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Fuori dalla comfort zone, ma perché?

Quando si parla di futuro, di crescita, di cambiamento si sente spesso ripetere “è necessario uscire dalla propria zona di comfort”. Cos’è la zona di comfort innanzitutto? È quello stato in cui tutto ci risulta familiare, ci sentiamo a nostro agio, e le nostre vulnerabilità e incertezze sono ridotte al minimo. È quel perimetro entro il quale tutto ci sembra sotto controllo. Sembra. Poi la vita si presenta, con i suoi piccoli o grandi imprevisti. E volenti o nolenti dobbiamo fare un passo verso ciò che conosciamo meno o che non abbiamo mai sperimentato. E questo ci crea stress.

 

Nel 2013, un gruppo di ricercatori della Stanford University e della Florida State University hanno condotto uno studio in cui hanno coinvolto un campione di circa quattrocento individui di età compresa tra i diciotto e i settantotto anni, e hanno chiesto loro di esprimere il loro grado di accordo rispetto alla frase:

 

Taking all things together, I feel my life is meaningful

 

Dopo aver raccolto le risposte, i ricercatori hanno analizzato ciò che differenziava chi era assolutamente d’accordo rispetto a chi invece era del parere opposto. In altri termini, si sono chiesti cos’è che contribuisce a far sì che la nostra vita sia colma di significato?

 

Con grande sorpresa scoprirono che lo stress era una dei fattori che maggiormente contribuiva a rendere la vita delle persone meaningful. Le persone che in passato avevano vissuto eventi stressanti o che lo stavano sperimentando nel presente erano quelle maggiormente d’accordo con l’affermazione proposta.

Perché il legame tra stress e significato è così forte?

Gli studiosi affermano che in primis questo è dovuto al fatto che le esperienze che ci fanno crescere e che ci fanno scoprire la nostra ragion d’essere in quanto esseri umani, sono proprio quelle esperienze in cui ci è chiesto di uscire dalla nostra zona di comfort, di diventare più vulnerabili, di esporci. Una maggior responsabilità in ambito lavorativo, la crescita di un figlio, la cura di un’amicizia, una malattia. Tutte situazioni in cui dobbiamo raggiungere obiettivi complessi ma importanti se non addirittura fondamentali. E se queste esperienze non sono già di per sé cariche di significato, spesso e volentieri sono comunque momenti che scatenano in noi la ricerca di quest’ultimo. Lo stress, quindi, come ci ricorda la psicologa Kelly McGonigal, non è necessariamente negativo, proprio perché a volte rappresenta quel tipo di esperienza che ci consente di creare significato nelle nostre vite e una maggior comprensione del mondo.

 

Allora la domanda da un milione di dollari è:

Come si fa a rimanere nella zona di stress positivo nella gestione del sé e degli altri, senza sfociare in quello che si definisce stress negativo, causa di serie malattie a livello psico-fisico?

Domanda più che legittima perché in effetti, senza stress (né positivo né negativo), si rischia la noia e il mancato utilizzo e sviluppo del proprio potenziale. Dall’altra parte, un eccessivo livello di stress può portare a gravi conseguenze come il noto burnout.

 

 

La verità è che purtroppo spesso non possiamo permetterci il lusso di scegliere tra una vita ricca di stress e una vita che ne sia priva. Quello che però possiamo fare è scegliere come vivere i momenti che ci causano stress. Possiamo viverli come inutili e irragionevoli imposizioni ricevute dall’alto, che ci limitano o rendono impossibile il raggiungimento di determinati obiettivi che ci eravamo prefissati. Oppure, possiamo viverli come momenti in cui ci interroghiamo rispetto al significato di ciò che viviamo, per guadagnare nuove prospettive e affermare assertivamente quelli che sono i nostri valori.

 

Uscire dalla nostra zona di comfort non ci viene facile, naturale, anche perché spesso il “quando” è difficilmente predicibile; eppure, come testimoniato in molteplici studi in ambito manageriale e sanitario, il fatto stesso di vivere questi momenti con curiosità, grinta e apertura può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta.

 

Anche il modo dello sport ce lo ricorda, perché, come dicevano due grandi campioni come Joe Louis e Mike Tyson:

 

Una volta che la lotta ha inizio, tutto è incerto, tranne l’energia e il desiderio di vincere dei combattenti.

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