05 dicembre 2025
Ripensare la leadership culturale: Fortunato Ortombina incontra la classe del MAMA
Il Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro alla Scala racconta come la visione artistica, la sostenibilità e la missione civica plasmino il futuro delle istituzioni culturali.

Cosa significa, oggi, essere leader in ambito culturale?
In un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti, priorità contrastanti e aspettative mutevoli, la leadership culturale non riguarda più solo la direzione artistica o la pianificazione strategica. Si tratta di dare forma al significato. Richiede la capacità di allineare la creatività con la responsabilità, il patrimonio con l’innovazione e l’identità istituzionale con le esigenze di una comunità più ampia.
Queste sono state le idee al centro di una masterclass tenuta in SDA Bocconi da Fortunato Ortombina, Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro alla Scala. La sua conversazione con le studentesse e gli studenti del Master in Arts Management and Administration (MAMA) ha offerto un accesso esclusivo al dietro le quinte di una delle istituzioni culturali più influenti al mondo, ma anche una riflessione sul ruolo più ampio della cultura nella vita pubblica.
Ortombina ha esordito sfatando alcuni dei miti che ancora circondano l’arte. La nozione di “genio” come figura solitaria illuminata dall’ispirazione, ha sostenuto, oscura la realtà della disciplina quotidiana, della conoscenza tecnica e dello sforzo collettivo. L’eccellenza artistica non è il risultato della sola intuizione, ma è costruita, sostenuta e protetta attraverso l’organizzazione, il lavoro di squadra e un profondo senso di responsabilità.
Da questo punto di partenza, il Sovrintendente ha sviluppato un tema che ha attraversato l’intera discussione: il legame indissolubile tra visione artistica e sostenibilità economica. Per Ortombina, i due aspetti non possono essere separati. Si plasmano a vicenda. Lo ha illustrato con episodi tratti dalla storia dell’opera lirica, tra cui la risposta creativa di Puccini ai limiti di budget della Tosca, per ricordare che i vincoli non limitano necessariamente la creatività, ma la affinano.
La conversazione si è poi ampliata per esplorare il rapporto tra La Scala e la città di Milano. Ortombina ha descritto questo legame come “l’espressione più intima dell’identità di una città”, radicata nella storia condivisa, nell’orgoglio civico e in un senso di appartenenza che ha resistito alle crisi, tra cui la distruzione e la ricostruzione del teatro dopo la seconda guerra mondiale. “Quando la cultura è veramente radicata in una comunità”, ha osservato, “il suo valore va ben oltre il palcoscenico: diventa un bene pubblico.”
Questa missione civica plasma il modo in cui La Scala affronta la governance, i finanziamenti, l’accessibilità e l’engagement. Ortombina ha delineato un ecosistema in cui il sostegno pubblico, le sponsorizzazioni private e i ricavi dei biglietti coesistono in un delicato equilibrio. L’obiettivo non è quello di privilegiare il pubblico più abbiente, ma di proteggere l’accesso per tutti e garantire che le istituzioni artistiche rimangano aperte, inclusive e sostenibili. “Un teatro”, ha affermato, “non deve mai diventare un luogo riservato a pochi”.
Altrettanto centrale nella sua vision è lo sviluppo di nuovi talenti. Investire in giovani artisti, direttori d’orchestra, registi e designer non è un’opzione, è un dovere. “Un’istituzione culturale che parla solo del suo passato”, ha avvertito, “rischia di perdere il suo futuro”. Per Ortombina, l’innovazione vive nelle persone: nelle loro voci, nelle loro idee e nella loro evoluzione.
Durante la masterclass, Ortombina ha sapientemente alternato esperienze personali e prospettive istituzionali, rivelando come la leadership nel campo delle arti richieda sia chiarezza che umiltà. Essa richiede ai leader di conciliare l’aspetto artistico con quello manageriale, il simbolico con il pratico, la vision a lungo termine con il lavoro quotidiano. Per la classe del MAMA, la sessione ha offerto molto più di una semplice panoramica sul Teatro alla Scala. È stata un invito a ripensare la natura stessa della leadership culturale. In un settore in cui la tradizione ha un peso importante e l’innovazione è essenziale, il messaggio di Ortombina è stato chiaro: la cultura prospera quando si crea, si condivide e si rinnova il significato, e quando la leadership riconosce questa responsabilità.

