Susanna Antico, Studio Susanna Antico Lighting Design
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Nel mio studio si progetta utilizzando la luce artificiale, che trasforma gli spazi e i colori e ci permette di proseguire le nostra attività anche quando il sole tramonta o se lo spazio non ha aperture. Lavorano nello studio architetti, ingegneri, industrial designer e urbanisti, ma anche interior designer, storici dell’arte e grafici. Un aspetto lega tutti i collaboratori passati e presenti: l’enorme passione per il lavoro artigianale, la progettazione, l’immedesimarsi in nuove situazioni e il non conoscere la stanchezza. Dopo quasi trent’anni di attività ho voluto capire perché, nonostante i successi professionali, lo studio fosse così poco efficiente e i risultati economici così magri. Nei workshop ho trovato le risposte a molti dei miei interrogativi e sviluppato, applicando gli schemi proposti, sistemi che ci stanno aiutando a proseguire con un equilibrio migliore e una maggiore efficienza. I workshop toccano molti aspetti ma l’applicazione in studio è fondamentale per cambiare veramente qualcosa. Ho rifiutato un grosso lavoro un mese fa e mai l’avevo fatto a cuore così leggero e con tanta convinzione.
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Armando Bruno, Studio Marco Piva
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Quando alla fine degli anni novanta sfogliai in libreria S,M,L,XL di Rem Koolhaas pensai che tutti quei numeri riportati fossero solo un’interpretazione grafica e sintetica della contraddittoria modernità della città di NY. Oggi mi rendo conto che era un pensiero dettato dall’ingenuità tipica dello studente appena uscito dall’università. Ero, infatti, ancora permeato dall’idea che alcune attività professionali godessero il privilegio di potersi concentrare solamente sull’aspetto creativo. Sappiamo tutti che non è cosi e che non si può prescindere dalla gestione dei diversi consultant, dalle tempistiche da rispettare, dalla contrattualistica internazionale, dai concorsi governativi, dal fatturato, dai contratti Fidic e che tutto questo si traduce in una quantità enorme di numeri. Pertanto il contributo del management nell’organizzazione di una realtà come quella dello Studio Marco Piva diventa indispensabile ed è per questo che ho scelto di frequentare questi interessanti workshop.
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Daniele Mazzega
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La crisi del settore edilizio con una forte riduzione d’incarichi di progettazione, con una diminuzione degli importi delle prestazioni professionali richiede un’impostazione manageriale e gestionale, anche per gli studi di progettazione, simile a quelle delle piccole imprese. I workshop "Architettura e Management" sono stati, in questo senso, un’esperienza fondamentale che ha messo in luce problematiche importanti per una gestione efficace e manageriale degli studi di progettazione, in un settore in cui il mercato della progettazione si orienterà sempre più verso la competizione e la qualità del servizio.
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Federico Barbero, WIP Architetti srl
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Renzo Piano dice: “quello dell'architetto è un mestiere antico come cacciare, pescare, coltivare ed esplorare. Dopo la ricerca del cibo viene la ricerca della dimora. Ad un certo punto, l'uomo, insoddisfatto dei rifugi offerti dalla natura, è diventato architetto”. Esattamente al pari di quegli antichi mestieri, anche il mestiere dell’architetto è cambiato. Chi fa l’architetto oggi sa bene che non basta più essere un valido e preparato progettista per stare sul mercato. Soddisfare quotidianamente le richieste della clientela richiede un incessante aggiornamento da parte degli architetti. Gli studi di architettura si devono strutturare (e molti lo hanno fatto da anni) con le logiche di un’azienda, devono investire in risorse e in formazione. Il ruolo di un bravo manager diventa importante tanto quanto quello di un bravo progettista. Durante i workshop quest'ultimo concetto è chiaramente emerso; oltre ad avere ricevuto dei validissimi contributi professionali, mi ha fatto molto piacere constatare di essere oggetto di interesse, studi ed approfondimenti da parte di una scuola di formazione manageriale.
