#ValorePubblico

Che sarà, delle riforme, chi lo sa

Questa stagione di #ValorePubblico si chiude mentre si spegne il Governo Draghi e ricomincia a settembre, mese delle nuove elezioni e del nuovo governo. I nuovi scenari aprono a molte domande, tra cui: che ne sarà della riforma della PA?

 

Si chiude questa stagione di #valorepubblico in un momento di incertezza per il futuro del Paese. Tra i timori maggiori per le conseguenze di questo burrascoso stop al Governo Draghi, uno è certamente quello per la tenuta dell'agenda di riforma che fonda la stessa esistenza del PNRR. C’è chi ha paragonato le riforme al prezzo che bisogna pagare per fare arrivare gli investimenti da Bruxelles. È una lettura tutta transattiva e, francamente, poco onorevole per un grande Paese come l’Italia, raccontato come se fosse stato raggirato e infilato suo malgrado nella trappola di riforme incomprese e indigeste.

Mi sento di proporre una visione più trasformativa: le riforme servono a creare le condizioni di un ecosistema istituzionale in cui gli investimenti possono atterrare e generare l’effetto di moltiplicatore della crescita desiderato, oltre che assicurare una crescita più giusta dal punto di vista sociale ed ambientale.

In altre parole, senza riforme, si rischia di rinunciare alle opportunità di sviluppo e di buttare via il denaro del contribuente europeo, per oltre un terzo trasferito a fondo perduto, e di non riuscire a creare le condizioni per rimborsare il resto del capitale. Di questa agenda fa parte anche l’ambizioso piano di rilancio dell’amministrazione pubblica italiana, che il Ministro Brunetta ha efficacemente riassunto con le prime quattro lettere dell’alfabeto: A di accessi, B di Buona Amministrazione, C di Capitale Umano, D di digitalizzazione. Che ne sarà nella nuova legislatura?

Se c’è una cosa che gli ultimi anni ci hanno insegnato è che le cose imprevedibili sono più frequenti di quanto ci piaccia pensare, quindi i pronostici si sono fatti estremamente pericolosi. Eppure, alcuni segnali sono interessanti e ci dicono che la PA non sparirà dai radar – come talvolta è accaduto con l’arrivo a Vidoni di figure di minore spicco politico – né c’è spazio di tornare indietro rispetto alla strada segnata da alcuni indirizzi strategici.

Due dei quattro punti dell’alfabeto (Accessi e Capitale umano) hanno al centro il potenziamento quali-quantitativo del pubblico impiego. Questa è e resta la prima grande vera inversione di rotta nelle politiche di riforma della PA degli ultimi decenni, caratterizzata prima da una politica di snellimento, tradotta poi – dopo il 2008 – in una cura dimagrante draconiana che ha affamato di personale di ogni meandro della pubblica amministrazione. Sia chiaro, non si tratta di tornare a vecchie pratiche clientelari, dove l’allargamento degli spazi di accesso al pubblico impiego era usato – soprattutto in alcuni territori – come strumento di supplenza ad un mercato del lavoro fragile e sviluppo economico stentato. Ma di presa d’atto che la strategia del “starving the beast” non porta efficienza. Al contrario, riduce lo spazio dell’azione pubblica a danno dei più deboli, senza alcun significativo effetto sull’innovazione dei processi, che richiede – invece – di essere pensata, accompagnata e, quindi, finanziata. In pochi lo dicevamo anche prima del Covid. Ma dopo l’immagine di Simona – l’infermiera di Cremona addormentata esausta, con ancora i dispositivi di protezione addosso, su un computer ai tempi della Prima Ondata – e dei suoi colleghi nei mesi e anni successivi, è stato chiaro a tutti che “quando c’è una crisi globale, non arrivano gli eroi della Marvel, ma sono le istituzioni pubbliche, dall’OMS al più piccolo comune” a costruire la risposta e a guidare fuori dal guado. Per i più fragili la crisi è ogni giorno e ogni giorno, a loro, i servizi pubblici forti e competenti servono più che a tutti gli altri. Ecco, penso che oggi questa consapevolezza sia oggi più diffusa e mi aspetto che non si torni indietro tanto presto, nemmeno quando servirà per ragioni elettorali sbandierare piani roboanti di lotta alla burocrazia.

Sburocratizzare, qualunque cosa voglia dire, non ha a che fare con ridurre il perimetro della tutela dei diritti de iure o de facto, sottofinanziando i servizi che li assicurano.

Al contrario, per rendere la PA più agile servono tre cose. Le prime due sono incluse nell’agenda di riforma del PNRR: la B di Buona amministrazione, che ha dentro la complessa agenda di semplificazione rilanciata nell’ambito del PNRR, e la D di digitalizzazione, quest’ultima affidata da Presidente Draghi al Ministro Colao, che ha ereditato una sfida complicata. Anche questa destinata a restare centrale in agenda. La terza ha a che fare con la gestione del cambiamento, che non si fa per norma, ma nelle pratiche delle amministrazioni, nei processi, nei servizi. Come mostrano alcuni casi che hanno fatto scuola, tra cui ad esempio la costruzione in tempi record del nuovo Ponte di Genova, a fare la differenza sono le competenze delle persone e i modelli di gestione adottati, che permettono di governare processi complessi. Per questa ragione, occorre usare bene le risorse per investimenti dedicate alla PA, la vera sfida dei prossimi mesi.

Si tratta di una quota piccola rispetto ad altre linee di investimento – come la sanità, la scuola o la giustizia – ma fondamentale per assicurare che le riforme si traducano in cambiamento, attraverso la messa a disposizione di nuove opportunità di apprendimento delle persone, a partire dalla dirigenza. Oltre agli investimenti in digitalizzazione e messa a disposizione di servizi per la PA, occorre ora portare avanti il programma di accompagnamento della riforma, fatto di opportunità di sviluppo per i singoli e per le organizzazioni. Questa è la vera sfida dei prossimi mesi e dei prossimi anni. Da settembre #valorepubblico riprende ad uscire ogni due lunedì e lo farà continuando a portare il suo sguardo sulla PA che cambia.

 

PS: Per chi avesse più tempo da dedicare alla lettura durante la pausa estiva, i link nel testo portano a vecchi post, tornati attuali. Infine, al booklet digitale di #ValorePubblico scaricabile gratuitamente a questo link: https://www.sdabocconi.it/it/sda-bocconi-insight/booklet/pubblica-amministrazione/valorepubblico-uno-sguardo-sulla-pa-che-cambia 

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