Quel boost alla carriera chiamato MBA

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CHI CAMBIA SETTORE, AZIENDA E PAESE, CHI RIMANE DOV'ERA MA CRESCENDO PROFESSIONALMENTE

Chi lo ha frequentato ripete spesso che un MBA ti cambia la vita. La domanda è: quanto è vero? Stando alle statistiche di SDA Bocconi School of Management, relative esclusivamente alla classe dell’MBA Full-Time che si è diplomata nel 2015 (le ultime rilevazioni disponibili), 90 dei 100 studenti dopo il master ha cambiato almeno una delle tre variabili tra paese, settore e funzione. Uno su tre, poi, ha cambiato tutte e tre le dimensioni.
Ma, al di là dei numeri, è il punto di vista dei diretti interessati a dare la misura dell’impatto di un MBA sulla carriera. Fabio Stefanini, 34 anni, ha frequentato la classe 39 dell’MBA Full-Time, quella del 2014. Veniva da un’esperienza di 5 anni presso l’Eni, dopo il master è entrato in Amazon come senior product manager e oggi è responsabile per l’Italia del progetto Amazon Pantry: “L’MBA è stato un plus per la mia carriera, non solo per la posizione che mi ha permesso di raggiungere”, spiega l’alumnus, “ma perché mi ha consentito un cambio di settore, dall’oil and gas - dove mi sono sempre occupato di procurement - all’e-commerce. Un salto che in quel momento, senza il master, sarebbe stato molto difficile”.

Proprio grazie al master, peraltro, Fabio ha capito “che il mondo della consulenza, che in origine era il mio sogno, in realtà non faceva per me”.
Esperienza simile è quella di Emanuele Orlando, 37 anni, si è diplomato all’Executive MBA 12 nel 2015. Al momento di entrare al master era direttore commerciale nel settore oil e gas per la multinazionale americana Gilbarco Veeder Root. Durante l’EMBA, un primo avanzamento di carriera a strategic business director Emea per l’azienda e poi la decisione di mollare il settore e occuparsi di tutt’altro: “Da aprile sono head of international sales di Gruber Logistics, società di logistica e trasporti”, racconta. “Sarò alla guida di un team internazionale di 30 persone”. Perché questo cambio di rotta? “La possibilità di analizzare numerosi casi aziendali e di confrontarsi con colleghi di settori diversi mi ha dato la voglia di esplorarne di nuovi”. E aggiunge: “Sono diventato dirigente a 32 anni, ma dopo 11 anni nella stessa azienda volevo mettermi alla prova con nuovi stimoli perché mi stavo un po’ fossilizzando. A volte, nelle multinazionali, le direttive tendono a calare dall’alto con minore possibilità di intervento per un manager nel pieno del proprio sviluppo personale”.
Pietro Leone (GeMBA 2, 2010) era già ceo nel settore marketing e comunicazione quando ha cominciato il Global executive MBA. Non ha cambiato campo, ma l’esperienza gli ha permesso di rimettere in discussione i processi dell’azienda nella quale successivamente è entrato con la stessa qualifica, la Geometry Global. “Il modo in cui, al master, abbiamo affrontato le funzioni strategiche delle aziende mi ha suggerito di rivedere il modo in cui operavamo. Siamo giunti a rivalutare completamente la value proposition dell’azienda, abbiamo elaborato nuovi processi, un nuovo prodotto e generiamo servizi di consulenza che apportano più valore ai clienti”. “E grazie a questo lavoro, da giugno sarò global coo di Geometry Intelligence, servizio che abbiamo per ora lanciato in cinque nazioni Emea”. Per tornare alla domanda iniziale, “non credo che il master mi abbia cambiato la vita, ma mi ha certamente traghettato da quello che ero a quello che potevo essere”.

C’è dunque il cambio di settore e c’è il cambio di funzione, come sottolineano i dati relativi sempre al programma MBA full-time: spacchettando i dati, emerge che il 79% dei diplomati cambiano settore industriale dopo il master, il 77% cambia ruolo e il 55% viene trasferito all’estero.
È il caso di Gianluca Borghi, Executive MBA serale (EMBAs) 15, che da gennaio di quest’anno è retail director di Montblanc (Gruppo Richemont) a Parigi: “Ho avuto un grande supporto da parte dell’azienda, che ha colto il potenziale insito in un’esperienza del genere”, spiega l’alumnus, che prima era sales, corporate business, retail franchising and supply chain director a Milano. “L’hanno vista come un’opportunità anche per loro ed effettivamente, appena terminato il master, mi hanno proposto di fare un’esperienza internazionale. Il mio ruolo è la gestione della rete di negozi mono brand sul territorio francese”. Cosa gli ha lasciato il master, in particolare? “Un focus profondo sul marketing e un nuovo approccio alla risoluzione dei problemi. Aspetti fondamentali nel mondo retail”.

Fonte:ViaSarfatti25

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