SDA Bocconi Insight Logo
Opinioni

Dal buyer al business orchestrator: così il procurement governa l’impresa

Stabilini

Il procurement sta attraversando una delle sue trasformazioni più profonde. Le complesse crisi e la volatilità nei mercati degli ultimi anni hanno reso evidente come la gestione delle catene di fornitura sia fondamentale per la stabilità e il successo di ogni business model.

Da funzione operativa, focalizzata sul contenimento dei costi, il procurement sta diventando una piattaforma di governo capace di integrare analisi, sostenibilità, tecnologia e controllo economico. È la funzione che più di ogni altra misura la capacità dell’impresa di leggere la complessità, anticipare le crisi e orchestrare il cambiamento.


Il recente Procurement and Supply Management Summit organizzato dal Procurement Lab di SDA Bocconi ha offerto una preziosa occasione di riflessione su questa evoluzione, evidenziando quattro direttrici decisive per il futuro.

In un contesto di instabilità e ridefinizione delle catene globali, il procurement è chiamato a interpretare il rischio geopolitico come leva di competitività. Anticipare le discontinuità, diversificare le fonti e costruire filiere resilienti diventa parte integrante della strategia d’impresa, non un mero esercizio di mitigazione. Il buyer del futuro sarà un analista geopolitico: un professionista capace di leggere i segnali deboli dei mercati e tradurli in decisioni operative coerenti con la strategia aziendale.

La sostenibilità è uscita dal perimetro della compliance per diventare una logica di creazione del valore. Le filiere evolvono in veri e propri laboratori di innovazione circolare, dove il procurement promuove collaborazione, tracciabilità e sviluppo delle competenze. Le imprese che riescono a coniugare performance e impatto ambientale costruiscono un vantaggio competitivo duraturo: la sostenibilità smette di essere costo e diventa motore industriale.

L’integrazione fra procurement e controllo di gestione rappresenta una svolta culturale. Il valore non si misura più solo in termini di risparmio, ma di impatto economico complessivo, resilienza e qualità delle relazioni di fornitura. Approcci di Cost Breakdown Structure, modelli di Open Book Accounting e condivisione di informazioni sono nel radar di molte imprese e i fornitori hanno imparato che le aperture non hanno come focus il prezzo e il proprio margine.

La capacità di connettere dati, modelli predittivi e processi operativi consente al procurement di assumere un ruolo di co-regia economica, contribuendo direttamente alle scelte strategiche dell’impresa.

L’intelligenza artificiale ha superato la fase di sperimentazione per diventare un’infrastruttura cognitiva del procurement. L’automazione e l’analisi predittiva liberano risorse, ma soprattutto amplificano la capacità di prendere decisioni informate e tempestive. L’AI va integrata in modo responsabile e trasparente, preservando la centralità della competenza umana. Anche i software vendor hanno compreso questa evoluzione e stanno integrando l’AI alla base dei processi, non come Add-on ma come vera e propria piattaforma di gestione, integrata in origine.

Dal buyer al business orchestrator

Le quattro direttrici convergono verso una nuova identità: il procurement come regia del valore. Un sistema che unisce persone, dati e tecnologie per trasformare la complessità in opportunità e la spesa in investimento strategico. Perché il futuro del procurement è già iniziato e parla la lingua dell’orchestrazione: quella di chi sa tenere insieme strategia, sostenibilità e innovazione per guidare l’impresa oggi ma anche nel lungo periodo.

Leggi anche:

Aielli, Stabilini - CBS e OBA: due leve per orientare il procurement alla creazione di valore.

Vinzia, Stabilini - La volatilità è costante! Il procurement e gli strumenti di indexing e hedging.