Il Meglio del Piccolo

L'incontro nell'incontro: il caso Vini Allegrini

Ve lo devo confessare. Ho girato in lungo e in largo l’Italia ma non ero mai stata in Valpolicella, pur a pochi chilometri da Verona. Grave mancanza. Me ne sono resa conto quando, con i partecipanti della 12esima edizione di General Management per le PMI, abbiamo accettato l’invito di Marilisa Allegrini e Leonardo Vallone a visitare la sede dell’azienda vitivinicola Allegrini, conosciuta per aver portato nel mondo vini della tradizione locale: dall’Amarone al Recioto e al Ripasso.

Complice una splendida giornata autunnale, in piedi tra le vigne o seduti a degustare la produzione delle loro cantine (anche di quelle fuori porta a Montalcino e a Bolgheri), abbiamo imparato qualcosa.

 

Cosa si può apprendere dal caso Allegrini e in particolare da Marilisa, stupenda padrona di casa e contitolare dell’impresa di famiglia? 

Cosa si “porta a casa” da questo tour aziendale?

Certamente alcune linee guida valide anche per chi non si occupa di vino….

  1. La qualità, l’ossessione per la qualità in tutte le fasi del processo produttivo paga sempre. In questo caso, ma vale per tutti i settori, il consumatore percepisce la differenza, ne capisce il valore e torna a comprare.
  2. Per fare qualità vera e non millantata occorre avere uno sguardo di lungo periodo e saper aspettare. Così, attendendo con pazienza il risultato, lavorando senza demordere si ottengono prestazioni sopra la media. Ci è stato spiegato che in Allegrini sono passati decenni tra la messa in opera del vigneto Fieramonte e la prima vinificazione. Successivamente tutto quel sacrificio è stato riconosciuto e la rivista inglese Decanter ha valutato il vino di quel vigneto come il miglior rosso invecchiato al mondo. Non per caso.
  3. L’ossessione per la qualità e la capacità di attendere risultati eccellenti non devono diventare fanatismo passivo. Occorre rendere visibile questo savoir-faire. Non si deve mai perdere l’occasione per raccontarlo. Quello che ha fatto Marilisa quando ci ha illustrato i suoi vini non è il solito marketing patinato. E’ molto di più. E’ la testimonianza della vita di una famiglia intera, da suo padre in avanti, di una tradizione e di una storia dedicata al vino e alla Valpolicella.
  4. La parola innovazione non è impropria in un settore tradizionale come quello del vino. Al contrario! Si può fare ad ampio raggio, in modo incrementale anche in un comparto così maturo senza snaturare il prodotto. Per esempio si può usare la tecnologia per condizionare al meglio gli ambienti dell’appassimento dell’uva o sfruttare il digitale per organizzare delle “sfide” di vendita tra gli agenti che possono vedere i loro risultati in diretta e in parallelo. Non c’è limite alla capacità di inventiva dei piccoli imprenditori italiani e il caso Allegrini ne è l’ennesima evidenza.
  5. In una PMI familiare è possibile creare uno spazio di proficua convivenza tra imprenditore e manager con ruoli e attitudini che necessariamente devono essere diversi. Marilisa ha scelto di farsi supportare da alcuni responsabili. In particolare nell’area commerciale ha selezionato un manager in grado di prendersi la delega ma di capirne bene i suoi confini: non indipendenza assoluta ma libertà vigilata dagli imprenditori/titolari presenti in azienda.

Terra, territorio e impresa

Queste sopra elencate sono indicazioni da avere in testa ma c’è un ultimo spunto che si può ricavare dalla visita in Valpolicella.

La terra lì è diventata territorio e l’impresa si incardina in esso.

La terra, apparentemente povera e insignificante, è stata valorizzata ed è divenuta territorio: un mix di storia, cultura e valori diffusi e incarnati nella memoria della comunità locale. Lì, in quel contesto, si insedia l’impresa con un ruolo importante: prende risorse e restituisce lavoro, ricchezza, visibilità. Lo aveva capito nel secolo scorso Giovanni, il papà di Marilisa, un visionario imprenditore del vino che ha visto nelle colline della Valpolicella un tesoro da tutelare. Una visione portata avanti dalla figlia che decide di acquistare, molti anni dopo, un altro tesoro: Villa della Torre, una stupenda dimora rinascimentale collocata proprio tra le colline dell’Amarone per trasformarla nella sede dell’azienda dove accogliere clienti, giornalisti, esperti e appassionati di vino da tutto il mondo e….noi.

Non metaverso ma immersione nella realtà

Andando da loro abbiano capito il senso e la portata generatrice di questo connubio: territorio e piccola impresa. Non è stata solo una lezione di buone pratiche aziendali, siamo andati oltre. E’ stato un incontro nell’incontro. Ecco perché credo che queste esperienze di tour aziendali, opportunamente selezionate, vadano moltiplicate a beneficio di imprenditori e studenti.

 

C’è bisogno di avere piena consapevolezza, di capire da vicino, in immersione, la forza di questo modello economico così vitale e inscindibilmente legato ai nostri territori

 

...altro che metaverso...mega realtà delle PMI italiane da cui prendere esempio e a cui brindare.

 

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