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E se il capo è più giovane?

Storicamente è sempre stato il più anziano a supervisionare i dipendenti più giovani.

Questo modello è cambiato negli ultimi decenni a causa di molteplici fattori, come spiega Peter Cappelli, professore alla Wharton School. Per migliorare le proprie performance, molte aziende hanno abbandonato i sistemi di promozione basati sulla seniority e hanno introdotto sistemi basati sul merito che incoraggiano giovani dipendenti ambiziosi a competere con i loro colleghi più anziani e superarli a livello gerarchico. Non solo. Il ritmo veloce dell'innovazione digitale ha spinto le aziende ad apprezzare maggiormente le idee fresche e creative dei dipendenti più giovani e di conseguenza a promuoverli in posizioni di supervisione. In ultimo, bisogna menzionare il cambiamento demografico e l’aumento dell’aspettativa di vita che costringono le aziende a trattenere i dipendenti più anziani sul posto di lavoro più a lungo. Il numero sempre maggiore di dipendenti senior porta all’adozione di modelli di carriera ‘piatti’ (o addirittura in alcuni casi in discesa) e ciò inevitabilmente contribuisce ad aumentare la probabilità che questi abbiano supervisori più giovani. Complessivamente, queste tendenze contribuiscono all'emergere di un "nuovo ordine organizzativo", in cui i giovani supervisionano sempre più frequentemente i più anziani.

 

Questa dinamica ha certamente un impatto a livello emotivo e comportamentale sulle parti coinvolte. Studi recenti mostrano come la differenza di età può provocare emozioni negative quali rabbia e frustrazione, quando il dipendente è più anziano rispetto al proprio capo. Più nello specifico, maggiore la differenza, più alta è la probabilità che questo succeda.

 

Altre evidenze suggeriscono che quando vi è uno scambio di conoscenze ed esperienze, il dipendente senior non soffre questa condizione, anzi, vedendone i benefici, spesso apprezza il fatto di avere un capo più giovane che possa introdurlo, ad esempio, alle ultime innovazioni tecnologiche.

Cosa consigliano quindi gli esperti a chi ha il capo più giovane?

  1. Rifletti e considera le tue emozioni: come ti senti rispetto a questa situazione? Se sperimenti emozioni negative, qual è la loro origine? Quale pensiero si nasconde dietro queste? Approfondire il proprio stato emotivo e capirne le cause sottostanti può aiutare ad affrontare con maggior consapevolezza ed efficacia questa sfida.
  2. Non cadere vittima dei soliti stereotipi: gli stereotipi rispetto all’età creano solo divisioni. Focalizzatevi invece sugli aspetti in comune. Cosa ha spinto entrambi ad esempio a lavorare per la stessa azienda?
  3. Non far mancare il tuo supporto: anche il tuo capo, proprio perché più giovane, potrebbe vivere un disagio e imbarazzo iniziale. Prova a considerare anche la sua posizione e cerca di essere proattivo nel mettere sul tavolo le competenze e l’esperienza che hai da offrire per dare il tuo contributo.
  4. Usa la tua esperienza: supporta il tuo capo nel ricercare e identificare gli unknown unknowns, ovvero le zone cieche, attraverso le conoscenze che hai maturato nel tempo.
  5. Adotta un atteggiamento positivo: non pensare subito che avere il capo più giovane rappresenti un problema. Abbi un atteggiamento costruttivo nei suoi confronti e nei confronti degli altri colleghi e focalizza la tua attenzione sul raggiungimento degli obiettivi attraverso la cura delle relazioni in azienda.

Per concludere: situazione sfidante? Certamente sì. Impossibile da fronteggiare o necessariamente negativa? Assolutamente no. Anzi, a volte è proprio questo tipo di relazione a rappresentare uno strumento efficace per sfidare abitudini consolidate ed eventualmente innovare.

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