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La leadership immune

No, non stiamo parlando di immunità da Covid-19. Parliamo invece di immunità rispetto a normali standard di comportamento, etica e controllo scientifico.

Raggiunto un certo status, è un trend piuttosto diffuso quello per cui i leader incoraggiano un certo tipo di comportamento per poi agire in modo diametralmente opposto.

"Quando abbiamo un potere elevato, pensiamo a noi stessi come esseri eccezionali, come se le regole non si applicassero a noi", afferma Maurice Schweitzer, professore alla Wharton School. "Siamo molto più inclini a fare ciò che vogliamo perché non ci sentiamo vincolati nel modo in cui lo sono le persone meno potenti".

 

I leader che si concepiscono immuni ritengono di non dover mai affrontare le conseguenze del loro comportamento sconsiderato. Questo equivoco non solo indebolisce la consapevolezza di sé e l'empatia, ma anche l’engagement dei propri collaboratori.

 

Uno studio dell'University of California Berkeley mostra ciò che realmente sta dietro l’“essere accecati dal potere”. Le persone sotto l'influenza del potere si comportano come se avessero subito una lesione cerebrale traumatica: sono più impulsive, meno consapevoli del rischio e incapaci di vedere le cose dal punto di vista degli altri.

Questo risulta oltremodo evidente quando si analizzano alcuni dati. Ad esempio, l'80% dei leader afferma di essere trasparente con i propri collaboratori. Tuttavia, solo il 55% dei collaboratori conferma questa percezione. Il 71% dei manager pensa di sapere come motivare il proprio team, ma solo il 44% dei dipendenti è d'accordo.

L'immunità della leadership non è solo un tratto personale, ma anche un prodotto della cultura organizzativa.

Non si crea dal nulla. Richiede collaboratori che permettano, supportino e proteggano i leader, coprendo le tracce di comportamenti non virtuosi. Il sentirsi al di sopra della legge è contagioso: per soddisfare le richieste di un CEO non etico, i collaboratori finiscono per replicare quei modelli di comportamento.

In un sistema che assume un’impronta eccessivamente permissiva, le regole e le leggi gradualmente assumono contorni poco definiti e applicazioni incoerenti fra loro. La diretta conseguenza di tutto ciò è un ampliamento a dismisura della sfera delle libertà individuali. In tale contesto, infatti, i regolamenti e le leggi diventano sempre più comprensivi dei bisogni e delle necessità dei singoli, a scapito dei bisogni collettivi, e questo ha conseguenze negative dirette sulla società nel suo insieme.

 

Non solo. In ottica di lungo termine, gli effetti nocivi si riflettono anche sull’individuo. In primis, si manifesta una ridotta sensibilità verso il male morale e sociale. Se certi atteggiamenti poco virtuosi e fortemente orientati alla soddisfazione di bisogni immediati vengono capiti, accettati e giustificati, si diffonde sempre più una tolleranza non funzionale allo sviluppo dell’essere umano.

 

Gli esseri umani, inoltre, sviluppano una eccessiva fragilità e vulnerabilità in quanto non sopportano la frustrazione di fronte a potenziali ostacoli che presto o tardi possono trovare di fronte a sé. Abituati a non dover fare i conti con i limiti imposti dalla società, questi individui crescono creando attorno a sé un sistema autoreferenziale, dove l’io è eletto a giudice supremo. L’individuo si muove solo per soddisfare bisogni narcisistici. Questo crea inevitabilmente uno scollamento dalla realtà e, ultimamente, un profondo senso di solitudine, precarietà, insoddisfazione e instabilità emotiva.

 

Reazione più comune di fronte a queste dinamiche? Tanto stupore, poca azione.

 

Di cosa c’è bisogno? Occorre certamente un cambiamento culturale, che, in primis, parta dall’educazione dei singoli al bene comune. E il più grande sabotatore di questo cambiamento è l'inutile aspettativa (a volte perfino pretesa) che tale cambiamento possa arrivare dall’esterno. No. Il cambiamento ha inizio dal singolo e all’interno di ogni relazione. E la probabilità di successo di quest’ultimo dipende dall’orizzonte ultimo che viene affermato. Benessere collettivo o narcisismo esasperato?

 

Spunto di riflessione per le vacanze…ora non resta che augurarvi buona estate da #AboutLeadership! Ci rivediamo a settembre.

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