Consumi & costumi

Paese sano in corpore (in)sano

Il trend

Dall’Europeo di Wembley fino al pavé di Roubaix, passando per Tokyo, per i palazzetti del volley e i rettangoli dei campi da tennis, il 2021 è stato l’anno glorioso dello sport italiano. I successi sono arrivati anche in discipline meno pubblicizzate come il polo, le bocce, la pesca in apnea, la ginnastica aerobica e l’arrampicata, tanto che in molti hanno parlato di «movimento in crescita», «rinascita dello sport italiano», «nuovo miracolo italiano».
Questa narrazione è però in parte smentita da un recente report Ipsos sulle abitudini sportive dei cittadini di 29 Paesi del mondo e che offre un quadro a tinte fosche dell’Italia, un Paese descritto come pigro, sedentario, disinteressato all’attività fisica sia singola sia di gruppo. Siamo terzultimi per ore di sport praticate alla settimana (3,6); il 26 per cento degli intervistati italiani dichiara di non fare mai attività sportiva (peggio di noi solo Giappone e Brasile) e il 40 per cento di non voler modificare le proprie abitudini; oltre la metà (il 53 per cento) afferma di non aver mai praticato uno sport di squadra, contro una media globale del 38 per cento.
Nel settembre 2021, ricevendo i medagliati di Tokyo, il Presidente Mattarella auspicava che i successi olimpici potessero «convincere e trascinare le giovani generazioni a rimanere legate allo sport». Un appello che, alla luce di questi dati, appare più che mai condivisibile.

Alcuni punti salienti

Secondo quando riportato dal report Ipsos, condotto in collaborazione con il World Economic Forum su oltre 21.000 intervistati di 29 Paesi, gli abitanti dei Paesi Bassi sono i più attivi fisicamente: in media riferiscono di trascorrere 12,8 ore alla settimana facendo esercizio fisico o sport di squadra (le ore salgono a 15,2 se si considerano solo i rispondenti uomini), il doppio della media degli altri Paesi (6,1 ore). Tra i più attivi anche i cittadini tedeschi (11,1 ore) e rumeni (11 ore); in fondo alla classica gli italiani, i giapponesi e i brasiliani. Con la sola esclusione della Germania (11 vs 11,3 ore), in media gli uomini praticano più attività sportiva delle donne. Assieme alle rispondenti basiliane, le donne italiane sono le meno attive con 2,7 ore di sport alla settimana.
A livello globale le attività più praticate sono il fitness (20 per cento), la corsa (19 per cento) e il ciclismo (13 per cento). Il fitness è diffusissimo in Colombia, Arabia Saudita, Cile e Perù (con percentuali rispettivamente del 32, 29, 29 e 28 per cento); oltre il 50 per cento dei cinesi dichiara di correre almeno una volta alla settimana mentre il ciclismo è l’attività più diffusa in India (31 per cento) e Ungheria (30 per cento).
L’Italia fa registrare dati piuttosto negativi in sport tradizionalmente diffusi e popolari come il ciclismo (solo l’8 per cento lo pratica regolarmente), il calcio (7 per cento) e il nuoto (5 per cento). Va un po’ meglio con il fitness e il running (13 per cento per entrambi, ma ben al di sotto della media globale ferma rispettivamente al 20 e al 19 per cento).
Il 58 per cento dei rispondenti dichiara di voler praticare più sport di quanto non faccia attualmente (in Italia la percentuale scende al 54). Tra i maggiori ostacoli vi è però la mancanza di tempo (37 per cento), la mancanza di denaro (citata dal 18 per cento) e il clima troppo caldo o troppo freddo (17 per cento).
Tra i rispondenti italiani, il 31 per cento dichiara di non percepire particolari barriere a una maggior attività fisica; non è dunque una questione di tempo, denaro, condizioni climatiche avverse o mancanza di strutture adeguate la scarsa propensione all’attività fisica.

 

Paese sano in corpore (in)sano

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