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Sabrina Bignami, b-arch studio
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Il mio studio rappresenta forse la dimensione italiana tipica: siamo tra i 5 e gli 8 professionisti, ma nessuno si occupa specificatamente di efficienza ed organizzazione. Questo aspetto è sempre stato gestito direttamente da me, fondatrice dello studio, con la consapevolezza della fragilità di questo approccio. L'impatto con il mercato estero ha reso ancora più fragile questa coesistenza di ruoli, il creativo e il manager, senza preparazione se non quella delle proprie capacità personali. I workshop hanno rappresentato per me la possibilità di iniziare un percorso di pensiero e di metodo su questioni di management – spesso appannaggio solo dei grandi studi di architettura – applicabili invece alla dimensione medio piccola. Nella piccola dimensione italiana, spesso vissuta come limite, c’è una grande forza che risiede nella sua stessa flessibilità e dinamicità. Dopo le prime commesse estere, il nostro studio ha deciso di organizzarsi in network. E per il network, l'approccio manageriale è la chiave di volta.
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Valeria Bottelli, Presidente Ordine degli Architetti di Milano
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Come architetti siamo chiamati ogni giorno a essere bravi coordinatori e organizzatori del progetto, delle sue fasi sempre più complesse, dei molti attori presenti nel processo di progettazione e realizzazione di un'opera. Siamo stati formati per questo e l'esperienza contribuisce ad affinare continuamente questa expertise. Peccato che non siamo stati affatto formati per rivolgere questa expertise all'interno delle nostre strutture professionali, spesso male organizzate, con risorse poco valorizzate e armonizzate, con obiettivi strategici ed economici vaghi, non espliciti, confusi. La partecipazione ai workshop, in veste di consigliere dell'Ordine degli Architetti di Milano, mi ha fornito innumerevoli stimoli di riflessione su questo necessario cambio di prospettiva: guardare a noi stessi come siamo abituati a guardare ai nostri clienti. Tutto questo, poi, con l’approccio didattico di SDA Bocconi, che ci ha aiutato, come architetti, a collocarci anche nella più ampia famiglia delle professional practices, allargando quindi ulteriormente lo sguardo. Un buon inizio che spero potrà produrre molte e diverse ricadute e confronti.
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Andrea Cini, CINI + Partners Architetti
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Per ripensare e ricomporre la nostra mentalità di architetti progettisti al fine di offrire più qualità, il management è fondamentale. Applicato agli studi di architettura sembra una contraddizione ma nella pratica diventa improcrastinabile. La nostra professione si è evoluta verso la multidisciplinarità e l'architetto ha assunto anche un ruolo centrale di “direzione d'orchestra”. Noi architetti offriamo un prodotto, per arrivare al quale è indispensabile interagire con le altre professionalità che partecipano alla progettazione, gestirle ed ottimizzarle per raggiungere l'obiettivo massimo della qualità. Ottima l'iniziativa di SDA Bocconi che con i workshop fornisce gli strumenti necessari all'implementazione manageriale degli studi di architettura.
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Gianfranco Colombo, Architetto
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L’esperienza come Senior Architect e Project Manager in progetti di medio e grande respiro mi aveva restituito l’immagine di una professione dove qualcosa di importante, profondo e strutturale mancava. La professione non ne era orfana di management, semplicemente non lo aveva mai trasformato in un modo di pensare e in un metodo operativo. Anche quando si provava a dare una struttura manageriale alla gestione della singola commessa, si incontravano difficoltà nel trasferire tale visione alla gestione dello studio. Il risultato: mancanza di strutturazione del team, processi decisionali vaghi, nessun strumento per la gestione di conflitti. I Workshop hanno fornito una visione e stanno costruendo in progress un modello di riferimento per la gestione del lavoro, dei team, del marketing, del posizionamento, dei tempi e dei bilanci. Importantissimo e interessantissimo lo studio di case history. Workshop e percorsi interdisciplinari per la nostra professione rappresentano un inestimabile valore aggiunto per la presa di coscienza dell’importanza del management nell’architettura.
