale. Nonostante questo ostacolo, la sua dedizione e passione per l’universo contagia le masse e la sua capacità di divulgare concetti apparentemente impossibili è fuori dal comune. Rimane nella storia la sua affermazione: “Ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi. Per quanto difficile possa apparire la vita, c'è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire”.

3. Pazienza e Passione

Thomas Edison

Per Thomas Edison il fallimento non è mai stato un ostacolo, anzi. A 10 anni abbandona la scuola perché i maestri non fanno altro che ripetergli che “è troppo poco intelligente”. Inizia a lavorare e subito viene licenziato perché “improduttivo”. Per lui questo rappresenta un’opportunità per rimettersi nuovamente in gioco, dedicandosi a ciò che più lo appassionava. Nel corso della sua vita, ottiene il record di 1.093 brevetti registrati a suo nome. Serviranno 1000 tentativi falliti per costruire la prima lampadina ad uso commerciale. “1000 gradini per il successo”, li chiamerà Edison, per sottolineare come nessuno di questi sia stato in realtà un fallimento, ma un’occasione e un passaggio necessario per avvicinarsi sempre più alla meta. Edison entra, così, nella storia come uno dei più grandi inventori e imprenditori di sempre.

4. Onestà

Katharine Graham

Katharine Graham diventò la prima donna CEO di Fortune 500 nel 1972, in qualità di CEO della società Washington Post. Ha diretto il quotidiano statunitense in un momento cruciale della sua storia. Fu proprio nel 1972, che scoppiò lo scandalo politico del Watergate, che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon. La Graham e il redattore Bradlee avevano già sperimentato in precedenza delle difficoltà legate alla pubblicazione del contenuto dei Pentagon Papers; quando i reporter del Post Bob Woodward e Carl Bernstein gli sottoposero l’inchiesta sulla cospirazione, non solo decisero di appoggiare i loro rapporti investigativi, ma li pubblicarono quando poche altre agenzie di stampa si sarebbero rese disponibili ad esporre tale questione. In seguito a questo fatto, la Graham fu oggetto di una delle minacce più note nella storia giornalistica americana. Nonostante questo non smise mai di rivendicare il diritto della stampa di pubblicare la verità.

 

Diventare leader coraggiosi non è immediato. Ma è una decisione che ognuno può prendere, perché ad ognuno è posta una qualche sfida. Piccola o grande che sia.

E, come scrive Milena Gabanelli in uno dei suoi articoli:

il coraggio è un confine esistenziale che la storia ha posto, e pone… Chi lo ha varcato ha cambiato il mondo.

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