Sotto la lente

Un evento è per sempre. Se genera sviluppo economico sostenibile

I Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi hanno chiuso un’estate europea caratterizzata da eventi sportivi di rilievo: dagli Europei di Calcio in Germania ai tradizionali tornei di tennis di Parigi e Wimbledon, dai gran premi di F1 al Giro d’Italia e al Tour de France.

 

L’impatto economico, diretto e indiretto, è ancora oggi un obiettivo di molti comitati organizzatori o autorità pubbliche che finanziano questi eventi.

 

Il budget speso per i Giochi di Parigi 2024, è stato di 8,8 miliardi di euro, due miliardi in più rispetto ai 6,8 miliardi previsti nel 2019. Per quanto riguarda le infrastrutture: il Villaggio Olimpico sarà trasformato in abitazioni da mettere sul mercato (646 milioni di euro, di cui 542 milioni dallo Stato), e saranno nuove anche la passerella tra lo Stade de France e il centro acquatico olimpico, e le nuove piscine di Seine-Saint-Denis.

 

All'impatto diretto del turismo (tra gli 1.4 e i 3.6 miliardi di euro) va aggiunto quello della fase successiva ai Giochi (2025-2034) a causa della crescita potenziale del turismo nella zona di Île-de-France.

 

Il successo delle Olimpiadi per i francesi non si misurerà solo dal volume d’affari generato, dalle medaglie vinte, o dal turismo e dagli investimenti. Infatti, secondo quanto dichiarato dal ministro dello Sport e delle Olimpiadi Amélie Oudéa-Castéra, la Francia aprirà quattro nuovi stabilimenti balneari nella capitale e altri sedici nell’Ile-de-France. La prefettura dell’Ile-de-France, insieme al Comune di Parigi, ha stabilito un piano balneare con l’obiettivo di “eliminare entro il 2024 il 75% dell’inquinamento” causato dai collegamenti inefficienti. L’obiettivo è quello di rendere possibile il nuoto nella Senna una volta raggiunta questa significativa riduzione dell’inquinamento, grazie ai Giochi.

 

Questa decisione è molto lungimirante. In tema di impatti, infatti, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato nel 2023 una guida dedicata alla misurazione degli impatti degli eventi culturali, sportivi e di business, suddivisa in dimensione economica, sociale e ambientale. Gli impatti si ispirano alle recenti direttive in chiave di sostenibilità che vedono gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) come nuovo metodo per rendicontare i risultati delle imprese.

 

Occorre adottare una visione pluralistica della misurazione. Di solito, il primo margine di un evento è negativo, calcolando le uscite in termini di flussi di cassa di un dato comitato organizzatore spesso finanziato principalmente da un’autorità pubblica.

 

Tuttavia, andando a distinguere spese e investimenti un margine di “secondo” livello deve considerare gli impatti di medio-lungo termine delle infrastrutture costruite, sia direttamente legate ad un evento (nuova arena, teatro o stadio, ad esempio) sia collegate all’ecosistema di accoglienza (ampliamento dell’aeroporto, metropolitana, etc). Purtroppo, gli investimenti sbagliati non generano valore. Si possono ricordare i casi negativi di “cattedrali nel deserto” costruite senza logiche di sostenibilità economica tra gli stadi dei Mondiali di Calcio in Brasile, e per certi versi anche quelli per i Mondiali di Italia ’90.

 

Il “terzo” margine racchiude proprio i principi ESRS e dell’OCSE. Vale a dire impatti non-economici che possono essere raggiunti grazie a questi eventi. In altre parole, cosa il territorio può acquisire in logica intangibile che non potrebbe mai ottenere senza il “big bang” dell’evento stesso. L’evento diventa un catalizzatore di risorse e attenzione che consente di fare dei salti nella dimensione culturale di un territorio, in chiave prevalentemente sociale e ambientale. Parliamo di fare più sport, imparare ad organizzare eventi, ispirare le nuove generazioni, stimolare il volontariato e aumentare l’apertura alle culture internazionali.

 

In tale ottica, gli eventi diventano lo strumento principale per far crescere le economie su contenuti cosiddetti sociali, in grado di trasformare e migliorare la qualità del capitale umano, che può a sua volta esprimere uno sviluppo economico sostenibile per il territorio. E proprio per questo possiamo dire che, se ben concepito e gestito, un evento deve essere per sempre.

 

Pubblicato originariamente su Fortune Italia

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