MBA, un anno vissuto ad alta intensità

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IL 5 E 6 MAGGIO, L'EDIZIONE 2017 DELLA MBA REUNION DI BOCCONI ALUMNI COMMUNITY E SDA BOCCONI, CHE QUEST'ANNO CHIAMA A RACCOLTA 32 CLASSI. TRE DIPLOMATI MBA RICORDANO LA LORO ESPERIENZA NEL PROGRAMMA.

L'intensità dello studio, le relazioni che restano per la vita, quella sintonia che può nascere solo dal confronto continuo, mediato attraverso attività impegnative come i lavori di gruppo. L'esperienza dell'MBA è più della somma delle sue parti, come traspare dai racconti di chi l'ha vissuta.
 
Spesso è stata paragonata all'esperienza della Scuola ufficiali, quando ancora esisteva la leva militare: “Io ho fatto entrambi, MBA e Scuola ufficiali e la similitudine centra il punto”, commenta Luca Sorteni, MBA 21 (1996) e tra i fondatori della primissima associazione che riuniva gli alumni MBA, prima della nascita della Bocconi Alumni Community. “Si passa molto tempo insieme e si deve collaborare per arrivare a un obiettivo comune. Si possono creare tensioni nei momenti di stress, ma si cementa l'amicizia”. C'è però una differenza, e non di poco conto: “Nell'MBA è fondamentale studiare le caratteristiche peculiari di ognuno, perché è fondamentale integrare le proprie competenze”. Sorteni porta l'esempio personale: arrivato relativamente tardi in SDA Bocconi, “a 33 anni, con diversi anni di esperienza professionale alle spalle e due figli”, si è trovato a confrontarsi con colleghi spesso più giovani nella sua classe. E da questo confronto, “si impara un'altra delle lezioni straordinarie: l'umiltà di riconsiderare la propria età e la propria esperienza professionale”. Perché, per esempio nei lavori di gruppo, chiunque, per quanto giovane e meno esperto, “poteva portare una proposta interessante da integrare nel lavoro”.
 
D'altronde, il tratto sfidante di quei mesi d'aula, non può che essere proprio il confronto, in un ambiente fortemente internazionale (soprattutto nelle classi in inglese, dove spesso nove su dieci degli studenti sono stranieri) così variegato. “C'è l'avvocato sudamericano, c'è il civil servant inglese, c'è l'uomo di finanza giapponese. In una stessa classe ci possono essere partecipanti da 50 paesi diversi e con le professionalità più disparate, ma senza il fil- rouge, che di solito si ritrova nelle multinazionali, di un'unica cultura aziendale”, racconta Fabio De Silvestri, MBA 27 (2002). La sfida, dunque, è trovare la quadra quando le deadline si fanno vicine “ma questo è proprio una delle occasioni di crescita personale di questa esperienza”. Un'altra è la prospettiva che lo studio del MBA lascia: “Bisogna ricordare che si tratta di un programma che non è pensato per consegnare hard skill in ogni settore, anche perché sarebbe praticamente impossibile. Ti consegna invece una conoscenza di base in numerosi ambiti dandoti, ed è questa la sua forza, una visione orizzontale molto ampia e che spesso cambia completamente il modo di approcciare la propria attività in seguito”, continua De Silvestri. “Ricordo, ad esempio, che frequentavamo moduli molto interessanti studiati per astrarre e apprendere comportamenti aziendali diversi in situazioni simili”.
 
Intensità, confronto, visione. E relazioni. “La prima cosa che mi viene in mente ripensando a quei giorni”, ricorda Andrea Delogu, MBA 30 (2005), “sono i legami. Fu un anno difficilissimo, per la pressione, ma lo rifarei anche domani. E lo proporrei anche a chi vuole fare qualcosa in più della propria vita. Oppure, a chi vuole capire cosa non farne: perché è un anno in cui impari a focalizzarti. Alla fine, comunque, studio a parte, ciò che ti resta sono i rapporti con le persone. E la consapevolezza di aver passato un anno speciale”. Se dovesse dare un consiglio a chi sta pensando a un MBA? Delogu non ha dubbi: “Se stai già pensando di farlo, allora dovresti farlo”.
 
Sensazioni, ricordi, racconti di un'esperienza speciale che torneranno alla memoria anche i prossimi 5 e 6 maggio, quando si terrà l'edizione 2017 della MBA Reunion di Bocconi Alumni Community e SDA Bocconi. Trentadue le classi coinvolte quest'anno, tra le quali anche quelle di Luca, Fabio e Andrea, e un ricco programma di continuous learning e di networking. Tra le sessioni plenarie, ad esempio, gli speech di Frances Ouseley, direttore di EasyJet Italia, e di Sara Ferrero, ceo di Valextra e partner di Neo Investment Partner LLP.

Fonte: ViaSarfatti25

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