“The Italian code” è il blog su Made in Italy e industrie a elevato contenuto simbolico, curato da Gabriella Lojacono.
Secondo Bain & Company, mentre la maggior parte delle categorie del lusso ha registrato una stagnazione nel 2024, beauty e occhialeria si sono distinte, crescendo tra il +3% e il +5%. L’Italia conferma la sua supremazia globale nella produzione di occhiali, e un’analisi più approfondita dei dati UN Comtrade rivela un fatto sorprendente: incredibile ma vero, oggi l’Italia esporta più occhiali che pasta – un cambio simbolico nella narrazione industriale del Paese.
Aggregando i codici doganali 9003 (montature) e 9004 (occhiali da sole e da vista), le esportazioni italiane hanno raggiunto i 5,51 miliardi di euro, superando i 4,68 miliardi delle esportazioni di pasta. E focalizzandoci solo sugli occhiali da sole, l’Italia è leader globale indiscussa, con oltre 75 milioni di paia esportate, presenti sui volti dei consumatori più attenti alla moda da New York a Parigi, da Berlino a Londra. Ancora più impressionante è l’ascesa di mercati come Cina, Medio Oriente e Corea del Sud, oggi tra i primi 15 partner commerciali dell’Italia per l’occhialeria – un’anomalia rispetto al quadro più ampio dell’export italiano, ma tutt’altro che casuale.
Perché? Perché, come il beauty, l’occhialeria è uno dei gioielli della corona italiana, un settore dove creatività e artigianalità si incontrano, affinate nel corso delle generazioni. Questa tradizione è particolarmente radicata nel Veneto, sede di un denso ecosistema di produttori altamente specializzati. Qui, il saper fare artigianale si è a lungo unito alla precisione industriale, consolidando lo status dell’Italia come motore creativo e manifatturiero che alimenta le più prestigiose maisons del mondo.
Oggi l’occhialeria è molto più di un accessorio funzionale: è una categoria essenziale, spesso d’ingresso, nel mondo della moda di lusso. Collega la narrazione delle passerelle stagionali all’innovazione di prodotto e alla coerenza cross-category. In Italia, le maisons globali trovano non solo eccellenza produttiva, ma anche capacità progettuale, competenze in R&S e standard qualitativi impareggiabili.
Non è quindi un caso che giganti del lusso come Kering abbiano rafforzato i propri investimenti nell’occhialeria italiana. L’ultimo esempio è l’acquisizione, da parte di Kering Eyewear, di Lenti, azienda storica nota per la produzione di lenti di alta gamma e componenti ottici. Con questa operazione, Kering Eyewear rafforza la propria strategia di integrazione verticale e consolida la propria presenza in Italia.
Fondata nel 2014 sotto la guida di Roberto Vedovotto, Kering Eyewear è cresciuta in modo esponenziale, raggiungendo circa 1,6 miliardi di euro di ricavi nel 2024 con un impressionante tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 76%. Il successo deriva non solo dai marchi in portafoglio al gruppo Kering, ma anche da prestigiose partnership esterne (come Richemont per Cartier e altri marchi), acquisizioni strategiche e la costruzione di una piattaforma industriale d’eccellenza.
Quando ho intervistato Vedovotto, è stato chiaro: Kering Eyewear non è affatto un’attività secondaria, ma un pilastro strategico delle ambizioni globali del gruppo, con un impegno verso l’Italia serio, duraturo e profondamente radicato nella convinzione che qui, più che altrove, l’occhialeria di lusso trovi la sua casa naturale.
Roberto Vedovotto, Fondatore, Presidente e CEO di Kering Eyewear. Courtesy of Kering Eyewear
Interpretazione della performance del mercato
GL: Bain evidenzia l’occhialeria come uno dei soli due segmenti del lusso in crescita nel 2024 (+3–5%). Quali fattori ritiene stiano sostenendo questa resilienza, soprattutto in un mercato del lusso altrimenti stagnante? È un piccolo lusso accessibile o c’è qualcosa di unico nel design, nella produzione, nel merchandising e nella strategia retail delle aziende?
RV: È importante ricordare la natura protettiva e medicale degli occhiali: gli occhiali da sole proteggono dalle radiazioni solari, mentre gli occhiali da vista correggono i difetti della vista in un contesto di crescente invecchiamento della popolazione, di prolungata esposizione agli schermi causata da un più alto utilizzo di dispositivi digitali, e di maggiore consapevolezza della propria salute. Gli occhiali aiutano tutti noi a vedere meglio e migliorano la nostra qualità della vita, e questa funzionalità è certamente fondamentale per assicurare una certa resilienza alla categoria. Inoltre, nell’ambito dell’occhialeria di lusso, gli occhiali da sole e da vista hanno l'ulteriore vantaggio di essere una categoria di prodotto molto aspirazionale, in grado di attrarre consumatori che desiderano accedere a marchi di fascia alta ma a un prezzo relativamente accessibile. Di conseguenza, gli occhiali possono contare su trend relativamente stabili, diventando quindi una categoria strategica per i marchi del lusso, soprattutto nei periodi di forte volatilità del mercato.
