#ABOUTLEADERSHIP

Felicemente limitati

Dire di no.

Declinare un impegno.

Ammettere di non aver capito.

Ammettere di essere ignorante.

Ammettere di non essere in grado di farlo.

 

Chi nel leggere ha avvertito un sovraccarico emotivo? Una sensazione di paura mista ad imbarazzo e frustrazione?

 

Non è raro accorgersi di provare questo tipo di sensazioni quando si immaginano o capita di trovarsi in queste situazioni. Nonostante un notevole sforzo di sensibilizzazione messo in moto già da qualche anno da esperti di business, leader, psicologi e formatori rispetto alla necessità di, in primis, conoscere e accettare, e poi gestire i propri limiti, rimane un’esperienza ancora piuttosto comune quella sopra citata.

La società e spesso la cultura (organizzativa e non) in cui siamo immersi richiamano costantemente le connotazioni negative che accompagnano, ad esempio, il concetto di ignoranza. I manager che ammettono la propria ignoranza possono essere accusati di incompetenza. Di conseguenza, l'ignoranza, se possibile, viene ignorata o sanata con una buona dose di informazioni.

Eppure, riconoscere la presenza dell'ignoto e ammettere la propria ignoranza è, ad esempio, nella tradizione socratica, una forma di saggezza. La saggezza è capace di riconoscere le incertezze del mondo ei limiti della conoscenza. Il riconoscimento dell'ignoto porta con sé l'apertura all'imprevisto e l'apprezzamento che il cambiamento porta con sé in termini di opportunità ma anche di minacce. Tale apertura assicura una posizione organizzativa, che, attraverso una maggiore predisposizione per l'inaspettato, prepara e abbraccia, piuttosto che mostrare resistenza, al cambiamento. Dato il contesto tecnologico, socioculturale e politico in rapida evoluzione del mondo contemporaneo, la prontezza verso l'imprevisto è un'importante vantaggio competitivo. Certamente, una maggiore capacità di rispondere rapidamente ed efficacemente alle condizioni del mercato e/o delle risorse in via di sviluppo è una qualità chiave richiesta per garantire la sopravvivenza organizzativa.

 

In generale, a livello individuale, è stato dimostrato che la consapevolezza dei propri limiti è una componente importante della salute mentale e del benessere emotivo. La capacità di riconoscere e accettare i propri limiti può aiutare a prevenire lo stress e il sovraccarico emotivo.

Gli individui più consapevoli dei propri limiti hanno livelli più bassi di ansia e depressione rispetto a coloro che non lo sono. Non si tratta, poi, ovviamente solo di una tema di consapevolezza ma anche di gestione: le persone che sono in grado di gestire i propri limiti hanno una maggiore resilienza e una maggiore capacità di affrontare le sfide della vita.

Inoltre, la consapevolezza dei propri limiti può aiutare a migliorare le relazioni interpersonali: essere più consapevoli dei propri limiti porta alla costruzione e al mantenimento di relazioni più sane e soddisfacenti.

 

Nel contesto in continua evoluzione in cui viviamo potrebbe non risultare immediato sviluppare tale consapevolezza. In questo senso, una pratica che si sta diffondendo in modo esponenziale è quella della mindfulness, che consiste nell'essere completamente presenti e consapevoli del momento presente. La meditazione e la respirazione profonda sono due tecniche di mindfulness che possono aiutare a raggiungere questo stato. A livello di gestione, invece, un buon terreno di allenamento consiste nell’imparare a dire di no alle richieste e alle aspettative degli altri quando non si è in grado di soddisfarle. Imparare a gestire i propri limiti può aiutare a impostare obiettivi realistici e a evitare di prendere decisioni impulsive. Un’azione, quindi, che inizialmente potrebbe produrre qualche attrito (spesso, tra l’altro, avvertito solo a livello individuale, che raramente si riflette realmente in dinamiche relazionali) genera risultati positivi e sostenibili nel lungo periodo.

L’invito allora è proprio quello di smettere di interpretare i propri e altrui limiti come segno di un difetto, di una mancanza, quanto piuttosto come elementi utili a creare apertura, comprensione e condivisione verso il reale valore del singolo e spunti utili per allenare lo stupore di fronte all’ignoto e l’inconoscibile.

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