Casi di management

Borgoluce: le scelte strategiche di un’azienda del prosecco

Grazie a una strategia a lungo termine e un approccio sostenibile, la famiglia Collalto è riuscita ad attivare economie di scopo, nuovi flussi di entrate e opportunità turistiche e commerciali per una delle più antiche aziende agricole d’Italia

La sfida

Creare risorse sufficienti per sostenere gli alti costi di manutenzione della tenuta e dei molti edifici storici al suo interno; tutto questo tramite una maggiore marginalità data dalla vendita dei prodotti coltivati o allevati (principalmente uva, cereali, foraggi, frutta e verdura, bovini, ovini e suini), e dall’avvio di attività complementari e business collaterali, comprensivi anche della produzione di energia pulita. Era questa la grande sfida a cui era chiamata la famiglia Collalto, proprietaria di Borgoluce, azienda agricola di 1200 ettari a Susegana (TV) con alle spalle una storia millenaria di produzione agricola e cura del territorio e del paesaggio.

 

Nel 2009 la famiglia Collalto decise di dare nuova vita all’azienda integrando la propria strategia a lungo termine con una visione rinnovata e riportando l’azienda alla sua antica multifunzionalità, un percorso fortemente motivato dai valori di Borgoluce, ma anche indispensabile per attivare economie di scopo, nuovi flussi di entrate e nuove opportunità turistiche e commerciali.

I numeri del caso

 

Azienda: Borgoluce

Settore: agricolo/viticoltura

Proprietà: famiglia Collalto

Zona: Susegana, provincia di Treviso

Tenuta: 3 tenute per un totale di 1200 ettari di terreno

 

La crescita del vino Prosecco sui mercati nazionali ed esteri rappresenta da diversi anni una grande opportunità per le aziende della regione Veneto, sia in termini di vendite di prodotto, sia come maggiori ricavi dalle attività connesse come l’enoturismo.

 

Un tale successo di mercato ha fatto aumentare il prezzo dell’uva, spingendo le aziende vinicole del territorio a intensificarne la produzione. Una scelta seguita anche dalla famiglia Collalto, che fin da subito ha deciso di investire in un nuovo vigneto di 90 ettari per far crescere la produzione di uva a circa 1120 tonnellate, decuplicando la produzione della varietà Glera, la varietà base di tutto il Prosecco. Il valore di 100 Kg di uva Glera arriva a superare i 150 euro, un valore decisamente più elevato di molte altre uve.

 

Per quanto onersoso, l’investimento nella nuova tenuta ha ottimizzato la forza lavoro e le competenze già presenti in azienda, ha permesso inoltre di aumentare i margini dell’attività agricola e di rafforzare la multifunzionalità e la circolarità all’interno dell’azienda. Questo primo passo del piano di lungo termine, ha portato a rivalutare e reintrodurre anche altre produzioni nel mercato B2C: farine, carni, salumi e latticini, come la pregiata mozzarella di bufala, sono oggi venduti attraverso lo store all’interno della tenuta, in grado di servire la provincia di Treviso con consegne a domicilio. Gli ottimi ritorni dell’investimento hanno convinto la famiglia a proseguire il percorso introducendo nuovi business, bilanciando diversificazione e multifunzionalità in una prospettiva di lungo termine.

 

Con l’aumento della produzione di uva in volumi e qualità, Borgoluce ha colto l’opportunità sia di creare un proprio marchio di vini – sfruttando in tal senso la sua posizione all’interno del terroir di Valdobbiadene – sia di investire in una cantina all’interno della tenuta che non fosse un impianto di lavorazione ma anche un ambiente distintivo per portare le esperienze turistiche di degustazione del vino a un nuovo livello. Data la grande disponibilità di edifici storici tradizionali sottoutilizzati, la famiglia Collalto ha deciso di sfruttare maggiormente tali asset, ristrutturando uno degli edifici per farne un agriturismo con ristorante e camere. Il nuovo edificio mescola linee moderne e lo stile originale degli edifici tradizionali di Borgoluce, integrandosi perfettamente nell’ambiente. L’aumento del turismo è stato possibile grazie anche a mirati investimenti in marketing, comunicazione e, soprattutto, competenze specialistiche che hanno fatto crescere l’appeal della tenuta.

 

La famiglia Collalto ha poi deciso di puntare sui vantaggi derivanti dalla produzione e dalla vendita di energia con un impianto di biogas il cui feedstock è alimentato direttamente dall’azienda agricola in maniera autosufficiente. Un asset, questo, che si è rivelato nel tempo estremamente prezioso per la circolarità dell’azienda e remunerativo.

 

Oggi Borgoluce sta affrontando una nuova sfida per ridurre al minimo l’impatto delle proprie attività attraverso l’introduzione progressiva delle pratiche sostenibili del biodinamico.

 

Le implicazioni

  • Le nuove sfide globali dell’agricoltura e dell’agribusiness aprono interessanti discussioni in termini di sostenibilità ambientale ed economica, a cui si legano le riflessioni sui benefici dell’economia circolare, sempre più evidente in diversi settori economici.
  • Il concetto di multifunzionalità permette un’analisi completa del business agricolo sotto diverse prospettive: fit strategico a lungo termine, scelte operative, valutazione degli investimenti e gestione del rischio, apertura a nuove linee di business. Inoltre, nella prospettiva multifunzionale, integrare il turismo nell’attività agricola è un passo avanti nella creazione di valore dei servizi culturali, enogastronomici e di valorizzazione del territorio.

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