Razionale della strategia di start-up nel 2014
GL: Kering Eyewear è stata lanciata nel 2014 e ha sede a Padova, dove sono radicati design, prototipazione e rete dei fornitori. Cosa ha motivato questa scelta e quanto è stata importante la localizzazione in Italia per il vostro successo?
RV: L'Italia, e in particolare il Veneto, è la culla dell'industria dell'occhialeria. Il Cadore, infatti, sede di un significativo numero di produttori e aziende specializzate nel settore, si è storicamente affermato come il distretto dell'occhialeria per eccellenza. Non c'era quindi luogo migliore per fondare Kering Eyewear, un'azienda che si è sempre impegnata nella creazione di prodotti dal design straordinario e di eccellente qualità e che, fin dalle sue origini, ha costruito solidissimi rapporti con i migliori fornitori locali.
Spiegazione dell’eccezionale crescita di Kering Eyewear
GL: Kering Eyewear è l’unica attività all’interno del gruppo Kering a registrare una crescita significativa. Può condividere alcuni indicatori chiave di performance – come l’andamento dei ricavi, i margini e la penetrazione di mercato – per contestualizzarne il successo?
RV: Kering Eyewear ha chiuso il 2024 (ad appena dieci anni dalla sua fondazione) con un fatturato record di circa 1,6 miliardi di euro (+6% su base comparabile e +5% su base reported rispetto al 2023) e un EBIT di 277 milioni di euro. Nonostante le difficili condizioni di mercato e l'instabilità politica, anche il primo semestre del 2025 è stato positivo, con un fatturato in crescita rispetto allo stesso periodo del 2024 (+2% su base comparabile e +1% su base reported). Grazie a un approccio di vendita e distribuzione che garantisce solide relazioni con i clienti e una presenza diretta nei mercati più strategici, Kering Eyewear serve circa 30.000 clienti (tra gli ottici e i retailer multicategoria) e 60.000 punti vendita in 150 paesi in tutto il mondo.
Il ruolo della crescita inorganica e delle acquisizioni
GL: Quanto dell’espansione di Kering Eyewear è interna e quanto deriva da acquisizioni? Ci sono operazioni o partnership che hanno avuto un impatto decisivo in questa crescita?
RV: Siamo determinati a realizzare il potenziale di tutti i brand del nostro portafoglio, siano essi di proprietà dei nostri azionisti Kering e Richemont o direttamente di Kering Eyewear; infatti, ognuno di questi marchi ha contribuito alla crescita dell'azienda nel corso degli anni. LINDBERG e Maui Jim, i nostri marchi di proprietà specializzati rispettivamente in montature da vista di lusso ed esclusivi occhiali da sole ad alte prestazioni, hanno rappresentato un'aggiunta importante al business, ma abbiamo anche la fortuna di poter contare su brand della moda e del lusso, come Gucci e Cartier, che sono tra i più affermati e meglio posizionati nel settore dell'occhialeria.
Strategia di produzione e decisioni offshore
GL: Kering Eyewear ha esternalizzato parte della produzione in Asia? Se sì, quali sono stati i principali benefici e compromessi? Ridurre i tempi di consegna o sfruttare competenze locali sui materiali?
RV: Un numero molto limitato e altamente selezionato di fornitori di Kering Eyewear ha sede in Asia, principalmente in Giappone. Un altro distretto storico, infatti, è da sempre situato nella prefettura giapponese di Fukui, dove le aziende sono specializzate nella produzione di occhiali di qualità eccezionale, prevalentemente in titanio. Collaborare con i produttori di quell'area ha permesso a Kering Eyewear di accedere a soluzioni tecniche e qualitative uniche per i suoi prodotti, grazie a know-how e competenze molto specifiche nella lavorazione del titanio, difficilmente reperibili altrove.
Ragioni dell’acquisizione di Lenti nel 2025
GL: Nel tempo, molte aziende dell’occhialeria hanno internalizzato la produzione. Nel giugno 2025, Kering Eyewear ha acquisito Lenti, allineandosi alla tendenza all’integrazione verticale nel settore del lusso. Può spiegare la logica strategica – ad esempio controllo qualità, tutela del know-how, sicurezza dei volumi e resilienza della filiera?
