PNRR e Space Economy: Le prospettive di crescita e il ruolo dell’Italia nella corsa allo spazio

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Il convegno “Space Economy: tra sviluppo e geopolitica” ha acceso i riflettori sullo sviluppo del settore spaziale italiano, che può contare su oltre 7 miliardi di investimenti nei prossimi anni, di cui oltre due miliardi dal PNRR.

L'evento “Space Economy: tra sviluppo e geopolitica” ha rappresentato l'opportunità di esaminare in modo dettagliato la condizione attuale dell'industria spaziale in Italia, mettendo in luce gli investimenti attuali nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed esplorando le prospettive future di un settore strategico per il Paese.

 

L'apertura del convegno è stata caratterizzata dall'intervento di Frediano Finucci, giornalista e responsabile della sezione economia-esteri di TG LA7, autore del recente saggio "Operazione Satellite", una disamina sullo spionaggio satellitare dalla guerra fredda alle dinamiche contemporanee tra le grandi potenze nello spazio.

 

Finucci ha evidenziato l'importanza cruciale della tecnologia satellitare, non solo in termini economici ma anche per le implicazioni geopolitiche e militari. Ha descritto la trasformazione significativa in atto nel settore, con l'avanzamento di nuovi sistemi d’arma di guerra elettronica in grado di “oscurare” intere nazioni dal segnale GPS e ha segnalato il progressivo ingresso di entità private, a partire da Starlink di Elon Musk, in un ambito un tempo dominio esclusivo di attori statali.

 

A seguire Giulio Gottardo, ricercatore del PNRR Lab e Mattia Pianorsi ricercatore dello Space Economy Evolution Lab, hanno messo in evidenza che, fino al 2026, il PNRR rappresenta e continuerà a rappresentare un importante canale di finanziamento per la space economy italiana, con 1,5 miliardi di euro di fondi europei a cui si aggiungono 800 milioni di finanza pubblica nazionale che appartengono al fondo complementare del PNRR. Tali risorse sono destinate allo sviluppo di nove progetti di portata strategica, inclusa la messa in orbita di una costellazione di satelliti per il telerilevamento e l’istituzione del centro di controllo satellitare di Vigna di Valle.

 

Stiamo parlando di progetti rilevanti rispetto agli standard del PNRR.” Ha sottolineato Giulio Gottardo. “La dimensione media dei 9 progetti italiani è di 250 milioni di euro, una cifra 300 volte superiore alla media dei progetti del PNRR che è di 750.000 euro. È un dato positivo poiché indica che, nel settore della space economy, non si assiste alla frammentazione delle risorse che caratterizza altri ambiti e i soggetti attuatori sono soltanto due: l’ESA e l’ASI. È inoltre significativo che su nove progetti, sei abbiano già registrato pagamenti effettivi, con una percentuale del 67%, ben al di sopra della media del PNRR che si ferma al 15%. Un indicatore tangibile dei progressi dell’attuazione.”

 

Come sottolineato da Mattia Pianorsi, il settore spazio sta vivendo opportunità senza precedenti con le risorse pubbliche messe in campo dal governo. Nello specifico, per rispondere alle progettualità del PNRR, sono necessari investimenti del settore privato che generino valore nel medio-lungo periodo, contribuendo all’espansione dell’economia e al ripagamento del PNRR. Tuttavia, nel breve periodo, occorre che il governo adotti una strategia adeguata per mantenere i livelli complessivi di finanziamento nel settore spaziale nazionale, in attesa di uno sviluppo progressivo del mercato che guidi la crescita sostenuta del settore.

 

Confermando questa visione, Carlo Altomonte, Associate Dean di SDA Bocconi, ha dichiarato: “Per attribuire al PNRR un carattere strutturale, dobbiamo considerarlo come il solco pubblico in cui si innestano investimenti privati. In questo contesto, assume particolare rilevanza la recente riforma del patto di crescita e stabilità approvata a Bruxelles, che ridimensiona l'importanza del criterio del deficit per adottare come indicatore principale la crescita della spesa pubblica nominale. Questo implica che il governo dovrà dichiarare ex-ante in quali settori intende concentrare la spesa pubblica e in quali no al fine di raggiungere la media europea, con un orizzonte temporale pluriennale. Un cambiamento di portata significativa per la politica della spesa delle nazioni europee.”

 

A dispetto di alcune problematiche a livello europeo, come la frammentazione della responsabilità politica spaziale tra istituzioni diverse o l’attuale difficoltà nell’accesso allo spazio in Europa, a seguito di scelte non troppo oculate in passato, il posizionamento italiano nella space economy è in crescita. “Nel 2022 siamo diventati il primo Paese per programmi spaziali opzionali all’Agenzia Spaziale Europea.” Ha ricordato Simonetta di Pippo, Direttrice del SEE LAB,  Space Economy Evolution Lab. “E quest’anno ricorrono i 60 anni dal lancio del satellite San Marco, perché non dimentichiamo che l’Italia è stata la terza nazione nella storia, dopo Unione Sovietica e Stati Uniti, ad avere un satellite in orbita. Siamo stati e siamo tutt’ora un polo di competenze d’eccellenza in ambito spaziale, basti pensare che i moduli in fase di sviluppo della stazione spaziale Axiom vengono realizzati a Torino. In quest’ottica abbiamo tutto ciò che serve per ricoprire un ruolo ancora più di rilievo nella space economy a livello globale.”

 

 

SDA Bocconi School of Management

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