Anche se nessuno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU riguarda direttamente lo spazio, l’industria spaziale aiuta a perseguirli tutti. E un diciottesimo obiettivo specifico sarebbe utile ad assicurare la sostenibilità dell’esplorazione spaziale e dei futuri insediamenti lunari e marziani.
L’auspicio è stato espresso nel corso di un convegno organizzato dallo Space Economy Evolution Lab (SEE Lab) di SDA Bocconi e Telespazio. Alla presentazione di un libro (Spazio. La sfida del presente di David W. Brown, pubblicato in Italia da Hoepli) hanno partecipato l’astronauta Paolo Nespoli (nella foto sopra) e gran parte degli altri protagonisti dell’economia spaziale intervistati per la pubblicazione. Nespoli ha introdotto la nuova filosofia per lo spazio e la sostenibilità al centro del progetto del SEE Lab che ha dato vita al libro. L'obiettivo del SEE Lab e di Telespazio è stato quello di aumentare la consapevolezza dei temi in discussione, soprattutto tra le giovani generazioni, stimolando un cambiamento di mentalità e di azione.
Nel corso dell’incontro, la sostenibilità spaziale è stata declinata secondo quattro prospettive:
- La sostenibilità terrestre ha bisogno di una grande quantità di dati. A fornirli sono i satelliti dedicati a monitorare la salute del pianeta e a fornire preziosi early warning relativi ai disastri naturali. Metà delle 54 “variabili climatiche essenziali” secondo la World Meteorological Association sono misurate dai satelliti.
- I veicoli spaziali dedicati alle comunicazioni, alla navigazione, all’agricoltura e alla meteorologia spaziale sono esempi di sostenibilità su vasta scala. Le comunicazioni satellitari hanno permesso di connettere le popolazioni svantaggiate, non ancora raggiunte dalle infrastrutture fisiche.
- Una questione di sostenibilità spaziale che riguarda l’orbita terrestre, dove il problema dei detriti spaziali deve essere affrontato con la massima attenzione e urgenza. Oggi la terra è circondata da circa 6000 satelliti, la maggior parte dei quali è spazzatura spaziale, che ostacolano la nostra possibilità di lancio verso l’orbita bassa terrestre.
- I principi della sostenibilità spaziale vanno estesi all’espansione umana sui corpi celesti oltre la Terra. Nel breve periodo su Marte si potrà sopravvivere solo attraverso mezzi esterni e ogni molecola portata sul pianeta rosso dovrà essere riciclata, per rendere possibile ai coloni una maggiore autosufficienza.
Dal punto di vista privilegiato di chi, nel corso degli anni, ha potuto osservare la Terra dallo spazio per 313 giorni, Nespoli ha concluso sottolineando l’assoluta necessità di cooperazione internazionale per progredire sulla strada della sostenibilità spaziale.
SDA Bocconi School of Management