RV: L'integrazione verticale, sia a monte che a valle, può avere molteplici scopi: per esempio, garantire resilienza e stabilità, aumentare il controllo e la garanzia della qualità, migliorare i margini, accelerare l'innovazione, accedere direttamente ai consumatori finali, ridurre la dipendenza da terze parti. Kering Eyewear ha cominciato a integrarsi verticalmente nel 2017 con l'aggiunta, attraverso la partnership con il Gruppo Richemont, di Manufacture Kering Eyewear, stabilimento produttivo in Francia dedicato a Cartier. Nel corso degli anni, abbiamo fatto investimenti mirati in alcuni dei nostri partner più importanti, consolidando la nostra strategia di sviluppo industriale che si affida sia all'outsourcing sia alla nostra capacità produttiva interna. Tra gli altri investimenti vi sono una quota di maggioranza in Trenti, azienda cadorina produttrice di montature in acetato e metallo, l'acquisizione di UNT, azienda francese produttrice di componenti metallici ad alta precisione, con sede nel Giura, l'acquisizione di Visard e di una quota di minoranza in Mistral, due aziende bellunesi specializzate rispettivamente nella produzione di occhiali in iniettato e acetato. La nostra ultima acquisizione, Lenti, aggiunge un’ulteriore area di competenza alla piattaforma industriale di Kering Eyewear e rappresenta per l’azienda una straordinaria opportunità per aggiungere delle competenze interne per la realizzazione di lenti da sole Made in Italy, coniugando qualità e funzionalità eccezionali con ulteriori capacità di ricerca e sviluppo.
Esclusività e contributo di Lenti
GL: Lenti lavorerà esclusivamente per Kering Eyewear? Quali competenze o asset specifici – come tecnologia delle lenti, capacità produttiva o R&S – porta al gruppo?
RV: Lenti è specializzata nella produzione e commercializzazione di lenti per occhiali da sole, ma anche prodotti extra-ottici come visiere e altre componenti protettive per l’illuminazione e per l’industria automobilistica e motociclistica. Lenti porterà la sua eccellenza all’interno di Kering Eyewear con prodotti caratterizzati da eccezionale qualità, innovazione tecnologica ed elevate prestazioni.
Piani futuri di investimento e sviluppo
GL: Guardando al futuro, quali investimenti sono previsti per Lenti? Ci sono iniziative per ampliare la produzione, integrare l’IA nella R&S o sviluppare lenti premium?
RV: La nostra ambizione è quella di far leva sull’inestimabile know-how e sulle tecnologie di Lenti per studiare soluzioni innovative per lo sviluppo di lenti da sole “Made in Italy” da applicare ai nostri prodotti tutti posizionati nel segmento di fascia alta.
Outlook: Proseguimento della strategia di integrazione a monte
GL: Kering Eyewear prevede ulteriori integrazioni a monte tramite acquisizioni o partnership? Quanto lontano a monte – in materiali, componenti o tecnologia – immaginate di spingervi con questa strategia?
RV: La flessibilità è fondamentale nella strategia di approvvigionamento di Kering Eyewear; infatti, vogliamo mantenere la nostra produzione bilanciata tra la nostra rete di partner esterni di lunga data, fidati e altamente selezionati, e le nostre capacità produttive. Oggi la nostra piattaforma interna può contare su diversi stabilimenti in Italia e in Francia e sugli impianti di produzione di LINDBERG.
Interpretazione della performance di mercato
GL: Bain evidenzia l’occhialeria come uno dei soli due segmenti del lusso in crescita nel 2024 (+3–5%). Quali fattori ritiene stiano sostenendo questa resilienza, soprattutto in un mercato del lusso altrimenti stagnante? È un piccolo lusso accessibile o c’è qualcosa di unico nel design, nella produzione, nel merchandising e nella strategia retail delle aziende?
RV: È importante ricordare la natura protettiva e medica dell’occhialeria: in generale, gli occhiali da sole proteggono dalle radiazioni solari, mentre gli occhiali da vista correggono difetti visivi in un contesto di invecchiamento della popolazione, maggiore esposizione agli schermi dovuta all’uso intensivo di dispositivi digitali e crescente consapevolezza della salute. L’occhialeria ci aiuta quindi a vedere meglio e migliora la qualità della vita, e questa funzionalità è sicuramente un elemento chiave che conferisce resilienza alla categoria. Inoltre, nel segmento del lusso, occhiali da sole e da vista godono del vantaggio di essere prodotti aspirazionali, capaci di attrarre consumatori desiderosi di accedere a marchi di alta gamma a un prezzo relativamente accessibile. L’occhialeria può quindi contare su tendenze relativamente stabili, diventando una categoria strategica per i brand del lusso, specialmente in tempi di volatilità.
