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Opinioni

Tre competenze per i nuovi leader della cultura

03 novembre 2025/DiAlex Turrini
Turrini

Le istituzioni culturali ricevono finanziamenti pubblici per perseguire obiettivi sociali che il mercato privato non può autonomamente garantire. Ricerca artistica, educazione democratica, accesso gratuito e conservazione del patrimonio rappresentano il cuore pulsante dell'azione culturale. Queste attività non generano corrispettivi economici diretti, ma producono un valore collettivo strategico per la coesione sociale.  

E di fronte ai crescenti tagli ai budget pubblici, l’esigenza pressante di musei e teatri sarà sempre di più quella di intensificare la capacità di attrarre donazioni private per sostenere l'accesso universale alla cultura, evitando di limitarsi alla mera commercializzazione dei contenuti. Questa lenta trasformazione non potrà trovare attuazione senza un arricchimento delle competenze già esistenti dei manager culturali e in questa prospettiva tre aspetti risultano fondamentali.  

La sfida cruciale consiste nella capacità di elaborare una visione culturale condivisa con i principali stakeholder dell’istituzione culturale e in linea con obiettivi di interesse generale e non solo con la qualità accademica del programma artistico e culturale. Non si tratta di cedere a diktat politici o ai desiderata di sostenitori privati, ma di costruire un dialogo tale da “entusiasmare” attori pubblici e privati - da cui musei e teatri necessariamente dipendono finanziariamente – verso l’interesse generale che le istituzioni culturali perseguono.  

Una seconda sfida riguarda il rinnovamento e aggiornamento delle competenze più strettamente manageriali così da garantire l’implementation di tale visione strategica. Tale trasformazione include lo sviluppo di competenze per innovare la governance delle istituzioni culturali, sia in senso statico che dinamico. Occorre, in altre parole, saper ridefinire le strutture organizzative e i processi decisionali in modo da renderli agili ed efficaci, saper introdurre meccanismi operativi efficienti di programmazione e controllo dei risultati, saper riqualificare e motivare le risorse umane, saper guadagnare velocità operativa attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza artificiale.  

Il terzo elemento fondamentale riguarda la maggiore apertura delle istituzioni verso comunità sempre più frammentate dalla globalizzazione e digitalizzazione. Musei, teatri e biblioteche devono tornare a essere autentiche “piazze del sapere”: luoghi privilegiati di confronto intellettuale per i cittadini, emancipazione culturale e aggregazione comunitaria. Anche i manager culturali sono chiamati a sviluppare una conoscenza diretta del territorio, partecipando attivamente alla vita delle comunità locali e diventando intellettuali pubblici che progettino servizi culturali appropriati per la propria comunità. È necessario scegliere contenuti che parlino a tutti i pubblici, non esclusivamente alle élite tradizionali, contribuendo alla creazione di un welfare culturale diffuso.  

In un mutato contesto economico e sociale, il futuro delle istituzioni culturali passa, dunque, attraverso lo sviluppo di una leadership culturale forte, una leadership amministrativa sapiente e una leadership civica informata. Non è sufficiente eccellere in una sola di queste competenze di leadership: serve un approccio coerente ed integrato per bilanciare la massimizzazione della qualità artistica con vincoli economici stringenti e, soprattutto, la necessità di produrre valore pubblico.  

Il sistema della dirigenza di musei e teatri nel nostro Paese richiede quindi profili sempre più ibridi: leader culturali con una solida formazione umanistica, con competenze gestionali avanzate, capaci di ascoltare e coinvolgere in una visione comune rappresentanti politici, finanziatori privati, rappresentanti della società civile e cittadini. Tale successo dipenderà non solo dallo sforzo individuale ma anche dalla capacità del sistema dell’istruzione nel formare leader culturali visionari e pragmatici, con competenze diversificate e sensibilità locale, innovatori culturali e al contempo custodi della tradizione artistica e culturale del nostro Paese.  

Pubblicato originariamente su Fortune Italia