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La supply chain si fa relazionale

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a cura di Vittoria Veronesi, SDA Professor di Produzione e Tecnologia.

Il contesto economico incerto e lo scenario dimercato sempre più competitivo e volatile hanno messo in discussione tutto il sistema che lega le aziende, i loro fornitori e i loro clienti. Di conseguenza, ad oggi, la gestione della supply chain non può più essere finalizzata solo a una drastica riduzione dei costi, ma deve diventare un elemento cruciale per creare valore, aumentare la competitività e migliorare la performance aziendale. Le aziende infatti si trovano ad affrontare una crescente diversificazione in termini di prodotti, mercati e fonti di approvvigionamento. Tale fenomeno richiede un ripensamento dei processi di supply chain management verso una maggiore segmentazione e focalizzazione dei flussi sia fisici che informativi. “Serve passare da una visione orientata al ‘customer service’ a una proiettata alla gestione delle relazione con il cliente (customer relationship management),” spiega Vittoria Veronesi, coordinatore dell'Executive Program In Supply Chain Management. “Una strategia di supply chain non limitata a offrire un servizio standardizzato, che genera un valore contenuto, ma che tenga conto delle specifiche esigenzediuno opiù segmenti di clienti e possa offrire soluzioni che consentano di essere efficaci ed efficienti”.

La velocità e l’imprevedibilità con cui simodifica lo scenario competitivo implica la necessità di adottare un approccio orientato al riskmanagement e alla collaborazione. “Puntare all’integrazione delle imprese lungo la supply chain presuppone però che prima avvenga un processo di integrazione all’interno dell’azienda: la condivisione degli obiettivi strategici richiede una marcata integrazione tra le funzioni coinvolte,” spiega Veronesi. Il supply chainmanager oggideve avere una visione più ampia, trasversale e interfunzionale, nell’ottica della necessaria integrazione e collaborazione all’interno della propria azienda, con la funzione commerciale, i fornitori, i clienti e, quando possibile, con gli stessi competitor. “Dovrebbe sviluppare competenze manageriali che gli consentano di adottare una visione sistemica ed integrataper gestireuncomplesso sistema di attori, processi, prodotti, informazioni e tecnologie coinvolte nella supply chain, dall’origine di un prodotto o un servizio fino al consumatore finale”, conclude Veronesi.

Fonte: ViaSarfatti25

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