Le ragioni della strategia di lancio nel 2014
GL: Kering Eyewear è stata lanciata nel 2014 e ha sede a Padova, dove sono radicati design, prototipazione e rete dei fornitori. Cosa ha motivato questa scelta e quanto è stata importante la localizzazione in Italia per il vostro successo?
RV: L’Italia, e in particolare il Veneto, è la culla dell’industria dell’occhialeria. In effetti, il Cadore – dove operano numerosi produttori e aziende specializzate nel settore – si è storicamente affermato come distretto dell’occhialeria per eccellenza. Non poteva esserci luogo migliore per fondare Kering Eyewear, azienda da sempre orientata alla creazione di prodotti di design superiore e qualità eccellente, che sin dall’inizio ha costruito rapporti solidissimi con i migliori fornitori locali.
Come si spiega la crescita eccezionale di Kering Eyewear
GL: Kering Eyewear è l’unica attività all’interno del gruppo Kering a registrare una crescita significativa. Può condividere alcuni indicatori chiave di performance – come l’andamento dei ricavi, i margini e la penetrazione di mercato – per contestualizzarne il successo?
RV: Kering Eyewear ha chiuso il 2024 con ricavi record intorno a 1,6 miliardi di euro (+6% a parità di perimetro e +5% a dati pubblicati rispetto al 2023) e un EBIT di 277 milioni di euro. Nonostante un contesto di mercato difficile e l’instabilità politica, anche il primo trimestre del 2025 è stato positivo, con ricavi in crescita rispetto allo stesso periodo del 2024 (+2% a parità di perimetro e +3% a dati pubblicati). Con un approccio commerciale e distributivo che consente forti relazioni con i clienti e una presenza diretta nei mercati più strategici, Kering Eyewear serve circa 30.000 clienti e 60.000 punti vendita in 150 Paesi.
Il ruolo della crescita esterna e delle acquisizioni
GL: Quanto dell’espansione di Kering Eyewear è interna e quanto deriva da acquisizioni? Ci sono operazioni o partnership che hanno avuto un impatto decisivo in questa crescita?
RV: Siamo impegnati nel valorizzare il potenziale di tutti i marchi nel nostro portafoglio, siano essi di proprietà dei nostri azionisti Kering e Richemont, o direttamente di Kering Eyewear. Tutti hanno contribuito alla crescita dell’azienda nel corso degli anni. LINDBERG e Maui Jim, nostri marchi specializzati rispettivamente in montature ottiche di lusso e occhiali da sole ad alte prestazioni, sono state acquisizioni preziose. Ma possiamo anche contare su maisons della moda e del lusso come Gucci e Cartier, tra le più affermate e ben posizionate nell’occhialeria.
Strategia produttiva e scelte di delocalizzazione
GL: Kering Eyewear ha esternalizzato parte della produzione in Asia? Se sì, quali sono stati i principali benefici e compromessi? Ridurre i tempi di consegna o sfruttare competenze locali sui materiali?
RV: Un numero molto ristretto e altamente selezionato di fornitori di Kering Eyewear ha sede in Asia, principalmente in Giappone. In effetti, un altro distretto storico si trova nella Prefettura di Fukui, in Giappone, ed è specializzato nella produzione di occhiali di qualità eccezionale, soprattutto in titanio. Collaborare con i produttori di quest’area ha permesso a Kering Eyewear di accedere a soluzioni tecniche e qualitative uniche per i propri prodotti, grazie a un know-how molto specifico nella lavorazione del titanio, difficile da reperire altrove.
Le motivazioni dell’acquisizione di Lenti nel 2025
GL: Nel tempo, molte aziende dell’occhialeria hanno internalizzato la produzione. Nel giugno 2025, Kering Eyewear ha acquisito Lenti, allineandosi alla tendenza all’integrazione verticale nel settore del lusso. Può spiegare la logica strategica – ad esempio controllo qualità, tutela del know-how, sicurezza dei volumi e resilienza della filiera?
