Sotto la lente

La sfida tecnologica per la formazione manageriale

La trasformazione della catena del valore per le istituzioni educative, in particolare nell’area della formazione manageriale, si è accelerata negli ultimi anni (e ovviamente l’uragano Covid-19 ha fatto la sua parte), rendendo il contesto estremamente dinamico, altamente competitivo per l’ingresso di nuovi competitor e fortemente permeabile alle nuove tecnologie di apprendimento, con una proliferazione di programmi online.

 

Di fatto, si è prodotta una frammentazione dei servizi, con il coinvolgimento di diversi attori esterni alle università e alle business school. In tale contesto, la formazione va concepita e ridisegnata come un ecosistema fondato concretamente sulla combinazione di un’esperienza di apprendimento arricchita digitalmente e di una comunità di studenti. A loro, grazie alla complementarietà di due piattaforme – di conoscenza e tecnologica – la formazione on line offre la possibilità di acquisire sviluppare o rafforzare un nuovo set di skill e competenze, all’insegna di una forte interattività. Un’interazione verticale, guidata dal docente che seleziona diversi tool e learning object con differenti livelli di coinvolgimento, e un’interazione orizzontale, grazie alla condivisione di conoscenze e esperienze tra gli studenti, la cui maggiore numerosità rispetto alla classe fisica rende il processo di apprendimento effettivamente community based.

 

Il punto chiave è come configurare tale ecosistema. Per le scuole di formazione esistono due elementi di vulnerabilità: fondarsi esclusivamente su contenuti sviluppati internamente rende più alto il rischio di obsolescenza, considerata la velocità attuale di sviluppo e diffusione di nuova conoscenze; d’altro canto, un’eccessiva esternalizzazione dei servizi rischierebbe di far perdere la guida dello sviluppo tecnologico.

 

Si è di fronte a una scelta strategica ineludibile: assumere il ruolo di orchestratori degli ecosistemi di online learning o diventare una parte, caratterizzata da unicità e specializzazione, di un ecosistema disegnato da altri attori. Nel primo caso, possono risultare decisivi: la selezione di una start-up ed-tech che assicuri un deciso avanzamento nei servizi connessi all’esperienza di apprendimento online; l’instaurazione di una forte partnership con piattaforme tech-based per raggiungere un’ampia comunità di studenti; l’integrazione di nuove tecnologie nei processi formativi e operativi. Nel secondo caso, lo sviluppo di una conoscenza unica e distintiva, unitamente a un importante capitale reputazionale, può essere di grande attrattività per le piattaforme formative.

 

Entrambi le opzioni presentano vantaggi e svantaggi, ma ci sono aspetti che rendono il ruolo di orchestratore una sfida particolarmente significativa: innanzitutto il fatto che internalizzare la trasformazione digitale dell’esperienza permette di dare meglio forma alle aspettative degli studenti, come dimostrano i risultati raggiunti in settori quali il gaming, la pubblicità, l’editoria; in secondo luogo molte start-up ed-tech hanno una maggiore expertise, rispetto ai decisori interni alla Scuola, nel disegnare l’esperienza digitale nativamente, il che li rende una buona controparte nel processo di acquisizione del ruolo proattivo di orchestratore; inoltre, ci sono già diversi elementi che stanno confluendo in una logica di ecosistema, come i processi di ammissione, il design dei percorsi di lifelong learning, l’attività di test e certificazione, l’analisi e mappatura di skill, il placement e l’orientamento.

 

Vista l’eterogeneità degli attori in gioco, l’ecosistema è chiamato a funzionare come una forma di «intelligenza collettiva» che favorisce la co-creazione di processi, di nuovi prodotti e servizi. L’elevata flessibilità del ruolo di orchestratore di un ecosistema può certo comportare alcuni rischi, quali l’eccessiva dipendenza da partner esterni, oppure la difficoltà di conciliare insegnamento e ricerca o addirittura effetti sull’identità stessa dell’istituzione formativa. Ma la sfida è lanciata e non si può non raccogliere.

 

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