
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 10 giu 2025
- 4,5 giorni
- Class
- Italiano
Individuare le possibilità di negoziazione, preparare efficacemente l’incontro, conoscere e applicare le tecniche negoziali e saper influenzare gli interlocutori.
“Non è questione di tenere il tempo, ma di conoscere, interpretare l’animo del musicista. Non ottenere le note, ma raggiungere, toccare i sentimenti dei musicisti della propria orchestra. Le note sono la concreta espressione dei sentimenti dei musicisti. Questo fa del mestiere del direttore d’orchestra il mestiere più difficile al mondo. Noi abbiamo un’idea della musica, che poi dobbiamo esprimere attraverso il movimento delle nostre braccia, che deve guidare gli strumenti, che vengono a loro volta suonati dai musicisti, che devono trasmetterla al pubblico. È un percorso molto lungo. Battere il tempo lo può fare chiunque. Esprimere la musica è, invece, un lavoro complesso.”
Con queste parole Riccardo Muti racconta il suo mestiere di direttore d’orchestra. Nello stesso discorso, il celebre direttore rivela come il suo ruolo sia un ruolo molto particolare: perché mentre al compositore si riconosce la bellissima musica che ha scritto, alla cantante la voce melodiosa e al musicista il modo straordinario che ha di suonare lo strumento, al direttore d’orchestra cosa rimane? Per cosa viene riconosciuto e ricordato? Dalle parole riportate di Muti si intuisce perfettamente la funzione chiave e delicata che, in realtà, il direttore d’orchestra assume.
Con i dovuti aggiustamenti, questo stessa dinamica riflette perfettamente ciò che caratterizza la missione di chiunque si ritrovi a occupare posizioni di leadership all’interno di un contesto organizzativo.
Chi ricopre oggi ruoli apicali non deve, infatti, desiderare necessariamente un ruolo da protagonista, bensì mettersi al servizio del contesto in cui si trova, privilegiando la crescita e lo sviluppo dei propri collaboratori. Capire che la performance è «l’espressione concreta dei sentimenti» dei propri collaboratori, e che quindi è estremamente importante capire tali «sentimenti» e le loro sfumature, è un passaggio fondamentale per fare poi corrette valutazioni. Ignorare o considerare superficialmente il fattore umano significa non essere lungimiranti. Significa accontentarsi di «battere il tempo» senza comprendere «il mondo» che si nasconde dietro le note, sempre riprendendo le parole di Muti.
Nella frenesia che caratterizza il mondo in cui viviamo, si ha spesso la tentazione di gestire i propri collaboratori, sottomettendoli al servizio delle stringenti necessità dell’organizzazione. La formula vincente sarebbe, invece, quella di conoscere e valorizzare strategicamente l’individualità di ogni risorsa e capire come meglio questa possa rispondere alle esigenze contingenti e di medio-lungo termine.
Come quando si gioca a scacchi. Non si tratta solo di considerare la posizione dei singoli pezzi sulla scacchiera ma anche il significato della loro posizione, ovvero cogliere il senso del movimento di un pezzo nella logica del gioco.
Gestire in modo inappropriato uno di questi potrebbe compromettere l’intera partita. Non solo. Nel gioco degli scacchi, sempre per proseguire con la metafora, un altro aspetto chiave per il successo è dato dalla cosiddetta capacità di attenzione del giocatore, ovvero dalla sua propensione a reggere uno sforzo di concentrazione per un tempo prolungato, pena l’incapacità di vedere una minaccia incombente. Ecco, un leader che si limitasse a «muovere le pedine» senza prendersi il giusto tempo per carpirne il senso più profondo, potrebbe non riuscire a sfruttare al meglio determinate opportunità e, in alcuni casi, provocare seri danni. Occorre tempo per valorizzare la diversità, capire la novità e amalgamare il tutto con quello che già esiste.
Il compito della leadership non è un compito facile: servono leader che tornino a promuovere la perseveranza e fatica, spesso dimenticate da molti. Leader che non abbiano paura di abbandonare il «tutto subito» e che sappiano ritagliarsi il tempo necessario per fare e insegnare bene le cose, facendo leva sulla propria esperienza. È proprio l’esperienza la fonte di quel giudizio interpretativo della realtà che è la nuova risorsa scarsa nelle imprese. Tanto scarsa quanto fondamentale, perché solo attraverso di essa si può formare il nesso tra il passato e il presente, senza che il primo venga avvertito come un’inutile imposizione. Interpretando la realtà attraverso il proprio vissuto, i leader sono capaci di fornire ai propri collaboratori, specie se giovani, il punto di partenza necessario per interagire con il presente e immaginare il futuro.
If I have seen further, it is by standing upon the shoulders of giants
Come egregiamente espresso dalla famosa citazione attribuita a Newton, la forma di progresso auspicabile è dunque quella in cui i singoli possano vedere il proprio contributo valorizzato, con la piena consapevolezza che non sarebbero stati in grado di fornire quel contributo se non fosse stato grazie ai maestri che li hanno preceduti.