RV: L’integrazione verticale – a monte come a valle – può avere molteplici obiettivi per le aziende del lusso: garantire resilienza e stabilità in un contesto geopolitico complesso, aumentare il controllo e la qualità, migliorare i margini, accelerare l’innovazione, accedere direttamente ai consumatori finali e ridurre la dipendenza da terzi. Kering Eyewear ha iniziato l’integrazione verticale nel 2017 con l’apertura della Manufacture Kering Eyewear in Francia, dedicata a Cartier, attraverso la partnership con il gruppo Richemont. Negli anni, abbiamo realizzato investimenti mirati in alcuni dei nostri partner più strategici, basandoci su una strategia industriale che combina esternalizzazione e capacità produttiva interna. Tra questi, la partecipazione di maggioranza in Trenti, azienda del Cadore specializzata in montature in acetato e metallo; l’acquisizione di UNT, azienda francese del Giura produttrice di componenti metalliche di alta precisione; l’acquisizione di Visard e di una partecipazione minoritaria in Mistral, due realtà del Bellunese specializzate rispettivamente nella produzione di occhiali in plastica iniettata e in acetato. L’ultima acquisizione – Lenti – aggiunge una nuova area di competenza alla piattaforma produttiva di Kering Eyewear e rappresenta un’opportunità per sviluppare internamente le competenze nella produzione di lenti da sole Made in Italy, combinando qualità eccezionale, funzionalità e capacità aggiuntive di R&S.
Esclusività e contributo di Lenti
GL: Lenti lavorerà esclusivamente per Kering Eyewear? Quali competenze o asset specifici – come tecnologia delle lenti, capacità produttiva o R&S – porta al gruppo?
RV: Lenti è specializzata nella produzione e commercializzazione di lenti per occhiali da sole, ma anche di prodotti extra-ottici come visiere e altri componenti per l’illuminazione, e per l’industria automobilistica e motociclistica. Lenti porterà la propria eccellenza in Kering Eyewear con prodotti contraddistinti da qualità eccezionale, innovazione tecnica di altissimo livello e prestazioni elevate.
Piani futuri di investimento e sviluppo
GL: Guardando al futuro, quali investimenti sono previsti per Lenti? Ci sono iniziative per ampliare la produzione, integrare l’IA nella R&S o sviluppare lenti premium?
RV: La nostra ambizione è valorizzare il prezioso know-how e le tecnologie di Lenti per studiare soluzioni innovative nello sviluppo di lenti da sole Made in Italy da applicare ai nostri prodotti di fascia alta nel segmento del lusso.
Prospettive: proseguire con la strategia di integrazione a monte
GL: Kering Eyewear prevede ulteriori integrazioni a monte tramite acquisizioni o partnership? Quanto lontano a monte – in materiali, componenti o tecnologia – immaginate di spingervi con questa strategia?
RV: La flessibilità è un elemento chiave della strategia di approvvigionamento di Kering Eyewear; per questo, intendiamo mantenere un equilibrio tra la nostra rete di fornitori esterni – selezionati, fidati e di lunga data – e le nostre capacità produttive interne. Oggi la nostra piattaforma interna include diversi impianti in Italia e in Francia, oltre agli stabilimenti produttivi di LINDBERG. Resta comunque forte l’interesse verso eventuali opportunità di investimento sul mercato per ulteriori integrazioni a monte e partnership con i migliori produttori.
L’integrazione verticale come piattaforma per l’innovazione. Più che una strategia di controllo, l’integrazione a monte consente sperimentazione e innovazione, accelerando lo sviluppo prodotto – dalle lenti alle montature – direttamente nei luoghi dove risiede il know-how.
Il valore dei marchi proprietari nella gestione del portafoglio. Un portafoglio arricchito da marchi proprietari, affiancati da collaborazioni strategiche, favorisce una crescita sostenibile e rafforza la capacità dell’azienda di rispondere alle dinamiche del mercato, sia sul piano creativo che commerciale.
Ascoltare i mercati globali, non solo vendere. La crescita in mercati tradizionali come gli Stati Uniti e in mercati non tradizionali come Cina, Medio Oriente e Corea evidenzia l’importanza di un ascolto locale e di strategie commerciali culturalmente intelligenti.
L’Italia come laboratorio vivente di innovazione. Il distretto veneto dell’occhialeria non è solo un polo produttivo, ma un terreno fertile per la R&S, la sperimentazione nel design e l’innovazione cross-settoriale – un modello di artigianato industriale unito all’agilità high-tech.
L’occhialeria come porta d’ingresso al lusso. Gli occhiali da sole e da vista non sono solo accessori funzionali – sono simboli culturali e punti di accesso alla marca, che uniscono forte appeal emotivo e maggiore accessibilità.
Una nuova visione per la crescita del lusso. In un contesto complesso, l’occhialeria dimostra che i settori storici possono essere reinventati. La formula? Disciplina industriale, pensiero creativo e il coraggio di investire dove tradizione e tecnologia si incontrano.