Intervista al Professor Giovanni Bazoli: le relazioni nel capitalismo

EMF - Executive Master in Finance - Leader Series

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Le relazioni sono fondamentali per l’attività economica. Senza relazioni e competenze personali non si possono comprendere i problemi e le persone che ruotano attorno ad ognuno di essi, e in definitiva è più difficile trovare soluzioni pragmatiche. Bisogna capire non solo le motivazioni, ma anche la psicologia delle persone. Questi alcuni dei messaggi dati dal Professor Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, all’aula di partecipanti di EMF - Executive Master in Finance, diretto da Andrea Beltratti, EMF Academic Director e Alessia Bezzecchi, EMF Program Director in occasione della Opening Ceremony della Classe EMF 6 che ha avuto il privilegio di assistere all’intervista nell’esclusiva location delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo.

 

Come sei diventato banchiere? “La banca non faceva parte dei miei programmi di vita. La tradizione forense della mia famiglia mi aveva spinto verso una formazione giuridica e un obiettivo accademico, senza trascurare una costante attenzione alle vicende politiche e sociali del nostro paese, probabilmente influenzata dalle figure di mio nonno, tra i fondatori del Partito Popolare, e mio padre, che partecipò nel dopoguerra ai lavori dell’Assemblea Costituente, l'organo legislativo elettivo preposto alla stesura di una Costituzione per la neonata Repubblica e che diede vita alla Costituzione della Repubblica Italiana. Diventai Professore di Diritto Amministrativo all’Università Cattolica di Milano, che all’epoca era una fucina di idee e di talenti, che avrebbero successivamente svolto un ruolo di spicco nella vita nazionale, sotto la guida del mio maestro Professor Feliciano Benvenuti. Qui ebbi il privilegio di conoscere e frequentare figure di grande statura: tra queste di Romano Prodi e Nino Andreatta (“leader di idee” come fu definito dopo la sua morte dal Presidente Ciampi). Nel 1982 proprio Andreatta, quale Ministro del Tesoro, e Carlo Azeglio Ciampi, quale Governatore della Banca d’Italia, decretarono il fallimento del Banco Ambrosiano. La situazione del sistema bancario italiano allora era molto diversa da quella di adesso, innanzitutto dal punto di vista della proprietà. La maggior parte delle banche italiane erano infatti pubbliche, mentre invece il Governatore Ciampi propugnava un sistema bancario maggiormente privato, più efficiente e libero dall’intervento della politica. Nella ricerca di una soluzione per salvare l’operatività aziendale dell’ex Banco Ambrosiano fu difficile individuare banche private disposte a intervenire insieme a quelle pubbliche. Nella cordata di banche che si riuscì a costruire entrò anche la Banca San Paolo di Brescia, di cui ero amministratore. Quando fui deciso che la presidenza del Nuovo Banco Ambrosiano sarebbe stata attribuita a me io esitai a lungo prima di accettare. Alla fine furono Andreatta e Ciampi a convincermi che non potevo sottrarmi alla responsabilità di assumere, nell’interesse del Paese, un compito che appariva molto rischioso.

 

La crisi finanziaria globale, il Muro di Berlino e l’Occidente. “Hai sostenuto in passato argomenti riguardanti il sistema politico ed economico mettendo in relazione alcuni elementi che caratterizzano la situazione odierna con la caduta del Muro di Berlino e le difficoltà dell’Unione Sovietica. Potresti riprendere e approfondire questi temi?” “l’Occidente ha vinto la competizione con l’Unione Sovietica non a seguito di un intervento militare, ma grazie alla superiorità del suo assetto economico e politico. Il sistema centralizzato si è rivelato inefficiente rispetto al modello dell’economia di mercato e decentralizzata, e questa manifesta inferiorità ha provocato il crollo dell’Unione Sovietica. Fortunatamente in quel periodo la Russia era guidata da Gorbaciov, che intervenne per impedire un ricorso alle armi, che la Germania dell’Est era pronta a realizzare e che avrebbe potuto innescare una guerra catastrofica. Questo merito non è stato mai riconosciuto a Gorbaciov in Russia, mentre è sempre ricordato in Occidente. Ma a volte è più difficile saper vincere che saper perdere e l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, non capirono allora che quello era il momento per lanciare un grande piano di sviluppo globale e di aiuti, simile a quanto fatto per l’Europa nel dopoguerra. E’ da quel momento che, a mio avviso, è iniziato il declino dell’Occidente, accelerato poi dalla decisione, presa all’inizio degli anni Novanta, di aprire il commercio internazionale ai Paesi totalitari e in forte crescita economica, senza porre alcun vincolo riguardo ai principi di democrazia economica, e di mercato e creando in tal modo le condizioni per un processo di trasferimento internazionale di attività produttive che nessuno ha mai gestito”.

