Nati in classe

Edoardo Freddi esporta il vino italiano nel mondo

Dopo l’esperienza al Master Food & Beverage di SDA Bocconi, Edoardo Freddi ha fondato l’omonima società che aiuta i produttori a crescere, innovare e ad aprirsi a nuovi mercati 

 

45 cantine in portafoglio, oltre 2mila clienti esteri tra importatori e distributori in 95 Paesi del mondo, una squadra composta da 30 figure tra commerciali e amministrativi sparsa tra Europa, Asia e Stati Uniti, 28 milioni di bottiglie vendute nel solo 2021 e un tasso di crescita del 35 per cento. 

Dal 2012, anno della fondazione, Edoardo Freddi International si è affermata come una delle più solide realtà nel panorama dell’export del vino italiano. Edoardo Freddi, alumno del Master in Food & Beverage di SDA Bocconi e fondatore dell’omonima società, ha sempre avuto un approccio proattivo agli affari, e non ha perso questa sua caratteristica neanche durante questi difficili ultimi due anni.  

«Inutile negare – ci racconta – come la crisi pandemica abbia avuto delle conseguenze importanti: nell’on-trade abbiamo perso il 20 per cento, compensato però dall’online, ormai risultato sdoganato in toto come canale di vendita affidabile. Investire in questo canale è stato fondamentale per incrementare il business e il team, tanto che nel 2021 abbiamo aperto 2 sedi estere nuove, una in Cina e l’altra negli Stati Uniti, e assunto 7 nuovi collaboratori in Italia e 5 all’estero». 

Il modello di business della Edoardo Freddi International è oggi consolidato, anche se non sono mancati ostacoli e difficoltà, soprattutto nelle fasi di avvio dell’attività. «L’idea è nata nel 2011 mentre frequentavo il Master Food & Beverage di SDA Bocconi. Nel corso delle numerose visite alle aziende vinicole mi sono reso conto del gap esistente tra i produttori italiani, specialmente i piccoli e i medio-piccoli, e i mercati sia nazionali sia internazionali. Mancava infatti una struttura che aiutasse a crescere, a innovare con estensioni di prodotto, ad aprirsi a nuovi mercati o a nuovi canali come l’horeca, la grande distribuzione e l’online. La sfida più impegnativa è stata proprio quella superare il pregiudizio nutrito verso una struttura commerciale esterna come quella che ho fondato. Molti produttori, legati ai tradizionali modelli di go to market, ci vedevano come un costo e non come un valore aggiunto per le loro attività. Ci è voluto qualche anno e un’enorme mole di lavoro per erodere tale pregiudizio. Oggi, però, i nostri clienti ci vedono come un punto di riferimento costante e imprescindibile, soprattutto in questi difficili anni dovuti alla pandemia». 

Edoardo ha le idee molto chiare anche per l’immediato futuro: «A mio avviso in Cina c’è ancora del lavoro da fare e in margini di crescita per i nostri vini sono ampi. Lo stesso vale per l’Africa, un mercato diventato molto maturo negli ultimi anni e su cui vogliamo investire tanto. Inoltre, ci sono diversi progetti di consulenza legati a fondi di investimento per attività di merger & acquisition che stiamo curando da alcuni anni, e poi vorremmo rafforzare le nostre sedi satellite che abbiamo avviato in Usa e Cina grazie a partner locali e che ci permetteranno di presidiare il mercato in modo efficace. Insomma, puntiamo a crescere ancora di più e a continuare a esportare i nostri vini nel mondo». 

 

Edoardo Freddi esporta il vino italiano nel mondo

SHARE SU