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Bitcoin, la tokenizzazione e le stablecoin: il nuovo substrato finanziario

22 dicembre 2025/DiLeonardo De Rossi
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Per oltre un decennio, gli asset digitali hanno oscillato tra periodi di esuberanza e scetticismo. Eppure, nel 2025, sta emergendo un quadro più chiaro: Bitcoin, la tokenizzazione e le stablecoin non sono più esperimenti periferici. Stanno gradualmente diventando parte dell’infrastruttura finanziaria sulla quale potranno essere costruiti nuovi servizi, mercati e modelli di interazione.

Dalle tesorerie aziendali ai mercati dei capitali, fino ai pagamenti transfrontalieri, le tecnologie degli asset digitali stanno passando da narrazioni speculative a sistemi operativi nelle loro prime forme. Questo cambiamento solleva una domanda fondamentale per le organizzazioni: qual è la reale struttura di questo mercato in evoluzione e come dovrebbero le imprese orientarsi tra le sfide pratiche nell’adozione di queste tecnologie?

La nostra analisi si concentra su tre pilastri (Bitcoin, gli asset tokenizzati e le stablecoin), ognuno dei quali svolge un ruolo distinto nel ridisegnare l’architettura finanziaria del prossimo decennio.

Bitcoin: da asset speculativo a infrastruttura monetaria

La traiettoria di Bitcoin è spesso interpretata attraverso la lente della volatilità dei prezzi, ma questa prospettiva non coglie la sua evoluzione strutturale. Due sviluppi degli ultimi anni sono stati determinanti:

  • L’adozione istituzionale guidata da veicoli di investimento regolamentati (ad esempio gli ETF spot negli Stati Uniti e in altre giurisdizioni).
  • La maturazione degli standard di sicurezza, custodia e contabilità, che avvicina Bitcoin a un asset macro riconosciuto.

A dicembre 2025, Bitcoin si comporta sempre più come un asset monetario digitale accessibile globalmente, governato da una scarsità definita dal protocollo anziché dalla politica monetaria discrezionale. Il suo ruolo emergente comprende:

  • Diversificazione di tesoreria per aziende che cercano riserve di valore non sovrane.
  • Collateralizzazione nei sistemi finanziari decentralizzati e istituzionali.
  • Regolamento a livello base, in cui Bitcoin funziona come rete di regolamento resistente alla censura e ad alta affidabilità.

È cruciale sottolineare che Bitcoin non compete con i sistemi ad alta capacità di transazione. Sta evolvendo verso una fondazione monetaria, come una volta fece l’oro: lento, robusto e profondamente sicuro, con livelli secondari e fornitori di servizi che costruiscono l’usabilità sopra di esso.

L’implicazione strategica è semplice: le organizzazioni devono smettere di trattare Bitcoin come una classe di asset esotica e iniziare ad analizzarlo come infrastruttura finanziaria emergente.

Tokenizzazione: quando gli asset del mondo reale diventano programmabili

La tokenizzazione è il processo con cui asset tradizionali (equity, debito, materie prime, immobili, fondi) vengono rappresentati su infrastrutture blockchain. Anche se se ne parla da anni, l’adozione sta accelerando grazie a tre forze convergenti:

  • La maturazione dei framework di compliance e identità
  • Catene pubbliche e permissioned di livello istituzionale
  • La domanda di maggiore efficienza nel regolamento, nella liquidità e nella frazionabilità

La proposta di valore non è semplicemente “azioni digitali”, ma la possibilità di riprogettare come gli asset vengono creati, distribuiti e governati. I primi progetti istituzionali indicano vantaggi concreti:

  • Regolamento intraday e riduzione del rischio di controparte
  • Flussi di cassa programmabili (ad esempio pagamenti automatici delle cedole)
  • Proprietà frazionata che abilita nuove basi di investitori
  • Distribuzione globale 24/7 senza intermediari

Gli analisti di mercato stimano che gli asset del mondo reale (RWA) tokenizzati potrebbero superare i 10-15 trilioni di dollari entro il 2030, in particolare nei segmenti del reddito fisso, dei fondi monetari e del credito privato, dove i guadagni di efficienza sono più visibili.

Eppure, l’ecosistema è frammentato. Le imprese si confrontano con sfide legate a standard, scelta della catena, interoperabilità, modelli di custodia e divergenze regolamentari. La tokenizzazione non è un “progetto tecnologico”: richiede coordinamento tra IT, compliance, finanza e prodotto. I vincitori saranno le istituzioni capaci di tradurre i benefici teorici in workflow operativi.