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Alessandro Farroni, DAXE srl
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Ho frequentato il corso di laurea in economia e commercio, senza però tralasciare di coltivare un'autentica passione per l'architettura. Mescolando come spesso avviene l'utile al dilettevole, ho costruito la mia professione applicando le discipline economico-manageriali per la qualità e l'innovazione dei processi di progettazione e costruzione di opere edili. Il desiderio di confronto con esperti di management e architetti che non fossero clienti/colleghi mi ha spinto a partecipare all'intero ciclo dei workshop. Ho potuto per la prima volta evitare di coniugare management e architettura da autodidatta. L'approfondimento, attraverso i workshop, delle discipline economico-manageriali per la gestione delle organizzazioni che erogano servizi di architettura e per la gestione del processo di engineering-design è stato vissuto personalmente come una messa a sistema delle informazioni che tra attività di studio ed expertise ho negli anni acquisito. Per un architetto partecipare a percorsi formativi di tale genere è un completamento essenziale in termini di competenze necessarie all’avvio e allo sviluppo dell'attività professionale.
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Orietta Fiorenza, architetto
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Architetto a Milano dal 1990 mi definisco una progettista “trasversale”, avendo, in più di 20 anni di attività e di passione per il mestiere e per l’architettura, attraversato campi diversi che compongono oggi un curriculum variegato. Credo strenuamente nella necessità di strutturare la formazione dell’architetto con maggiori competenze di tipo manageriale, sia per quanto riguarda gli aspetti di gestione manageriale dei progetti, sia per quanto riguarda l'organizzazione gestionale degli studi di architettura. E questo indipendentemente dalla grandezza dello studio stesso. Non è un problema di risorse, ma di mentalità. Sono molto contenta che stiano nascendo nuove forme di collaborazione e formazione interdisciplinare tra la SDA Bocconi e il mondo delle professioni cosiddette “creative”: in questo come in altri campi c'è bisogno di contaminazione.
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Matteo A.V. Fugazza, Studio Associato Fugazza
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Nella vita di uno studio professionale di sei persone come il mio il management è la razionalizzazione di “buone regole di bottega” che applichiamo da svariati lustri e ci tramandiamo diligentemente. Il management ha sostanzialmente trasformato la buona e cattiva gestione professionale in un insieme di “regole” e “indici” confrontabili, analizzabili, modificabili e sviluppabili per permettere di capire se “la barca affonda” prima che sia troppo tardi e soprattutto indirizzare il business verso obiettivi di qualità, potendone verificare i risultati. La partecipazione a queste iniziative ci ha permesso di conoscere diversi metodi di analisi e confronto per affrontare strategicamente lo sviluppo del nostro studio e pianificare le scelte imprenditoriali future. L’illustrazione di case history ha manifestamente mostrato, attraverso successi e fallimenti, come si possano affrontare le sfide del mercato e della professione applicando sul campo gli strumenti di project management.
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Alessandro Gattara, architetto
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Ho seguito i workshop "Architettura e Management" subito dopo la laurea in Architettura. Nelle esperienze professionali che fino ad ora ho affrontato in uffici di piccole dimensioni in Italia e all'estero, ho trovato una scarsissima attenzione verso i temi della gestione aziendale, come se questi non riguardassero gli studi di architettura. Lo stesso atteggiamento si trova anche nelle Facoltà di Architettura. Alla SDA Bocconi ho imparato invece come cercare di equilibrare le esigenze creative con i requisiti economici per realizzare un'efficiente pratica professionale.
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Abele Lalli, architetto
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Da architetto che opera attualmente come professionista singolo dopo aver collaborato con studi di varie dimensioni anche fuori dall'Italia, osservo la criticità del fattore organizzativo a tutte le scale. Soprattutto perché tra organizzazione consapevole e non-consapevole c’è un abisso. Tutto il processo architettonico, dalla progettazione alla realizzazione, è anche gestionale ed è inserito all'interno dello studio di architettura, che va, esso stesso, organizzato e gestito. Se non c’è consapevolezza di strumenti e di modalità attuative, i risultati sono casuali. E se si sta sul mercato, ciò può fare la differenza tra successo e fallimento. I workshop hanno avuto il merito di entrare per primi nello specifico della professione di architetto, focalizzandosi sull’aspetto manageriale. Era un'esigenza che probabilmente in molti sentivamo e il riscontro è stato per tutti noi positivo. I docenti hanno esplicitato in modo chiaro, dal punto di vista teorico e operativo, che l'aspetto manageriale deve confrontarsi costruttivamente con quello creativo in qualsiasi realtà e a qualsiasi scala.
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