Ubuntu è un ideale di origine africana e richiama al concetto di “benevolenza verso il prossimo”. Appellandosi all’Ubuntu si è soliti dire Umuntu ngumuntu ngabantu, “io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo”. L’Ubuntu esorta a sostenersi e aiutarsi reciprocamente, a prendere coscienza non solo dei propri diritti e necessità, ma anche dei propri doveri, poiché è una spinta ideale verso l’umanità intera.
Doc Rivers chiede ai suoi giocatori di muoversi in campo seguendo questo ideale. Dare il meglio di sé perché solo in questo modo l’altro potrà fare altrettanto. Questo significa, ad esempio, curarsi di coprire e interpretare alla perfezione il proprio ruolo, perché un atro non debba preoccuparsene al posto tuo, e possa, invece, a sua volta svolgere il proprio ruolo.
I Celtics prendono sul serio questa proposta, a tal punto che nulla è lasciato fuori. Perfino quando si portano da casa uno spuntino – raccontano – hanno in mente la squadra e portano qualcosa per tutti.
Iniziano a vincere, una partita dopo l’altra e Doc Rivers dice: “si respirava un clima che faceva presagire che erano destinati a vincere il campionato”. Tutti, anche i commentatori televisivi, si accorgevano della “profondità” di questa squadra. Tutti erano fondamentali, le tre o quattro superstar tanto quanto chi occupava la panchina.