 

Banche, investitori e manager. “Il sistema statunitense ha seguito un percorso privo di visione strategica anche dal punto di vista della governance complessiva delle aziende e delle istituzioni finanziarie. Mi riferisco agli investitori e ai manager che operano in un orizzonte temporale molto limitato, pensano ai trimestri invece che agli anni. Gestire le principali aziende con un obiettivo puramente legato alla massimizzazione del profitto nel breve periodo è per definizione miope e genera gravi conseguenze anche a livello sociale. Ho sempre definito la banca un’impresa sociale, che ha una responsabilità nei confronti delle persone e dei territori. Questo mio mettere il fattore umano al centro della visione dell’impresa mi è costato accuse di vario tipo, ma io difendo strenuamente questa visione”. “Questa visione” gli fa eco l’Academic Director di EMF “è peraltro quella che si sta facendo strada, sia nella visione accademica sia in quella manageriale, in questi ultimi anni, che pongono l’accento sulla responsabilità dell’azienda verso tutti gli stakeholder”. Riprende il discorso il presidente Bazoli “La possibilità che abbiamo oggi di svolgere il nostro incontro in questa bellissima sede è una testimonianza di come persone con visione di lungo periodo possono usare la ricchezza creata dalle banche per il bene comune. Questo luogo ospita grandi opere d’arte, che rimarranno visibili alla collettività, speriamo per secoli. Impossibile concepire questi progetti senza una visione di lungo periodo”

 

Le persone. “Hai conosciuto tutte le persone rilevanti della vita economica del nostro Paese, anche in un contesto internazionale. Vuoi ricordare qualche persona e qualche episodio particolare?”. “Ho già citato Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi, due persone alla base della mia decisione di diventare banchiere, persone di singolare lungimiranza e determinazione. Ma sono tante le persone di elevata statura che ho avuto la ventura di conoscere e apprezzare in ambito civile, politico, sociale e religioso. Ricordo, ad esempio, con grande rispetto Enrico Cuccia, personaggio con il quale mi trovai inizialmente a confrontarmi con diverse prospettive, anche perché eravamo al servizio di istituzioni con obiettivi in potenziale conflitto. Ma il confronto si trasformò col tempo in dialogo e stima reciproca, senza parlare della confidenza e della vicinanza particolare che si verificò ultimamente tra noi in ragione di dolorose vicende personali che ci avevano casualmente colpiti nello stesso periodo. Ricordo in modo vivido anche il rapporto con l’Avvocato Agnelli, con cui riuscii a salvare dal fallimento il Gruppo Rizzoli.

 

I consigli per i partecipanti di Executive Master in Finance. “Quali consigli vuoi dare ai nostri partecipanti?”. “Leggete la grande letteratura, vi aiuterà a capire la natura e il profilo psicologico delle persone, elemento essenziale per arricchire le reti di relazioni personali ed essere efficaci nella vita e nel lavoro. E studiate con grande serietà e dedizione nell’età giovanile, perché è partendo dalle materie imparate e dagli studi coltivati da giovani che germineranno nel corso della vita professionale le idee migliori e più creative. E infine, mantenete i vostri interessi. Ritagliate tempo per voi e coltivare le cose che vi stanno più a cuore”.

 

 

SDA Bocconi School of Management

EMF Opening Ceremony e Leader Series con Giovanni Bazoli | SDA Bocconi

 

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