Stablecoin: l’innovazione finanziaria più sottovalutata del decennio

Mentre Bitcoin domina i titoli e la tokenizzazione attira l’attenzione istituzionale, le stablecoin sono diventate, in silenzio, il prodotto finanziario basato su blockchain più utilizzato. Nel 2024, i volumi di regolamento on-chain delle stablecoin hanno superato quelli di Visa, non per speculazione ma perché risolvono frizioni reali nell’attuale sistema finanziario.

Le stablecoin sono, di fatto, dollari nativi di internet, che consentono:

  • Trasferimenti di valore istantanei e globali, 24/7
  • Pagamenti programmabili ed escrow
  • Minore dipendenza dalle reti bancaria corrispondenti
  • Integrazione con DeFi, fintech e commercio transfrontaliero

Le stablecoin regolamentate e pienamente coperte da riserve, emesse da fintech, banche o potenzialmente istituzioni pubbliche, stanno emergendo come un ponte critico tra finanza tradizionale e mercati degli asset digitali.

È altrettanto importante la crescita dei depositi tokenizzati e delle stablecoin emesse dalle banche, che offrono un’alternativa regolamentata per le imprese che richiedono maggiore compliance, identità verificata e garanzie di regolamento.

Tuttavia, le stablecoin sollevano interrogativi legati alla trasparenza delle riserve, alla supervisione regolamentare, alla sicurezza operativa e al loro impatto sulla sovranità monetaria. Con l’avanzare delle normative nelle diverse giurisdizioni, le imprese devono prepararsi a un ambiente valutario digitale in cui coesistono diverse forme di moneta programmabile.

Che cosa frena l’ecosistema?

Nonostante i rapidi progressi, rimangono tre categorie di barriere:

  1. 1. Frammentazione regolamentare
    Le giurisdizioni trattano Bitcoin, asset tokenizzati e stablecoin in modo disomogeneo, spaziando dalla normativa sui valori mobiliari a quella sui pagamenti. Le istituzioni globali devono destreggiarsi tra regole eterogenee che creano incertezza operativa.
  2. 2. Complessità dell’integrazione tecnica
    Le tecnologie degli asset digitali richiedono gestione sicura delle chiavi, soluzioni di custodia, workflow compatibili con la revisione contabile e interfacce robuste con i sistemi aziendali. Molte infrastrutture legacy non sono ancora pronte.
  3. 3. Immaturità della struttura di mercato
    La liquidità è ancora disomogenea tra gli asset tokenizzati; gli standard di interoperabilità sono incompleti; e i fornitori di servizi variano significativamente in termini di affidabilità e governance.

Queste barriere non sono insormontabili, ma richiedono strategia chiara, gestione del rischio e competenze trasversali.

Come le imprese dovrebbero affrontare Bitcoin, tokenizzazione e stablecoin

Gli asset digitali non stanno ancora trasformando in modo completo le operazioni aziendali mainstream. Ma stanno diventando pilastri del nuovo substrato finanziario. Le organizzazioni esposte a tesoreria, pagamenti, mercati dei capitali, supply chain finance o commercio globale ad alto valore dovrebbero avviare un’esplorazione strutturata.

Identifichiamo sei percorsi iniziali:

  • Tesoreria e asset management: valutare Bitcoin e fondi tokenizzati come strumenti di diversificazione e liquidità.
  • Pagamenti e operazioni di tesoreria: sperimentare pagamenti globali basati su stablecoin con emittenti conformi.
  • Mercati dei capitali: esplorare emissione, distribuzione e gestione del ciclo di vita di debito o fondi tokenizzati.
  • Trade finance e supply chain: usare fatture, garanzie o crediti tokenizzati per ridurre le frizioni.
  • Piattaforme B2B e marketplace: integrare moneta programmabile per il regolamento e l’escrow automatici.
  • Funzioni di rischio e compliance: sviluppare competenze in custodia, identità digitale, strumenti forensi e regolamentazione.

L’obiettivo non è una trasformazione immediata, ma la preparazione organizzativa: capire cosa osservare, cosa testare e quali capacità costruire.

Considerazioni finali

Bitcoin, la tokenizzazione e le stablecoin rappresentano tre livelli di una nuova architettura finanziaria:

  • Uno monetario (Bitcoin),
  • Uno infrastrutturale (tokenizzazione),
  • Uno transazionale (stablecoin).

Presi singolarmente, ciascuno è significativo. Insieme, segnalano l’emergere graduale di un substrato finanziario programmabile, sempre attivo e interoperabile a livello globale.

Le organizzazioni che trarranno maggior vantaggio non saranno quelle che inseguono l’hype, ma quelle capaci di valutare con maturità le scelte tecnologiche, comprendere le traiettorie regolamentari e integrare gli asset digitali nei loro framework operativi e strategici.

Il prossimo decennio non sarà definito dalla speculazione, ma dalla costruzione dell’infrastruttura.
E questo cambiamento è già iniziato.