Idee senza tempo

Tra pressioni istituzionali e innovazioni ambientali

La rubrica presenta, in occasione della ricorrenza dei 50 anni dalla fondazione di SDA Bocconi, una selezione delle idee generate dalla Faculty che hanno fatto scuola nel panorama della ricerca manageriale: rilevanza, concretezza, rigore scientifico e impatto sulle comunità di riferimento i 4 punti cardinali del percorso proposto. L’iniziativa di SDA Insight è parte del più ampio progetto «50anni di idee».

Tema ormai centrale nell’agenda dei decisori politici in tutto il mondo e costantemente sotto i riflettori dei media, la sostenibilità ambientale è diventata un forte discrimine anche nelle scelte dei consumatori, investitori e lavoratori, sempre più attenti alla «filosofia green» che caratterizza il business di un’azienda.

Per rispondere all’aumento delle pressioni istituzionali, tanto coercitive come mimetiche, le aziende stanno investendo sempre più nell’innovazione, tramite lo sviluppo di prodotti, processi e servizi volti a ridurre i danni ambientali, o utilizzando nuovi metodi per il trattamento delle emissioni e per la gestione dei residui inquinanti.

Sebbene vi sia un ampio consenso sul valore dell’innovazione ambientale, restano da indagare i motivi per cui alcune aziende si impegnano in tal senso più di altre e quali condizioni o driver esterni spingono le aziende a perseguire l’innovazione ambientale.

Secondo uno studio uscito nel 2013 per la rivista Strategic Management Journal, maggiori pressioni istituzionali (sia da parte dei governi e agenzie governative sia da parte di organizzazioni non governative e di altri attori sociali) spingono le aziende a impegnarsi più attivamente nell’innovazione ambientale. Lo studio ha esaminato i brevetti ambientali di 326 aziende americane (in una fascia temporale di 5 anni, 1997-2001), appartenenti ai settori più inquinanti, per comprendere come la regolamentazione e le pressioni esercitate da organizzazioni non governative abbiano influito sul livello della loro innovazione ambientale.

Dallo studio è emerso come i manager delle imprese la cui reputazione ha sofferto a causa di una condotta ambientale deficitaria rispetto al settore in cui operano sono più sensibili alle pressioni dei regolatori e delle organizzazioni non governative. Questo risultato è consistente con un’innovazione ambientale passiva che risponde alle pressioni esterne per ridurre i possibili danni ambientali. Sono quindi quelle aziende che hanno fatto meno in passato che si vedono costrette a rafforzare gli investimenti in innovazione ambientale. Inoltre, è più probabile che le aziende si impegnino nell’innovazione ambientale quando hanno realizzato importanti investimenti specifici che non sono recuperabili in caso di uscita dal mercato. Sono queste le aziende che rischiano di più quando subiscono sanzioni o vengono prese di mira da attivisti e organizzazioni ambientali non governative. Infine, le aziende che dispongono di grandi quantità di risorse interne hanno una risposta ambivalente alle crescenti pressioni istituzionali. Da un lato, le risorse interne permettono investimenti in innovazione ambientale; dall’altro lato, le risorse possono essere impegnate per attività di greenwashing che riducono l’effetto delle pressioni istituzionali ma non portano a un miglior impatto ambientale.

Le pressioni istituzionali, soprattutto quelle coercitive, generalmente orientate verso miglioramenti ambientali in termini di emissioni inquinanti, richiedono spesso soluzioni tecnologiche che possono essere raggiunte solo con investimenti importanti in innovazione. Rispetto ad altre pratiche ambientali, che potrebbero essere efficaci a breve termine, l’innovazione ambientale è un’iniziativa con un orizzonte temporale più lungo che richiede un maggiore impegno di risorse, ma avendo maggiori possibilità di ridurre significativamente le emissioni inquinanti, è più probabile che produca una risposta soddisfacente alle pressioni istituzionali.

Dato che il vantaggio competitivo di un’impresa dipende dalla sua capacità di innovare in modi che i suoi rivali non possono facilmente imitare, l’innovazione ambientale rappresenta una strategia preziosa per i manager. Le influenze esterne possono ispirare i manager a sviluppare risorse uniche che avrebbero un effetto salutare sulle prestazioni dell’azienda. La tendenza degli ultimi anni è di una crescente attenzione all’impatto ambientale delle aziende e di tutta la loro filiera produttiva. Una risposta passiva, una semplice reazione, alle pressioni istituzionali, come quella documentata nell’articolo, non sarà più sufficiente. Le aziende più virtuose dovranno in prima persona assumere un ruolo di guida anticipando l’autorità di regolamentazione e le pressioni degli attivisti e delle organizzazioni ambientali non governative, con soluzioni tecnologiche sempre più innovative dal punto di vista dell’impatto ambientale.

L’articolo, pubblicato circa dieci anni fa, continua a generare un numero crescente di citazioni accademiche (a oggi, è il terzo articolo più citato fra tutti quelli pubblicati nello Strategic Management Journal nel periodo 2012-2014) a dimostrazione che l’innovazione ambientale delle aziende è ancora un tema di ricerca di primissima importanza e interesse.

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